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MUSICA

“Segno e simbolo di un dispendio amoroso”: la canzone secondo Ghezzi

“Fuori orario era un programma di puro amore e dispendio di sé per chi lo faceva. E Because the Night nella versione di Patti Smith mi entusiasmava, mi ossessionava. Era banale, e lo dissi che era banale, ma la scelsi subito”. Come un atto d'amore che lega tra loro tante passioni. Così Enrico Ghezzi, spiega la scelta di usare una delle canzoni più belle, più emblematiche, cantate da Patti Smith, per la sigla del suo programma. Una canzone assolutamente evocativa della passione e del desiderio per un programma notturno, dedito, più che dedicato, al cinema.

“Fuori Orario è nato il 2 novembre dell'89 - racconta Ghezzi - era un settimanale e serviva a coprire i buchi che si aprivano nella programmazione a causa di Samarcanda, che aveva tempi di durata sempre diversi. Inizialmente, l'idea era quella di cambiare la sigla ogni settimana, variare sia la musica che le immagini. E per cominciare, scelsi due cose che amo tantissimo: Because the Night e le immagini de L'Atalante di Jean Vigo”.

Ma perché proprio Because the night: cosa rappresentava quella canzone?

Era una canzone che avevo amato durante l'inizio di un amore. Mi accompagnava, mi ossessionava. Per me era segno e simbolo di un dispendio amoroso. Così, la prima puntata andò in onda con questa sigla. La seconda settimana avrei voluto cambiarla: avevo in mente delle immagini di Bergman e una musica di John Sahey. Poi, però, le immagini di Vigo e la canzone di Patti Smith si imposero per volontà loro e intensa passività nostra (dove per passività si intende l'essenza stessa della passione). Settimana per settimana, giorno per giorno, andarono a rappresentare, automaticamente, l'amore dell'immagine e l'immagine dell'amore. A volte, ho anche pensato di cambiare queste immagini, questa musica. Ma, ogni giorno, ogni notte si creava una nuova versione emozionale di questa stessa simbiosi. Come se, ogni volta, ci potesse essere una nuova passione di gioco.

È possibile dare un giudizio su questa canzone, oppure siamo in un altro ambito?

Giudizio non direi. Ciò che mi incuriosisce è che si va avanti e nota per nota si trovano nuovi punti di contatto tra immagine e suono. Una canzone è uno schermo attraversabile. So che amo quella canzone, con la voce e il corpo di Patti Smith che diventa voce. Amo quella canzone quel momento, quella versione. Per esempio, non amo la versione di Bruce Springsteen, che in generale non mi entusiasma.

C'è un film che assomiglia a Because the Night, che le viene in mente per associazione immediata?

Il primo a cui penso è La Maman et la putain di Jean Eustache. Ma questa canzone mi fa pensare a tanti film: a Mulholland Drive, ai film dei fratelli Lumiere. E ad Arca Russa, che è anche in tema, visto che oggi sono qui, a San Pietroburgo.

Forse, l'abbiamo detto fino ad adesso. Ma glielo chiedo lo stesso. Because the Night inizia dicendo che la notte appartiene agli amanti. E la sua trasmissione va in onda di notte. C'è un nesso tra notte, amore, cinema, e questa canzone?

È vero. Ne abbiamo parlato fino ad ora. L'unica cosa che posso aggiungere è che nulla appartiene agli amanti. Non hanno bisogno di avere nulla che appartenga loro, né di appartenere a nulla, perché sono tutto.

Intervista di Wanda Marra – L'UNITA' – 29/04/2003



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