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A cura di Emanuele Mignone
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Il vecchio ubriaco non smetteva di parlare. Da mezzora inutilmente cercavo scampo nel bicchiere.
Era il 1923 o forse il 1932 ora non ricordo
Non gli importava molto che guardassi altrove. Doveva esserci abituato ad interlocutori poco attenti. Anzi, era probabile che io rappresentassi un lusso per lui, visto che non lo avevo ancora mandato al diavolo. Ma nonostante i miei sforzi, alla fine la sua voce roca e piatta mi riportava a quella faccia venata di rosso e di giallo, a quella piccola bocca storta di vecchio ubriaco e alle parole che ne uscivano
E poi non le dico i dolori dappertutto ma soprattutto alle gambe dolori da andare a terra certe mattine le ginocchia mi
Pensavo con una certa angoscia alleventualità di finire come lui. Forse per questo non mi decidevo a mandarlo al diavolo.
E anche questo braccio mi ha sempre dato un sacco di fastidi questo braccio un giorno ti racconterò la storia ma poi la cosa peggiore è che sto diventando scemo scemo "progressivo" PRO-GRE-SSI-VOO!! Rendo lidea, Signore?
Perfettamente.
Eppure una volta ero in gamba io un mulo ero venivo in città con il treno e no! Forse venivo in bus Beh! Con il treno con il bus fa lo stesso lavoravo in una fabbrica di di Per Giove!! Lho fatto per anni e non mi ricordo neanche cosa
La bottiglia è pagata! Ma tu finiscila FINISCILA IN FRETTA!
Grazie Signore Grazie.
Uscii dal bar di Moe, respirando aria calda. "Finiscila". Mi riferivo alla vita, naturalmente. Una delle mie solite battute da cinico. Però lavevo detta con un tono caldo, molto umano. Quella sera dovevo difendere la mia felicità. Niente guai allorizzonte quella sera, niente seccatori, niente Ispettore Bollinger da due giorni.
Strana cosa la felicità. Se non ci sei abituato è solo una specie di agitazione. Avresti voglia di andare con la prima che vedi e di farlo con gioia come fosse un gioco, il più naturale dei giochi.
Sulla marciapiede stazionava lei. Un impermeabile chiaro sopra gli indumenti da "lavoro" che lasciavano spazio a parecchia immaginazione. Ma quella era pagamento, la felicità, intendo. E non lo avrebbe fatto per gioco. Eppure aveva capelli di seta e lineamenti ricamati. Il volto affilato, due occhi che sapevano. Il tipo dellartista o della maestrina progressista. Che diavolo ci faceva sul marciapiede?
Trenta dollari.
La voce no. La voce si sforzava di essere giusta. Uscì come carta vetrata dalla bocca ricamata.
Allora? Ti decidi o no?
"Mi dispiace dolcezza, ma non è il mio genere", stavo per dire. Ma la mia testa a volte si muove da sola e fece sì. Non so perché
Per cinquanta metri la seguii in silenzio come un cagnolino. Fissavo i suoi tacchi picchiare acuti sullasfalto. Fino a un posto con un nome di poca fantasia, Christal Hotel.
Ci ritrovammo davanti ad una specie di gufo ricoperto di brillantina. Lo immaginavo di giorno addormentato su una trave.
323 conosci la strada.
Sì, la conosceva bene. Saliva due scalini alla volta. Le sue gambe sparivano e riapparivano in un gioco nebbioso dove le ombre avevano la meglio sullincerta luce di una lampadina. Una sola per tutta la scala.
Arrivammo in un cubo di luce verde, quasi interamente occupato da un letto.
Beh che aspetti?
Il letto cigolò, aprii con fatica la finestra e quando mi voltai lei era lì, distesa in una posa che voleva essere invitante, ma con poca fantasia.
- Guarda che anche se non hai più voglia, i trenta dollari me li dai lo stesso.
Misi i soldi sul letto e mi avvicinai alla porta.
Niente di personale scusa il disturbo, bambina.
Aspetta un attimo! Mi va di lavorare se mi pagano, mi va di essere buona stasera, mi va di essere chiamata Vanessa e non bambina e soprattutto mi vai tu, bambino
Probabilmente era davvero una maestra. Sapeva come prendere i bambini difficili come il sottoscritto. Dannazione se lo sapeva!
Oh. Achab era tanto che io
Sapeva di un sacco di cose Vanessa. Un gentleman non può essere più preciso. Ricordo solo che per trenta secondi provai un brivido di vero amore per lei. Per trenta secondi mi sentii amato.
Trenta minuti damore. Uno per dollaro. Ma a questo pensai dopo.
Mentre mi stavo rivestendo vide la pistola.
A che ti serve quella?
Ci sparo alle zanzare nelle notti appiccicose destate.
Sai usarla bene?
Abbastanza perché?
Ecco io forse avrei bisogno di uno che insomma vorrei chiederti se tu potessi
Conosco bene sorella paura. Fa sempre un certo disegno sulla faccia della gente. Negli occhi di Vanessa cera quel disegno.
