Roma E
libro più celebre della letteratura italiana del secondo
ottocento, un successo che si è diffuso ben oltre i
confini del nostro paese fino ad attribuire al piccolo burattino
di legno quasi una vita propria. Pinocchio è penetrato
nellimmaginario di milioni di bambini di tutto il mondo,
diventando inseparabile giocattolo, stimolando stuoli di
illustratori e artisti che ne hanno interpretato limmagine
e il mondo nei modi più svariati, ispirando rifacimenti
teatrali, da quello americano di Dorothy Coit del 1938
fino a quello decisamente ostico per una platea di bambini di
Carmelo Bene, del 1962. Ma è il cinema ad aver
dato il rilievo più ampio alla figura del burattino creato
da Carlo Collodi, contribuendo in maniera decisiva alla
sua popolarità: un primo film fu girato addirittura in
pieno periodo "pionieristico", nel 1910, da Ernesto
Maria Pasquali, poi il grande successo mondiale
delledulcorato Pinocchio di Walt Disney,
uscito nel 1940 e realizzato con enorme dispiego di mezzi
tecnici; ancora in Italia, un ottimo Pinocchio firmò
Giannetto Guardone nel 1947, quindi nel 1972 lapparizione
della notevole e delicata versione televisiva di Luigi
Comencini, della quale è ancora vivo il ricordo. Nel
1994, invece, un Francesco Nuti forse eccessivamente
ambizioso forniva un adattamento piuttosto disinvolto del testo
con il suo sfortunato Occhiopinocchio, regia e
ambientazione eleganti ma sceneggiatura piuttosto debole (e
"rimaneggiata"). Insomma, lidea non è
nuova ma inalterato è il bisogno di confrontarsi prima o
poi con ladattamento cinematografico delle avventure
picaresco-simboliche del burattino da parte di cineasti di ogni
tempo: ci proveranno, quasi contemporaneamente, Roberto
Benigni e il grande Steven Spielberg, divenuti amici
dopo la rivalità agli Oscar 99 e avvistati la
settimana scorsa nella capitale mentre pranzavano con le
rispettive consorti. Il comico toscano ha rotto a sorpresa il
clima "top secret" intorno al soggetto del suo prossimo
film da regista, annunciando appunto «Farò
Pinocchio» e aggiungendo poi «non so ancora
come lo farò, a che ora, con che colori, con che cielo,
con quali gatti, volpi, talpe e lucertole, ma poter essere
Pinocchio nel prossimo film mi dà uno sconquassamento di
felicità, una soddisfazione così strepitosa che se
riuscissi a trasmetterne anche solo lo 0,4 per cento, ma che
dico, lo 0,2 per cento, farei felice tutto il mondo vivente e
palpitante». Poi la chiusa «Pinocchio: che
bellezza!». Un sogno, dunque, coltivato a suo dire da
ventanni e accompagnato da una doverosa richiesta di
materiale alla fondazione Collodi di Pescia, dove sperano che il
film sia girato proprio nel paese dello scrittore (in realtà
nato a Firenze). Pur nella scarsezza di informazioni relative
allintero cast tecnico del progetto, si sa per certo che a
scrivere ladattamento insieme allo stesso Benigni sarà
ancora una volta Vincenzo Cerami, che al fianco
dellattore ci sarà ancora Nicoletta Braschi (la
fata turchina?) e che a produrre il film sarà la Melampo
di Elda Ferri e Gianluigi Braschi, pronti a
sfruttare limmagine di successo del comico di Misericordia
dopo il Gran Premio della Giuria al Cannes e i tre Oscar 99
per La vita è bella. Entusiasti molti
studiosi di Collodi allidea che ad interpretare il
burattino sarà proprio un toscano così famoso del
mondo, ma, a voler essere un po "pedanti", come
ci si può aspettare che da un campione della comicità
elementare, specialmente in veste di co-autore, possano essere
restituite la sottile psicologia infantile, la paura dellignoto,
la violenza e lindifferenza del mondo, il realismo
fantastico e le inquietudini romantiche di un testo che non può
(e non deve) essere banalizzato? Contenti loro. Steven
Spielberg, invece, a proposito del quale possiamo finalmente
parlare di "regia" senza limbarazzante sensazione
di usare i termini a sproposito, sta per iniziare le riprese del
suo Artificial Intelligence tra Los Angeles e altre
località della West Coast; tratto da un soggetto di
Stanley Kubrick derivato a sua volta dal libro di Brian
Aldiss, il film è ambientato in un futuro
caratterizzato da grandi mutazioni climatiche e geologiche (con
la fine della glaciazione ai poli) e nel quale la vita umana è
regolata da robot, contesto che consente laggancio e
lispirazione alla figura di Pinocchio tramite una creatura
metallica in grado però di provare emozioni. Nel cast ci
saranno Haley Joel Osment, lo straordinario attore bambino
de Il sesto senso qui nei panni del piccolo robot, e Jude
Law, il "bellone" (ma anche bravo) che finiva
vittima delle diaboliche trame di Mr.Ripley. il regista di
Cincinnati, peraltro, ha già dimostrato in passato grandi
capacità nel tratteggiare sensibilità e drammi
infantili, specialmente nello splendido Limpero del sole
del 1987, con il quale mostrava le vicissitudini di un
dodicenne inglese residente in Cina rimasto improvvisamente solo
alle prese con gli invasori giapponesi e la dura realtà
del secondo conflitto mondiale; e già in quel bambino
cera un po di Pinocchio.
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