|
BIBLIOTECA
| EDICOLA
|TEATRO
| CINEMA
| IL
MUSEO | Il
BAR DI MOE | LA
CASA DELLA MUSICA |
LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
| LA
STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | NOSTRI
LUOGHI | ARSENALE
| L'OSTERIA
| IL
PORTO DEI RAGAZZI | LA
GATTERIA |
Bruno Arpaia IL
SECOLO XIX |
||
Ricordo. Ricordo quando tutti i commentatori cantavano meraviglie della Silicon Valley e ci spingevano a seguirne il modello, quando spiegavano con dovizie di dati come fossero tutti felici di lavorarci quindici ore al giorno senza alcuna garanzia, in un delirio di inarrestabile corsa al successo tecnologico, seguendo paradossalmente la stessa parola d'ordine di Stalin ai kulaki: Arricchitevi!. Adesso, quegli stessi commentatori raccontano una crisi drammatica con epicentro proprio lì, nella Silicon Valley, con decine di migliaia di disoccupati e perfino di homeless.
Ricordo. Ricordo quando si celebravano i fasti della new economy, quando i titoli salivano alle stelle e aziendine da poche decine di miliardi di fatturato, spesso in perdita, venivano quotate migliaia di fantastilioni. Ricordo quando i profeti della new era ci raccontavano di un rialzo infinito, dell'inarrestabile slancio del mercato. Da allora non è passato nemmeno tanto tempo e oggi, di fronte alle Borse che vanno giù come un ciclista in discesa, verrebbe da gridare: L'avevamo detto.
Sarà la strafottenza di chi non ha nemmeno una lira o un euro investiti a Piazzaffari, sarà l'incoscienza di chi economia e finanza capisce un beneamato tubo, ma a me, confesso, del crollo delle azioni, dei miliardi bruciati in questi giorni importa poco. Non fosse per le vittime, per i piccoli risparmiatori o per i nuovi martiri della flessibilità che stanno pagando cari i loro sogni, sento che quei numeri preceduti dal segno meno hanno poco a che fare con le nostre vite.
Del resto, non l'ho mai creduto, nemmeno quando si confondevano i corsi (dei titoli) con le corse, quando nelle famiglie italiane, anche nelle più povere, si potevano sentire dialoghi del tipo: Allora, com'è andata Piazzaffari?. Più uno e sei per cento. E vai!. Come se quell'indice positivo ridesse dignità all'Italia in un'immaginaria gara contro il mondo, come se potesse servire a comprare più carne o ad andare più spesso al cinema. Checchè, avrebbero detto Gadda e il principe De Curtis. Perfino Alan Greenspan ha confessato di non capirci più nulla. Per forza: è che le Borse e i grandi capitali che vi transitano non hanno quasi più nulla a che vedere con l'economia reale. Basta guardare quello che fa Wall Street: scatta al rialzo, fa addirittura festa, quando vengono diffuse le cifre che annunciano un milione e 120mila posti di lavoro in meno dall'inizio dell'anno negli Stati Uniti.
Avevamo costruito statue e monumenti al Pil, che credevamo imperituri. Poi, in un batter d'occhio, li abbiamo distrutti e al loro posto abbiamo eretto improbabili mausolei a divinità dal nome da fumetto come Nasdaq o Numtel. Quanto dureranno? Poco, spero. Perché qualcosa non funziona in questo mondo di bolle speculative, di soldi virtuali che passano di mano in mano ancor prima di esistere, arricchendo i soliti happy few, tanto le conseguenze, prima o poi, le pagheranno gli altri.
L'economia privata, che domina e dirige la scena politica, ha scritto Viviane Forrester, si evolve in questa sfera virtuale, dove l'insieme delle popolazioni umane diventa sempre meno necessario ai suoi giochi speculativi. Ma adesso che anche qualche potente sta rimanendo invischiato nei tentacoli di questa finanza illusionistica, non varrebbe la pena di discutere seriamente della Tobin Tax, come sta facendo Jospin in Francia? Non sarebbe il caso di valutare l'opportunità di depositare, con quella tassa, almeno un granello di sabbia negli ingranaggi della speculazione mondiale? Magari, adesso, anche Tronchetti Provera potrebbe trovarsi d'accordo con i no global.
Bruno Arpaia IL SECOLO XIX 09/09/2001
|
MOTORI
DI RICERCA | UFFICIO
INFORMAZIONI | LA
POSTA | CHAT
| SMS
gratis | LINK
TO LINK!
|
LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing
List | Forum | Newsletter | Il
libro degli ospiti | ARCHIVIO
| LA
POESIA DEL FARO|