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Il
direttore Unicef Carol Bellamy: più impegno dagli Stati
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ROMA -Signora Carol Bellamy, a giudicare dai dati sull´infanzia raccolti dall´Unicef, che lei dirige dal 1995, si direbbe che la condizione dei bambini del pianeta sia nettamente migliorata negli ultimi anni fa. Come spiega questi progressi?
«È
vero, i bambini del mondo stanno meglio di prima, soprattutto dal
punta di vista sanitario e scolastico. Ciò è
sicuramente dovuto all´impegno preso nel 1990 dai capi di
governo che parteciparono al summit mondiale per l´infanzia. I
progressi vanno anche attribuiti all´azione di quegli Stati che
un anno prima, il 20 novembre 1989, ratificarono la Convenzione dei
diritti dell´infanzia».
Rimane
tuttavia molto da fare. Basta citare il fatto che quasi undici
milioni di bimbi muoiono ogni anno per malattie banali, contro le
quali esistono farmaci efficacissimi.
«È
vero. Ma se tutti i governi avessero investito sui bambini, come era
stato stabilito nel 1990, i progressi sarebbero stati molto più
importanti».
Che
cosa si aspetta dalla Sessione speciale sull´infanzia?
«Questi
lavori serviranno a vagliare i dieci anni appena trascorsi,
considerando i punti a favore, come la poliomielite, quasi del tutto
sradicata, e quelli ancora negativi, come il fatto che ancora troppi
bambini muoiono prima di aver compiuto il loro quinto anno di età.
Nel corso della sessione speciale cercheremo anche si stabilire come
portare a termine i progressi intrapresi».
Quali
sono le misure più urgenti da adottare?
«Credo
che non ci siano casi più importanti di altri da risolvere. È
però fondamentale che i leader dei vari governi, che le
imprese private, le comunità religiose, la stampa
internazionale, si impegnino sempre di più per cercare di
risolvere i problemi dell´infanzia. Ognuno, ovviamente, in base
alle proprie competenze».
Non
crede che l´infezione di Aids sia oggi la piaga principale da
combattere?
«Una
cosa è certa, in alcune regioni del mondo l´Hiv sta
rubando l´infanzia a molti bambini. La metà dei nuovi
casi di infezione nel mondo colpisce i più giovani, con una
maggioranza di ragazze rispetto ai ragazzi. L´Aids, per citare
solo una cifra, ha già provocato 13 milioni di orfani soltanto
in Africa. Credo dunque che la lotta contro questo flagello debba
essere una priorità nel nostro programma di sviluppo e di
aiuti».
(p.d.r.)
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