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CAVATORE
C.R.
L'ÀNCORA – 21/07/2002

A Cavatore retrospettiva con le incisioni di Donna

Uno tra i più importanti avvenimenti artistici, a livello non solamente dell'Acquese, del 2002, è certamente rappresentato dalla mostra retrospettiva “Luna di pietra”, in programma a Cavatore, da sabato 20 luglio a domenica 25 agosto. Un viaggio nel mondo fantastico di Armando Donna, con esposizione di incisioni e litografie dal 1942 al 1994.

La rassegna, ambientata a “Casa Felicita” è frutto della capacità organizzativa dell'Associazione culturale “Torre di Cavau”, in collaborazione con il Comune di Cavatore. Utile anche ricordare che il promotore massimo dell'iniziativa è Adriano Benzi, manager ed industriale, oltre che appassionato ed esperto d'arte.

“La mostra “Luna di pietra” vuole essere l'inizio di un percorso di iniziative artistiche da realizzare con l'Associazione culturale “Torre di Cavau”, ed ho pensato di intraprendere questo percorso con una “prima pietra” dedicata ad Armando Donna, un'artista di straordinaria capacità, conosciuto in tutto il mondo della grafica per la bellezza dei suoi lavori e per la grande manualità nell'uso dei mezzi grafici, uniti all'equilibrio e all'essenzialità, presenti in ogni sua opera”., ha sottolineato Benzi.

Quest'ultimo ha anche ricordato la “padronanza di Donna di esprimersi con tutte le inflessioni tonali del bulino, con le magiche alchimie dell'acquatinta, con la stampa policroma, con i segreti della litografia”. Sempre Adriano Benzi, parlando delle opere dell'artista vercellese, ha parlato di figure ed espressioni che “sono sì fantastiche, ma anche molto reali ed attuali nei nostri piccoli paesi”.

Armando Donna, pittore e incisore, nasce a Vercelli nel 1913 e muore nel 1994. Autodidatta, assistito dal pittore Enzo Gazzone, studia le incisioni di Mantegna, di Marcantonio, di Dürer, di Rembrandt e dei maggiori artisti italiani e stranieri contemporanei. Ha lavorato per la Casa degli argentieri di Vercelli, incidendo piatti e oggetti vari d'argento e imparando la tecnica del bulino.

Nel 1947 Donna inizia ad insegnare disegno e tecniche incisorie all'Istituto Belle Arti di Vercelli, dove resterà quarantatré anni.

Donna è stato invitato alle più importanti mostre nazionali ed internazionali quali Biennale di Lugano, Biennale di Milano a Brera, Biennale dell'incisione del Rotary Club Acqui-Ovada, a Bruxelles, Liegi, Istambul, Tel-Aviv, Atene, Lisbona, Messico, San Paolo, Lubiana, Varsavia, Tokio, Vienna, Bombay, Il Cairo.

Secondo quanto affermato dal critico d'arte Paolo Bellini nel catalogo dell'opera dell'artista vercellese, “senza dubbio nel panorama dell'arte italiana (ed anche europea) degli anni Quaranta/Sessanta, Donna è stato un caso un po' a parte. Si mescolano nelle sue visioni reminiscenze, ma non si saprebbe dire quanto consapevoli, di artisti come Feininger o Klee, e certo suggestioni del cubismo. Anche la sua partecipazione al linguaggio di matrice fantastica è del tutto personale e mai si ritrovano nelle sue opere quelle visioni cristallizzate, di una realtà fittizia sospesa nel limbo dell'improbabile, che caratterizza una certa parte della produzione surrealista”.

Parlando di Donna, Gottfried Benn dice, tra l'altro, “La sua era un'arte che usava la lingua antica dell'incisione (una lingua che la nostra fretta di vivere vorrebbe condannata a sparire: il che non avverrà) per esprimere inquietitudini e consolazioni del tempo presente”.

Tornando a Cavatore, è doveroso ripetere che anche un placido ed operoso paese dell'Acquese, con una indovinata occasione espositiva, invita a riflettere sulla profonda e sostanziale unità della cultura.

C.R. - L'ÀNCORA – 21/07/2002


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