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A cura di Emanuele Mignone |
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L'elemosina
Un giorno o l'altro comprerò una piroga, la getterò nell'Hudson e salperò per le Bermuda. In fondo sono solo 984 miglia. Passerò il resto della mia vita in mutande pescando e guardando rosei tramonti. Al peggio metterò su una rivendita di banane. No? No. Non bisognerebbe mai leggere i depliant delle agenzie turistiche. Ti fanno sentire un po in galera. In fondo i rosei tramonti ci sono anche qui. Beh non proprio rosei. Diciamo rossi con qualche sfumatura viola. Viola.
Lo so, è detestabile fare l'elemosina. La carità è un sotterfugio, un inganno per chi la fa e per chi la riceve. E' una mano sudata che accarezza la coscienza. Ma non ho mai avuto mai abbastanza fiato per correre e fare la rivoluzione. Ammesso che serva a qualcosa. Quindi cerchiamo di essere pratici ogni tanto. E allungai una biglietto verde al tipo male in arnese, seduto su una panchina.
Beviteli alla mia salute, amico!
Grazie, Achab berrò il solito Rocky Bourbon con una punta di gin!
La sua voce salivale la riconoscerei attraverso sette pareti Genero Joseph Genero. Fui proprio io a pizzicarlo in un alberghetto di Chelsea. Aveva addosso i quattrini del colpo alla Lafayette Bank e la sua Harb 38 special fumava ancora. Ma quanto tempo è passato da allora?
Dieci anni Achab. Dieci lunghi anni.
Già Potevano essere trenta o peggio. Se accoppavi qualcuno. Per tua fortuna non sei mai stato un gran tiratore.
Acqua passata, Achab acqua passata non voglio pensare più a quello che ero. Un mese fa ho finito di pagare il mio debito ed ora voglio vivere tranquillo. Non ti serbo rancore. In fondo facevi il tuo mestiere.
I suoi occhi mi si inchiodarono addosso. Erano seri e smarriti come quelli di un cane. Sentivo un brivido di pena: avrei voluto dirgli qualcosa. Ma cosa? Per uno come me non è salutare darsi da fare con il sentimentalismo.
Addio, Joseph buona fortuna.
Non è questione di fortuna, Achab. Dopo dieci anni di galera la gente non ti vuole.
Passarono tre giorni. E non avevo comprato ancora la piroga. Forse, però, avevo fatto qualcosa di meglio.
Fammi un hamburger alla bismark.
Subito, Achab
Allora come ti trovi qui, Joseph?
Benissimo. Dopo dieci anni di galera. Avevi ragione tu. Il principale è un brav'uomo. Quasi quante te, Achab Grazie per
Ben cotto, l'hamburger, mi raccomando.
Ok, ho capito. Niente miele Comunque non mi dimenticherò di quello che hai fatto per me in questi tre giorni. "Se un uomo ha fame, non dargli da mangiare, ma insegnagli a pescare". E' quello che tu hai fatto con me.
Guarda che ho detto ben cotto, non metà carbone e metà crudo.
C'erano giorni in cui mangiavo con appetito. Erano rari a dir la verità. Beh, quelle era uno di quei giorni.
Era buono?
Fatto a regola d'arte. Ci vediamo domani, Joseph.
C'erano giorni in cui il sole di New York mi sembrava caldo e penso che non era così brutto saltellare per il mondo. Erano giorni rari. Beh, quelle era uno di quei giorni.
Passò una settimana. Il sole era sempre più caldo e gli hamburger di Joseph ben cotti. Per ora niente Bermuda. Ma come dice il salmo, "Breve è la felicità dell'uomo". Sono sicuro che quando Davide l'ha scritto era un lunedì. Un lunedì di pioggia.
Strano molto strano che una tizia con quella pelliccia fosse venuta a sfamarsi nel buco dove lavorava Joseph. E ancora più strano il modo con cui lui la guardò.
Ciao, Gloria!
Ma scusi lei !? Joseph! Non ti avevo riconosciuto
Anche se il suo stupore sembrava autentico, era venuta sapendo di trovarlo. Perché?
Ma cosa ci fai qui? Quand'è che sei uscito da
Poco più di un mese. Ma raccontami di te, Gloria
Mi sono sposata E' un avvocato, un uomo meraviglioso. Ora ho tutto quello che ho sempre desiderato.
Sono contento che ti sia sistemata. Molto contento
Fuori era grigio. Dentro, i neon del locale ronzavano la loro assurda luce. Li osservai nel riflesso sfuocato della vetrina. Lui sorrideva troppo e i suoi occhi erano diventati improvvisamente sottili. Lei sorrideva sempre meno, fino ad assumere un'aria decisamente annoiata e fatale. Sospiri e monosillabi. La vecchia tattica.
Sai, questo è un buon lavoro Ma appena posso metto su un locale tutto mio. Che ne dici?
Uhm! Bene
Già. La vecchia tattica. L'eterno gioco. Lei ti aggancia starnazzando e ridendo come una gallina. Tu ci cadi. Poi, la gallina diventa lepre e se la batte. E tu dietro.
Mi dispiace, Joseph, ora devo proprio andare.
Spero di rivederti, Gloria Ciao
Rimanemmo soli.
