Non
troverete la tournèe dei Marathon trascritta sui giornali
nazionali. Il tutto funziona così: entrate nella mail
list di Davide Somovigo (<mailto:[email protected]>
), il cantante, e, la prossima volta che trovano un locale per
suonare, ricevete un invito personale per poterli andare a
vedere. Qualche volta c'è persino qualche volantino
formato A4 appiccicato in zone clou tra Mestre e Treviso,
manifestino con una forte impronta Marillion. Si, perché
oggi vi sto raccontando le epiche gesta di un gruppetto di amici
che suonano per divertirsi e divertirci. Una cover band? Di
più e di meno... Fosse una cover band dei Marillion (nel
vero senso della parola), probabilmente avrei già dovuto
commentare gli Icon (<www.iconweb.it>
), cosa che prometto a Steve Sangermano (l'Hogart italiano) di
fare quanto prima. Fosse una cover band dei Genesis (mi dispiace,
non riuscirò a scrivervi nulla sui Musical Box... non
riesco ad andarli a vedere) avrei dovuto sicuramente iniziare con
i Suppers Ready (a proposito, ancora un paio di concerti e poi
chiudono: affrettatevi!). In realtà sono una band di
interpreti di musica rock, con prevalenza progressive, con
prevalenza Marillion. Ma quante volte vi trovate qualcuno che
suona anche Rush, Kansas, Asia, ecc? Così, una
settimana fa, ricevo una e-mail (scrivete pure a
<mailto:[email protected]>
, se volete farmi sentire qualcosa di carino e se vi piacciono le
mie recensioni) del tipo: "sei invitato al centro
commerciale Polo di Zelarino alle 10 di sera", ed io ci vado
con la mia tribù. I ragazzi iniziano mezz'oretta dopo,
picchiando allegramente su un'intro dei Jethro (Protect and
survive) che scivola su Dreamline (Rush). E qui subito forza e
debolezza del gruppo: capacità di mescolare pezzi/gruppi
diversi, impossibilità di adeguare voce/strumentazione (ma
chi potrebbe?) a tutto il mondo rock. Così assistiamo a
momenti meno lucidi (il buon batterista si perde un po'
all'inizio, Davide non riesce a chiudere Cover my eyes, ad
esempio) ed ad altri di grande suggestione (la suite
Kayleigh/Lavender, My sharona con una chitarra notevolissima e
l'originale coro a cappella - from Tokyo Tapes - che inizia
Heat of the moment, principio del medley Heat/- parte strumentale
di - Song for America - dei Kansas -/Video killed the radio
stars). I know what I like viene assieme a In that quiet
heart, e Davide cerca di faci cantare, alla fine (mio cugino:
nooo, farci fare il coretto alla fine di I know... terribile!)
come cerca (Di Cioccio docet) di farlo con È festa, giunta
da un forte assolo del batterista "Ciani", assolo che
aveva prolungato Carry on wayward son, assolo che continua, come
un motore, per tutto il pezzo della PFM (coprendo forse un po'
troppo le tastiere). È una festa del rock, insomma. Una
festa che non ha la pretesa di riportarci sul palco, nota per
nota, gruppi defunti e non. È una festa che ravvicina
persone (con la stessa passione, il rock) che forse non si sono
mai viste né conosciute, che non avevano mai suonato
assieme, ma che nella serata gioiosa dei Marathon si ritrovano
fianco a fianco tra le loro dita, nelle loro mani, nella loro
voce. Ed altre persone amanti del rock sotto la ribalta, alle tre
di notte, a ballare. Venite a divertirvi con loro!
Andrea
Barbazza, <http://www.ilportoritrovato.net/html/musica137.html>
|