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Clandestine in cerca di riscatto

La storia di Meena, fondatrice della Rawa, uccisa con la sua famiglia

La Rawa, fondata nel 1977, è l'unica organizzazione per le donne afghane che combattono per i propri diritti e per un governo democratico in Afghanistan. L'associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan” organizza scuole clandestine per bambine e bambini, scuole per rifugiati in Pakistan, nonché corsi di alfabetizzazione per donne in entrambi in paesi. Inoltre gestisce un'organizzazione clandestina di medici in Pakistan e in Afghanistan, ma l'ospedale che hanno tenuto in piedi negli ultimi 11 anni ha chiuso di recente, visto che non era più possibile finanziarlo. L'associazione inoltre promuove progetti di autofinanziamento per le donne afghane, come la produzione di marmellata e la vendita di prodotti di artigianato. Inoltre fornisce alle organizzazioni umanitarie informazioni e testimonianze sulle violazioni di diritti umani. La Rawa produce anche cassette a scopo educativo, ha un archivio di poesie e racconti, e pubblica libretti, poster e bollettini, nonché la rivista Payam-e-an (Messaggio delle donne).

E' inutile dire che combattere i fondamentalisti è estremamente pericoloso. Un tragico esempio. Il 4 febbraio 1987, Meena, una delle fondatrici, è stata assassinata all'età di 30 anni nella sua casa di Quetta, in Pakistan, dal Lhad (distaccamento afghano del KGB), con l'aiuto dei Mujaheddin. Anche altri due parenti di Meena sono stati uccisi. Prima dell'assassinio, Meena aveva ricevuto minacce di morte per le sue attività anti-Jihad, la cosiddetta guerra santa, ma pur avendo informato le autorità pakistane, non ha ricevuto una adeguata protezione dalla polizia.

Il trattamento molto duro riservato alle donne è spiegato dalla Rawa in questo modo: “Ai Talebani è stato insegnato a sottovalutare e a mostrare estremo disprezzo per le donne”. Ne fanno una questione d'orgoglio, così come molti altri in questa società terribilmente dominata dagli uomini. Inoltre i Talebani, sostenendo che le donne sono la parte più debole della popolazione, ritengono che possano “essere oppresse e messe a tacere con varie scuse di carattere religioso, morale e culturale”. Nonostante esse, nella loro condizione attuale, non minaccino la posizione dei Talebani, “essi conoscono i cambiamenti di orientamento femminista nel mondo, e si premuniscono per non dover affrontare le calamita”.

A coloro che sostengono che il fandamentalismo islamico sia parte della cultura afghana, e che la Rawa imponga valori estranei ed anti-islamici in Afghanistan, l'associazione ricorda quanto la versione talebana dell'Islam sa molto diversa dal modo in cui la religione viene praticata nel resto del mondo. “Gli occidentali non devono considerare i musulmani uguali ad un manipolo di criminali “. I Talebani giustificano la loro crudeltà nei confronti degli afghani, specialmente delle donne, “la base per pulire l'Afghanistan del male occidentale, e per creare il perfetto stato islamico”. In altre parole, i Talebani e i Mujaheddin stanno abusando violentemente dell'Islam secondo i proprio interessi, ed utilizzano la religione per nascondere i loro crimini. I nostri musulmani odiano i Talebani e i Mujaheddin, nonostante i fondamentalisti amino definirsi “modelli dell'Islam”.

Giorgio Maria Bressa – IL SECOLO XIX – 25/10/2001


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