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MUSICA

Anime asian mediterranee

Da qualche giorno è uscito nei negozi Venite, venite, un'antologia degli Almamegretta, registrata interamente dal vivo tranne due pezzi inediti, Uno e Due.E' un album che chiude una fase, l'ultimo del nostro contratto con la Bmg - ha confessato Raiz, il cantante del gruppo dimagrito ormai a un terzetto con Gennaro Tesone alla batteria e Stefano Facchielli alias D. Rad ai campionamenti e computer- Sono una dozzina di brani che abbiamo scelto dai Dat dei nostri concerti degli ultimi anni. Se non fosse abusato, avremmo potuto chiamarlo Almamegretta nudo e crudo, perché non abbiamo potuto fare interventi, non ci sono overdub o manipolazioni, suona nervoso e duro come un nostro spettacolo. Uno e Due sono delle idee melodiche lasciate fuori dall'ultimo album Imaginaria ma poi riarrangiate e migliorate con l'intervento di Mauro Pagani, una persona di esperienza e grande sensibilità che ci sta aiutando da qualche tempo”.

I due brani nuovi hanno un fascino misterioso, molto asian, assai coinvolgente ma tutto il disco ha una sua omogeneità e coerenza, dove si passa da Maje e Sanghe e anema, che conservano tutta la magìa del dub mediterraneo pure in versioni dilatate e sporche, alle più recenti, Suonno o Pa'chango, molto compatte, dove la forma canzone è annegata in atmosfere sintetiche e ballabili, quasi lunghe suite.

“Quando sono stato a Cuba, sono rimasto affascinato dal condomblè e dalla santeria, riti religiosi che hanno radici nella cultura tradizionale africana - ha continuato Raiz - C'è questa identificazione tra Santabarbara, una vergine, protettrice degli artiglieri e dei botti e Chango, uno sciupafemmene un po' imbroglione. E' una somiglianza nata attraverso il colore degli abiti, il bianco e il rosso, perché le divinità africane non sono antropomorfe. Ho conosciuto un percussionista Ernestico, ha lavorato con Pino Daniele e Jovanotti, che è un santero e un uomo di Chango. Gli abbiamo chiesto di suonare i bata, i tamburi tradizionali Yoruba, e di cantarci questo testo tradizionale, l'abbiamo campionato e gli abbiamo messo una base techno. Questa maniera di avvicinarsi al sacro, questa trance mistica coinvolgente mi ha ricordato la stessa dimensione dei riti arcaici in cui tutti ballano, che so la processione di Madonna dell'Arco ma anche l'euforia contagiosa di certe situazioni rave, insomma qualcosa di arcaico e postmoderno insieme.”

Nella track list del disco, si ritrovano anche Figli di Annibale e Fattallà, canzoni sempre tristemente d'attualità, antirazziste e tolleranti, “anche se, di fronte a questo scannatoio israeliano-palestinese, si può solo richiamare la comunità internazionale alle proprie responsabilità, alla necessità di mettere fine a questa carneficina, probabilmente con una frapposizione di forze neutre”.

Quest'antologia non è però l'epilogo della band che probabilmente darà più spazio ai progetti solistici prima di tornare assieme.

La nostra musica aiuta a evocare immagini, abbiamo sempre giocato con videoclip e citazioni varie - continua Reeno - Io sto cominciando a fare il produttore esecutivo per delle colonne sonore. Ho iniziato con Cuore scatenato, un film di Gianluca Sodaro, un giovane regista siciliano, dove facevo anche l'attore in un curioso western siciliano. Nonostante le buone premesse (c'erano altri attori abbastanza noti e il finanziamento statale) e la colonna sonora degli Almamegretta, il film non ha mai trovato una distribuzione. Ho ripetuto l'esperienza, con maggiore fortuna, per Luna rossa, di Antonio Capuano che aveva già usato dei pezzi nostri per Pianese Nunzio, 14 anni a maggio. Per Luna rossa ho scelto i musicisti, deciso i pezzi e controllato il prodotto finale, cantando pure in un paio di canzoni. Lo stesso ho fatto nell'album nuovo dei Planet Funk, amici come noi dei Massive Attack, incontrati per caso in uno studio di Posillipo. E' molto stimolante scrivere per il cinema, ti permette di essere libero da tutte le cose che sono il tormento di chi fa i dischi come il singolo, la classifica, le radio, l'airplay. Il teatro è un aspetto parallelo a quello del cinema. Ho curato le musiche di questo spettacolo su e di Bertolt Brecht, il titolo è Brechtdance. Gli autori sono Gigi Gherzi e Salvatore Trimacere che è anche il regista. Io recito qualche cosa e poi canto sulle basi. Ma non sono pezzi scritti apposta, ho usato delle backing tracks che usiamo negli spettacoli degli Almamegretta. Ad esempio all'inizio c'è la base di Riboulez le kick e gli attori ci recitano sopra a tempo. E' un musical sui generis. Abbiamo rifatto anche in chiave asian dub la canzone di Mackie Messer, un'aria molto famosa, per cui io ho riscritto il testo in napoletano. Se ho un sogno nel cassetto? Si, cantare un giorno con Sergio Bruni, lui è davvero una voce inarrivabile”.

Flaviano De Luca – IL MANIFESTO – 11/04/2002

http://www.almamegretta.net/



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