Scusa, Achab non ho fatto le presentazioni, ma rivederla così mi ha mandato nel pallone.
Chi era?
Nessuno Achab nessuno. Soltanto il motivo per cui sono stato in galera dieci anni. Però è buffo averla rivista per servirle un hot dog. A volte il destino
Già, il destino
Io ci credo al destino. Ma Gloria non era capitata lì per caso. Quando glielo dissi mi guardò pallido, le labbra leggermente socchiuse tremavano.
Che vuoi dire?
Voglio dire che ha saputo che sei uscito ed è venuta a cercarti. Forse puoi servirle a qualcosa.
Forse è venuta perché mi ama ancora
Stà attento Joseph Genero non saresti il primo che si fa fregare due volte dalla stessa donna.
Nella sua voce affiorò una certa durezza.
Non hai sentito, Achab? Ho detto che potrebbe essere venuta perché mi ama ancora!
Ti piace la mia giacca nuova? Sai chi me l'ha regalata? Babbo Natale!
In fondo che mi fregava se c'era ancora chi non distingueva la vita dalle fiabe? Quella stupida giornata stava morendo. John Wayne stava conducendomi alle praterie del sonno. Ah, il vecchio John Lui sì che era in gamba! Ma il telefono interruppe il viaggio.
Sono Joseph Volevo dirti che avevi ragione tu Gloria non è venuta per caso Ma avevo ragione anch'io, sai mi ama ancora. Siamo stati insieme tutta la sera. Ora si è addormentata
Auguri e figli maschi, Joseph!
Sperando che i tuoi figli siano un pochettino più furbi.
James O' Neill è un irlandese cattolico tutto d'un pezzo, con un cuore proporzionato al resto e gli occhi sempre lucidi. Non fece storie per assumere Joseph, ma ora aveva un'aria perplessa.
No, Achab, stamattina non si è visto Spero che non si ripeta, altrimenti
Hai ragione Vedrò di ritrovartelo.
Come allora Cominciò così anche allora, perdendo il lavoro al distributore di benzina
Non so perché, ma avevo un brutto presentimento. Era qualcosa che assomigliava al ticchettio di un orologio. E sentivo che Joseph stava per entrare in un ingranaggio mortale. Gloria Hunter, ex ballerina, ex ragazza squillo, sposata da tre anni con Bob Di Gioia il figlio di Nick. Nick Di Gioia, uno dei gangster più potenti del Queen's Uhm! Brutto affare. Bob Di Gioia non era un mostro. Era solo l'ombra di un marito, l'ombra di un figlio. L'ombra nasce dal sole e suo padre Nick era il sole. Le ore passavano misuratamente come il fumo delle sigarette che saliva pacifico dai nervi, usciva dalla bocca e si avvolgeva verso l'alto. Aspettavo qualcosa. Ma cosa?
La sera era arrivata col suo grugno oscuro e inquieto che rendeva tutto più irritante. Non sapevo cosa raccontare a James O'Neill che passava e ripassava la sua manona ruvida sul collo per massaggiare la perplessità.
Lascia perdere Achab, non è colpa tua se Joseph è un disgraziato. Mangia qualcosa.
Non ho fame.
All'improvviso comparve sulla soglia.
Mi scusi, Signor O'Neill Le assicuro che non si ripeterà.
Cosa accidenti hai combinato oggi?
Nulla, Achab, assolutamente nulla. Come la vuoi la bismark? Uno o due uova?
Non ho fatto altre domande. Intanto un giorno o l'altro avrei comprato una piroga e sarei salpatp per le Bermuda. Chissà se anche laggiù sarei riuscito a trovare il modo di fare il missionario.
Cattivo umore, Achab?
No, Joseph, pensavo alle missioni.
Niente profumo stasera, niente pelliccia, niente tattica. Nuda e cruda come mamma l'ha fatta. Una bambina spaventata, così bionda e spettinata ricordava Gretel che scappa dalla casa della strega.
Gloria!
Si misero a confabulare nell'angolo più buio del locale. Joseph era un tipo riservato, forse troppo riservato. Io pure, certe sere. Vidi solo che lei gli passò un mazzo di chiavi d'auto e lui si incamminò verso l'uscita.
Serve aiuto, Joseph?
No, Achab, grazie Hai già fatto molto per me.
Sentii un'auto che si metteva in moto e dopo qualche secondo una scarica di mitra.
C'era uno strano silenzio, fuori e dentro di me. In certi momenti non so più provare dolore. In fondo era stato lui, Joseph, a scegliere di morire per lei. Era stata fatta la sua volontà.
Ritornai dentro ma lei non c'era più.
Il mattino dopo lessi i giornali e capii tutto. Bob Di Gioia era morto investito da un'auto pirata. Qualcuno aveva preso il numero di targa e quel numero era finito nella mani del padre. E i "ragazzi" si erano subito messi in moto, alla ricerca dell'auto. E l'avevano trovata.
Era lei alla guida dell'auto quella sera. Era lei che aveva investito il marito. Un omicidio ben architettato.
Ma non da sola. Mesi dopo vidi la sua foto sui giornali insieme a Frank Di Gioia, il cognato. Un figlio che non era un' ombra, ma che un giorno sarebbe diventato, con la benedizione del vecchio Nick, un altro "sole"
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