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Non ho l'età |
ortuna che ormai non mi riguarda. La festa di San Valentino per me è cancellata. Non perché io non sia più innamorato, anzi. Ma è stato mio figlio di sei anni a rivelarmi come funzionano oggi le cose. L'altra sera, infatti, mi ha spiegato serio serio che a San Valentino i maschi devono regalare alle femmine dei cioccolatini, mentre alle femmine tocca omaggiare i loro innamorati con i telefonini. E così e basta, mio figlio ne è sicuro.
Purtroppo, proprio mentre mi fregavo le mani in attesa di ricevere un cellulare in cambio di qualche Bacio Perugina, l'amato frutto dei miei lombi mi ha dato la mazzata: secondo lui, la regola non vale per chi ha compiuto trentanove anni. Oltre quel limite, quelle colonne d'Ercole della giovinezza, San Valentino non va festeggiato, non esiste.
Cellulare e vecchiaia a parte, non che la cosa mi dispiaccia molto. Noi maschi, e soprattutto noi anziani di quarantasette anni, non abbiamo fantasia, o almeno non possediamo quella fantasia romantica a cui le femmine sembrano abbarbicate per tutta la vita. Perciò ogni volta è un problema dover vagabondare di negozio in negozio per trovare il regalo giusto, che possa far felice la donna che amiamo: né troppo kitsch, né troppo sdolcinato, però nemmeno troppo razionale e utile. In breve: càpita raramente, di azzeccarlo. Novanta su cento, ci ritroviamo davanti a facce piene di delusione e di rimprovero: Embé, e questo è tutto?.
Meglio, ma molto meglio, allora, cavarsela invocando la degenerazione consumistica di San Valentino. Chi aveva inventato questa festa, i morigerati vittoriani inglesi, non poteva immaginare che si sarebbe trasformata in una delle tante orge dello spreco a cui i nostri tempi ci hanno abituato ad assistere. Stretta fra Carnevale, la giornata della donna, la Pasqua, la festa della mamma e quella del papà, è diventata uno spingi-spingi nelle bigiotterie, una processione di teenager fra cartolerie e mercerie alla ricerca di cuori di pizzo e di cioccolata, di carta e di raso, che palpitano a comando dalle vetrine, di mutande, orsetti di pelouche, anelli e orecchini che possono far cadere le mura di Gerico della persona amata. E' una corsa contro il tempo in cui tutto fa brodo, pur di regalare.
E pensare che il santo da cui la festa prende il nome nel terzo secolo e mandato a morte dall'imperatore Claudio il Gotico. Raccontano che, rinchiuso nella sua cella, San Valentino utilizzò le ultime forze per scrivere un messaggio d'amore alla bella figlia del suo carceriere. Oggi il corrispettivo di quella lettera d'amore, di quella valentine, sarebbe un sms. Purtroppo, nemmeno quello io potrò più inviare alla mia compagna. Vi prego, fatelo voi per me. Io sono troppo anziano. Parola di mio figlio.
Bruno Arpaia IL SECOLO XIX 14/02/2004
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