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Si vendono per non morire ma rischiano la lapidazione

A questo punto potrebbe apparire un'accecante contraddizione parlare dell'esistenza della prostituzione. In realtà il meretricio in Afghanistan può essere spiegato con l'esigenza estrema delle donne di provvedere al sostentamento delle proprie famiglie, dopo che la guerra civile ha sottratto un altissimo numero di uomini che avrebbero dovuto provvedervi. Le donne, rimaste sole, scelgono obbligatoriamente questa strada come l'unica risorsa possibile per sopravvivere. La prostituzione ha avuto una crescita esponenziale, malgrado le difficoltà estreme a praticarla e il rischio di essere pubblicamente lapidate quando essa venisse scoperta dalla Brigate per il controllo della virtù.

La prostituzione viene praticata in veri e propri bordelli oppure sui taxi. In questo caso le donne salgono sulla vettura accompagnate da un bambino che abbia un'età intorno ai dieci anni, per superare la restrizione che impone loro di salire su vetture pubbliche solo se accompagnate da un parente stretto. Facile prevedere l'effetto di tale esperienza su questi bambini. In rapporto con l'aumento della prostituzione c'è l'incremento verticale delle malattie sessualmente trasmissibili, tra cui l'Aids, per quanto, ovviamente, questo dato venga negato dalle autorità sanitarie.

Un altro problema sociale in fortissimo incremento è quello della dipendenza da oppio: l'impossibilità per le donne ad accedere a qualsiasi farmaco e la totale assenza di rispetto per i problemi psicologici successivi alla repressione, ho portato donne ad assumere oppio, peraltro facilmente reperibile su un mercato che dall'estratto del papavero vive e fa commercio. Una serie di segnalazioni giunte dai medici dei campi profughi ha allarmato anche gli uffici del Programma di controllo sulla dipendenza da droghe delle Nazioni Unite, che ha attivato misure di disassuefazione.

Un'ulteriore preoccupazione sociale è l'aumento del numero dei suicidi tra le donne, soprattutto con tragiche e rituali forme di auto immolazione (suicidi rituali, di grande drammaticità, come bruciarsi per le strade o darsi fuoco nei luoghi dove vi siano raduni sportivi o religiosi). Questo fenomeno ha provocato recentemente un allarmante documento di Amnesty International, che ha messo in rapporto la sofferenza fisica e psicologica con la condizione di intollerabilità dei soprusi e quindi la decisione di togliersi la vita.

Giorgio Maria Bressa – IL SECOLO XIX – 25/10/2001


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