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Il mio nemico è l'uomo che ha fatto incetta di cacao nel mondo |
Il mio nemico adesso ha un nome. So chi mi impedirà di rifornirmi della mia droga preferita, chi renderà quasi inaccessibile, per me e per milioni di addictis in tutto il mondo, quella polvere scura che tanto ci consola, ci appaga, ci fa sdilinquire. Si chiama Anthony Ward. Il Financial Times lo ha descritto come un vero gentiluomo inglese. Che ha frequentato college esclusivi, fuma sigari di qualità, beve ottimo porto e somiglia vagamente a Winston Churchill.
Menzogne: è un aguzzino, un uomo senza cuore. Per colpa sua, d'ora in avanti potrò spararmi solo col contagocce le mie dosi di mousse al pane, sui libri e sui giornali per rifornirmi dal mio pusher di profiteroles e Orso Lindt. Già, perché mister Ward nei mesi scorsi ha rastrellato nell'ombra il sette per cento della produzione mondiale di cacao.
Adesso è finalmente venuto allo scoperto: qualche giorno fa ha preso fisicamente possesso di quelle 150 mila tonnellate della preziosa polvere e le ha stipate in un immenso magazzino. Non contento, ne ha opzionate altre 50 mila, che gli saranno consegnate tra breve. Perché? Ma è chiaro: aspetta, il pescecane, che la scarsità di offerta faccia salire i prezzi per poi rivendere il suo cacao a 2mila sterline a tonnellata, guadagnando cifre che è perfino difficile immaginare se non nei termini dei fantastilioni di Paperon de' Paperoni. E noi? Fregati.
Costretti ad elemosinare per poterci permettere il lusso stratosferico di un bigné al cioccolato ogni tre mesi. L'unica nostra speranza è riposta nei produttori del Ghana e della Costa d'Avorio: se il loro prossimo raccolto sarà più che abbondante, allora vorrà dire che mister Ward dovrà rinunciare almeno a parte dei suoi megaprofitti e a noi sarà forse concessa una tavoletta al mese.
Dice: è l'economia, bellezza.
Dice: le ferre leggi del mercato. Scusate, ma ne dubito. Mica sta scritto sulle Tavole della Legge che le cose debbano andare avanti in questo modo. Mica era naturale che il mercato dovesse trasformarsi nel Mercato, con la emme maiuscola, adorato e venerato come un dio. Dice: ma a noi che ce ne frega di voi drogati di mousse al cioccolato? Giusto. Però provate a sostituire il cacao con, esempio, l'acqua.
L'esempio non è fatto a spiovere: altri mister Ward, ancora parzialmente sconosciuti, stanno già subdolamente accaparandosi le sorgenti, i laghi, i fiumi. Aspettano, nell'ombra, nelle sale riunioni di grandi multinazionali, che la desertificazione, gli sconvolgimenti climatici, l'incuria colpevole degli uomini, le speculazioni mafiose siciliane, ci riducano alla sete cronica. Aspettano silenziosi che l'acqua diventi il nuovo petrolio, l'oro bianco. Allora si presenteranno sul Mercato e ce la venderanno a caro prezzo.
Allora sarà troppo tardi. Chi non avrà denaro morirà di sete. Però loro diranno: questa è l'Economia, bellezza; sono le ferree leggi del Mercato. E noi? Fregati. Tutti. Drogati e non drogati di nutella. E allora non mi consolerà ripetere: Io ve l'avevo detto.
Bruno Arpaia IL SECOLO XIX 12/08/2002
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