Allora?
Niente, Achab niente come non detto
Insistere non è educazione, ma cera un sistema per saperne di più: non perderla di vista.
Tornai al bar di Moe e lubriaco era sempre lì.
Ora mi ricordo: carne in scatola producevamo carne in scatola
Forse mi aveva aspettato, quel vecchio, e continuava a parlare. Ma io non lo ascoltavo. Guardavo fuori, verso langolo di Vanessa. E neanche circa mezzora dopo, eccoli lì: alti, duri, capelli corti. Voci storte. Non erano di sicuro Bambini di Dio. Ecco di cosa aveva paura.
Uscii in fretta dal locale e riuscii a sentire una parte del dialogo.
Sì, li ho portati mancano solo cinquanta dollari
Bah, più o meno il prezzo di uno dei tuoi servizi. Stà tranquilla! Troveremo il modo di aggiustarci! Ah! Ah! Ah! Forza, signora, sali!
Trenta minuti damore, uno per dollaro. Ma in fondo per me era più che sufficiente. Salii in auto e li seguii. E non fu difficile. Arrivammo ai giardini di Irvin Square. Cera un tipo dannatamente lungo ad attenderli. Vanessa gli dette una busta. Riconobbi subito lallampanata sagoma di Frank Pugliese, detto "LElegante". Frankie aveva sempre avuto due hobby. Gestire bische e recitare la parte di uomo donore.
- Bene! Sei stata di parola: il debito ora è saldato portate lometto.
Lometto scese dalla macchina massaggiandosi i polsi. Poteva avere trenta come cinquantanni.
Vanessa si volse verso di lui di scatto.
Lenny!
Pugliese sorrise di sbieco
Spero che tu abbia imparato la lezione, pidocchio! Ma visto che quelli come te hanno la memoria corta, sarà meglio lasciare un piccolo souvenir sulloggetto più prezioso che possiedi. Procedi, Jess! Avrà molto meno clienti con un bel ricamo sulla faccia. Forse non ti renderà più un accidenti, pappone! E così ti ricorderai che i bambini non possono giocare con i grandi
Nessuna reazione da parte di Lenny. Ma non era sangue freddo, nè coraggio, nè cinismo. Era assoluta mancanza di vita, totale apatia.
Allora, pappone, non proteggi la tua donna?
Accesi una sigaretta e parlai, uscendo dal buio.
Lascia perdere la chirurgia, Frankie. La signora è con me.
Achab, brutto figlio di
Dai, Elegante, non sta bene dire parolacce. Un uomo della tua classe!
I due scagnozzi si avvicinarono minacciosi con i coltelli in mano.
Buoni, ragazzi. Achab è un uomo di rispetto.
Tu un po meno, a quel che vedo. Una volta non ti abbassavi a spaventare le donne ed i pidocchi per sentirti un uomo. Si vede che stai invecchiando.
Si avvicinò a me e ci guardammo ad occhi stretti per dieci secondi, poi un sorriso lieve gli increspò le labbra. Centro pieno a toccare quel tasto. Frankie aveva lhobby dellonore.
Lasciate a criatura!
Si avvicinò a Vanessa e le preso il mento tra le mani.
E in peccato però, per una con la tua classe sprecarsi su un marciapiede con un pidocchio. Nelle mie sale da gioco faresti una gran figura ed io non ti costringerei a venderti
Si rivolse verso di me.
Farsi mantenere dalle donne non è roba per me. Non è da uomini! Giusto, Achab?
Sacrosanto.
Allora pensaci, bella Salutiamo, Achab.
Salutiamo, Elegante a proposito, devi buttare quel vestito. Ti cade come un pezzo di cartone.
Forse stavo esagerando. Ma che sarebbe la vita senza un po davventura? Frankie questa volta non sorrise.
Achab tu ed il tuo maledetto archivio un giorno o laltro chiuderemo il conto
Riesco male nei calcoli fammi una telefonata quel giorno. Porterò il pallottoliere.
Lauto se ne andò con un urlo rabbioso come una scarica di mitra. Vanessa e Lenny erano più immobili degli alberi. Quando la notte inghiottì definitivamente il rombo del motore, Lenny mi tossicchiò qualche parola di ringraziamento, senza preoccuparsi molto di sapere chi fossi.
La sua andatura era priva di scosse, piatta come lencefalogramma di un un cadavere. I suoi occhi bianchi non avevano domande da fare.
Lenny, sono stanca di tutto questo Lenny ti prego
Anchio sono stanco, ma non abbiamo altra scelta.
Non potevo prenderlo a pugni. Non cera nulla di arrogante in lui, nulla da abbattere.
Senti un po, amico, tu non puoi costringerla a
Mi voltò le spalle e si allontanò.
