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MUSICA

Intervista agli Almamegretta

Intervista e pagina a cura di Salvatore Pirino 13 / 11 / 2001 

"Imaginaria" si distingue dai precedenti album per una maggiore immediatezza delle basi sonore, più dirette, più danzabili... come mai?

E' un album molto istintivo, forse la sua immediatezza insieme alla nostra propensione per il ritmo hanno fatto sì che tutto fosse così "dance", anche se si tratta di una "dance" sui generis.

Direi comunque che rappresenta un pò una summa degli altri quattro dischi... sei d'accordo? E in tal caso, lo vedi più come un punto di arrivo o un nuovo punto di partenza?

Sono abbastanza d'accordo che sia una specie di summa... sicuramente si apre un nuovo ciclo per gli Alma, ancora tutto da definire ma di cui sentiamo profondamente l'esigenza per sfuggire alla trappola della ripetitività e dell'autoindulgenza; diciamo che in questo scenario "Imaginaria" è un trampolino...


Il pezzo dell'album che più mi ha colpito per quanto stacca da tutto ciò che avete fatto in precedenza è "Crazy Days & Crazy Nights": battuta e suoni trancey house, melodie e cantato che potrebbero ricordare certe cose dei Genesis più pop... o sono andato troppo oltre con la fantasia? Direi comunque che avrebbe le carte in regola per diventare una hit internazionale...

Non sei il primo che ci dice una cosa del genere, addirittura mi dicono che la mia voce in inglese somiglia a quella di Peter Gabriel (Mauro Pagani, giudizio autorevole, quindi): tutto ciò ci lusinga, il tentativo era proprio quello di costruire una song a cavallo tra "dance" e "'70"... riguardo al fatto che possa diventare una hit internazionale, dovremmo aprire un discorso troppo lungo sulla discografia italiana e non credo sia questa la sede appropriata.

Napoli è senza dubbio una delle città d'Italia più all'avanguardia per quanto riguarda la musica dance di spessore; dj's e producers come Claudio Coccoluto, Gaetek, Marco Carola sono famosi nel mondo... lo si può spiegare col solito stereotipo del napoletano nato col ritmo nel sangue?

Nessuno di questi artisti mostra o fa vanto della sua mediterraneità, anche se sono sicuro che sono contenti di essere nati e cresciuti al sud: piuttosto che generare "ritmo nel sangue", Napoli dimostra di essere una metropoli che riguardo a modernità non ha niente da invidiare a nessuno, il fatto che Gaetek o Marco sono ormai uno "statement" della scena techno internazionale lo rende evidente più che mai.

Caratteristica che contraddistingue la musica degli Almamegretta è, da sempre, la fusione dei ritmi moderni internazionali con la melodia tradizionale napoletana... chi citeresti fra le vostre fonti d'ispirazione in quest'ultimo ambito?

Sergio Bruni, i canti tradizionali della campagna, Giulietta Sacco e, last but not least, il grande Mario Merola. 

Nell'ultimo tour sembrate aver raggiunto la perfezione dal punto di vista ritmico e tecnologico... come siete riusciti a trasportare sul palco la tecnologia e suonarla dal vivo e in maniera ancora più potente che su disco? Sai bene che molti, per fare un esempio banale i Chemical Brothers, usano le basi programmate nei loro computer senza apportarvi grosse varianti... è un pò come sentire il disco...

D.RaD dovrebbe rispondere a questa domanda, io credo di non essere del tutto in grado... comunque noi usiamo delle sequenze preregistrate e controllate da ProTools che vengono continuamente manipolate e variate sera per sera da D.RaD, con molta interazione tra uomo e macchina. E' qualcosa di molto diverso da un semplice playback di materiale. Per saperne di più vi consiglio di leggere l'intervista che il magazine "Strumenti Musicali" ha fatto a Stefano sul numero di ottobre, è veramente esaustiva dell'argomento. 

Buona parte di ciò è dovuto al lavoro di D.RaD che sul palco "dubba" strumenti e voce, spara campioni e loops: puoi spiegare al nostro pubblico il suo operato e quali apparecchiature usa?

Oltre a ProTools, con il quale controlla le sequenze, "effetta" tutti noi con ogni tipo di "device", delay, distorsore, flanger; inoltre campiona in tempo reale delle parti e le rimanda "effettate" in sala, usa vari trigger, ha un suo microfono collegato ad un vocoder con il quale sottolinea alcune frasi delle canzoni. Per saperne di più vi rimando alla sopracitata intervista.

Avete collaborato con varie eminenze grigie del mondo dell'elettronica e della dance: cito a braccio Bill Laswell, i Massive Attack, Adrian Sherwood, i Leftfield, Eraldo Bernocchi ma sicuramente sto dimenticando qualcuno... quanto queste esperienze hanno influito sull'evoluzione della vostra musica?

Tutte le esperienze che abbiamo fatto influenzano la nostra creatività, e collaborare con questi musicisti è stato importante... anche se ci sembrava, lavorando con loro, di giocare in casa, visto che la band è nata proprio dagli ascolti, a casa di Gennaro T, degli album di Dub Syndicate e Material...

Forse avrai notato che il nostro sito è piuttosto drum'n'bass oriented... anche se non mi viene in mente un vostro pezzo che si possa canonicamente definire d'n'b, avete avuto esperienze anche in questo campo: ricordo con piacere due remix di "Gramigna" ad opera di Jonny L e la tua collaborazione con i Royalize prodotti dal grande Digital, "Doje Pound". Cosa pensi del fatto che sia considerato da molti, soprattutto dalla stampa italiana, un genere ormai morto e sepolto? Eppure è in continua evoluzione ed escono spesso delle produzioni sorprendenti, negli UK ha una foltissima schiera di irriducibili e in molte altre parti del mondo, in primis Stati Uniti e Canada, vanta sempre maggior seguito...

La D&B è un genere molto underground che esiste da prima che l'hype se ne accorgesse e continua ad esistere dopo essere stato sfruttato all'osso dai media internazionali; della stampa italiana è meglio non parlare, visto che si è accorta del fenomeno solo nel 2000; i nostri mix di "Gramigna" riletta da Jonny L nel '98 erano puro ostrogoto in Italia, sebbene lo stesso Jonny li suonasse in tutto il mondo. Che dire, mica ci si può basare sui giudizi della stampa per decretare la nascita o la morte di un genere... 

E infine, per farmi odiare, una domanda che penso ti rivolgano in molti: gli Almamegretta son nati nel periodo delle posse italiane, anche se si distinguevano nettamente dalla massa per molteplici aspetti, non ultimi quello della melodia e della ricerca sonora... cosa è rimasto di quel periodo?

Del periodo è rimasto poco o niente. Come le occupazioni del liceo che fai a sedici anni, ti servono molto dal punto di vista dell'esperienza personale, ma non lasciano traccia nella società. I chiacchieroni sono fortunatamente scomparsi, chi ha saputo evolversi è rimasto.

E' in: http://www.thevibes.net/interviews/almamegretta.htm



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