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Domenico Camera |
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editoriale |
EDITORIALE |
Ogni nuovo numero di LETTERA in VERSI, come ogni lettura di poesia,
è un'occasione per arricchire la nostra riflessione sulla
poesia stessa, per acquisire una sempre più approfondita e
consapevole comprensione di questo nostro modo di esprimerci, così
radicato nella nostra humanitas. Ricollegare la poesia, cioè
la poiesis all'humanitas vuol dire etimologicamente
unire la creatività all'uomo al suo essere "dalla"
terra e "sulla" terra. La poesia diventa così
capacità di leggere dentro le cose dell'uomo, nel suo vivere
sulla terra, per esercitare capacità di giudizio e di
progetto. La poesia nasce, quindi, dalle cose dell'uomo, perché
se non ci fossero le cose, non ci sarebbe niente da dire. La poesia
ha bisogno della vita nel suo pulsare, nel suo manifestarsi in gioia
e sofferenza, in ricerca e dubbio. Ed allora è proprio
nell'incontro delle cose con le parole che nasce la poesia: le cose
vengono incontro al poeta che trova le parole per giudicarle per sé
e per gli altri, per fare esperienza, attraverso se stesso, dell'uomo
in generale.
A queste considerazioni ci porta in particolare il poeta che vogliamo presentare in questo numero di LETTERA in VERSI, Domenico Camera, un poeta capace di guardare le cose che lo circondano, tutte, le persone, le città, i paesaggi, soprattutto gli animali, con quello spirito di amicizia, che sa determinare la meraviglia dello sguardo capace di produrre la parola poetica.