Non è come appare, Achab Vanessa lo sa. Ci vediamo tra un paio dore, Vanessa. Compra le sigarette ed un giornale sportivo, se ti ricordi. Addio, Achab
Scomparve lentamente. Le sue scarpe non facevano nessun rumore sulla ghiaia dei giardini. Non la teneva con la forza, qualcosaltro li univa. Una foglia passò volteggiando vicino a Vanessa accarezzandogli i capelli. Lei la fissò mentre si posava per terra. La mia voce uscì stupida.
Vanessa, se tu non vuoi
Non dire altro, Achab
Ci abbracciammo. Ancora qualche secondo damore. Ma questa volta senza brivido. Posò appena le sue labbra sulle mie. Era un saluto.
Addio Achab lui ha bisogno di me ed è mio dovere
Ma che diavolo stai dicendo?
Lenny è mio marito. Siamo sposati da sei anni Ci amavamo allora Lenny stava per sfondare come pugile dicevano che era un campione ma pochi giorni prima del match decisivo una sera non rientrò a casa, si ubriacò e la mattina dopo non riusciva più a muovere le braccia. Da un momento allaltro e senza nessuna ragione precisa gli si erano paralizzate. I medici non ci capivano niente Le provarono tutte alla fine tentarono con lipnosi. Lenny fu ricoverato in clinica psichiatrica. In poche sedute le braccia si sbloccarono era una paralisi di tipo isterico, così dissero. Comunque non lo dimisero, volevano approfondire la diagnosi. Ma Lenny scappò dalla clinica e si precipitò a casa era furioso tentò di strangolarmi. Per fortuna riuscii ad afferrare il posacenere e a tramortirlo...
Perché se la prese con te?
Subito non lo capii neanchio ma unora dopo, fu il medico che laveva curato con lipnosi a spiegarmi La sera prima che lo colpisse la paralisi isterica, Lenny mi aveva scoperto a letto con un altro, ci aveva sbirciato di nascosto...sì, un altro un attimo di debolezza, quelluomo mi aveva fatto bere Lenny scappò, si ubriaco e cancellò completamente il ricordo della scena che aveva visto. La mattina dopo, infatti, non ricordava più nulla, ma le braccia erano paralizzate. Fu proprio lipnosi a riportare alla luce quella scena e automaticamente le braccia si sbloccarono. Era stata la psiche di Lenny a provocare la paralisi Dopo volle vendicarsi ma non mi avrebbe mai ucciso lui mi amava e amava anche suo padre. Perché luomo con cui ero a letto era suo padre.
Ma
Lunica cosa che puoi fare per me è portarmi su quel marciapiede. La notte non è ancora finita, e Lenny ha bisogno di soldi. Di molti soldi. Costa la passione del gioco Costa riempirsi di alcool e di droga costa trascinarsi come un fantasma in questa jungla così Lenny vive da allora non ha altro a cui aggrapparsi, non può averlo e io glielo devo
Era inutile pensare. Era inutile parlare, giudicare, consolare. Anche il mio silenzio era inutile mentre la riaccompagnai.
Sai, Achab, la cosa più assurda è che in questi anni io e Lenny abbiamo rischiato un sacco di volte di fare una brutta fine anche stasera, ma poi lirreparabile non succede. In qualche modo la vita continua, diventa qualcosa che ti consuma a fuoco lento anche il dolore diventa abitudine.
Scese dallauto e andò a sistemarsi al solito angolo. Tutto come prima, tutto al suo posto. Come Ieri, come domani.
Rientrai nel bar di Moe. Il nonno era sempre lì, ma non parlava più. Avrei voluto che lo facesse. Tutto quel silenzio mi infastidiva. Invece si alzò di scatto e guadagnò luscita con una velocità insospettabile.
Ehi, Moe, che è quel tipo?
Boh! Solo un vecchio scemo, credo un puritano andato di testa forse dice che vuole ammazzare una di quelle là fuori Viene qui un paio di volte al mese, si ubriaca e comincia a borbottare che vuol far fuori la bionda che batte allangolo che prima o poi lo farà, ma non è pericoloso un puritano mezzo matto fa un po pena
Una sirena antiaerea comiciò ad urlare nel mio cervello e mi precipitai fuori dal bar. Vidi luomo fermo davanti a Vanessa e mi avvicinai piano per sentire i loro discorsi.
Dovè Lenny?
Non lo so. Mi dispiace che tu non riesca mai a vederlo quando passi.
Io
Sì, lo so vuoi uccidermi
Lo farò un giorno o laltro lo farò stasera non me la sento, ma lo farò. Non dovevamo fare una cosa simile a mio figlio Lenny. La colpa è stata tua eri troppo bella non dovevamo
E passato tanto tempo. Tuo figlio ci ha perdonati.
Sì, lo so, è un bravo figlio, Lenny, il mio unico figlio ma diglielo quando lo vedi diglielo che un giorno lo farò.
Va bene glielo dirò A presto.
Lei rimase lì, sullangolo, lui si allontanò barcollando rasente i muri.
Tutto come prima. Ancora tutto a posto. Anche Vanessa. Allorizzonte le prime luci promettevano un nuovo, inutile, immobile, disperato giorno. Come ieri, come domani.
(1982)