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Grillo, un genovese su Cnn |
Beppe
Grillo chiuderà il 6, 7 e 8 aprile al Mazda Palace di Genova
il suo tour "Blackout": satira graffiante sullo spegnimento
delle facoltà mentali, sindrome della nostra società.
È
uno degli spettacoli più spinosi dell'artista genovese, anche
se la realtà, per una volta, è riuscita a riacciuffare
la fantasia. Grillo infatti, in pieno tour, è stato ascoltato
dalla Guardia di Finanza per aver anticipato, due anni fa in un altro
show, la "finanza allegra e creativa" della
Parmalat.
"Blackout"è torrentizio e inesorabile
come tutte le prove di Grillo, che non smette mai di prendere spunti
non solo dalla cronaca, ma specialmente dalla sue ricerche, fatte di
analisi e di informazione alternativa e controcorrente.
Grillo,
l'intelligenza si spegne?
Sì,
perché tolleriamo troppe "musse", troppe frottole,
troppe menzogne.
A
cosa fa riferimento?
All'inganno
contro le parole: ormai da noi le controriforme si chiamano riforme.
Come la riforma del lavoro: con le tecnologie dovremmo lavorare meno,
invece per colpa di gente che lo fa peggio dobbiamo lavorare di più.
È
così pessimista, Grillo?
Sono
convinto che noi abbiamo oltrepassato l'Argentina: se non siamo
ancora in strada con le pentole è perché ne abbiamo
troppo poche. Come italiani, abbiamo già fatto bancarotta.
E
lei, in questi giorni, dov'è?
A
un convengo sulle terre future: si parla di futuro. Gente che ne
parla vent'anni prima. Come quando io parlavo d'idrogeno, ma dieci
anni prima lo aveva già fatto gente come questa.
Un'atmosfera
che le piace?
Certo,
perché si parla di futuro, e non di storia o memoria. Che sono
argomenti per chi non ha idee moderne. Io invece voglio sapere cosa
dire ai miei figli, come sarà il mondo.
E
cosa racconta ai suoi figli, dopo?
Che
i giapponesi coltivano riso sui tetti dei grattacieli, che architetti
cinesi foderano i palazzi di rampicanti idroponici per mantenere le
temperature dentro i grattacieli e risparmiare energia.
La
invitano spesso?
Certo,
ormai mi chiamano anche i giornali stranieri. Da quando sono stato
interrogato sul caso Parmalat, per averlo preannunciato in uno show,
la mia credibilità è salita. La Cnn mi ha ripreso e ha
mandato in onda in tutto il mondo pezzettini del mio spettacolo.
E
perché si interessano a lei?
Perché
è grottesco che un comico denunci per primo certi scandali. È
il fallimento di un sistema: non è che io sapessi le cose
prima, è che io le dicevo prima.
Ma
lei pensa di essere un comico?
Sicuramente
non ho mai visto un comico fare quello che ho fatto io: portare in
scena una cella a idrogeno o un tagliaerba solare. Lei ha mai sentito
un comico parlare di spazzolini o formaggio, chiedersi cosa c'è
dietro un formaggino? Non credo: in giro ci sono colleghi bravissimi,
ma fanno satira politica o altre cose.
O
cercano d'imitarla, senza riuscirci.
Questo
posto me lo sono conquistato in trent'anni, ormai sono credibile: se
parlo di Berlusconi o di un bilancio della Fiat, la gente sa che io
mi sono informato. Ogni tanto chiamo un fiscalista come Victor Uckmar
o un ingegnere per vedere un impianto, insomma vado alle fonti e poi
c'è Internet, una delle delle più grandi invenzioni
dell'umanità, peccato che sia in mano ai ragionieri...
E
lei ha ancora voglia di sorridere?
Sì,
e per rilassarmi mi leggo l'ultimo libro di Joseph Stiglitz, premio
Nobel per l'economia. Si chiama "I Novanta ruggenti" e me
lo sono fatto tradurre perché cita un principio che io ho
sempre portato nei miei spettacoli: se un compratore non ha le stesse
regole del venditore, non esiste libero mercato.
Mi
può fare un esempio?
L'ospedale:
il malato grave lo dimettono dopo tre giorni perché altrimenti
l'ospedale ci rimette; quello normale lo tengono perché la
riabilitazione viene pagata giornalmente dalla Regione. Quindi i
malati vengono dimessi e i sani vengono trattenuti: questa è
la schizofrenia.
Lei
cambia il suo show giorno per giorno: a Genova cosa farà
vedere?
Una
lista delle società più indebitate d'Italia. L'ho fatta
vedere anche alla Guardia di Finanza, quando mi hanno interrogato sul
caso Parmalat. Mi guardavano con gli occhi sgranati: ma lei queste
cose dove le ha prese?.
E
cosa ha risposto, Grillo?
Come
faccio a sapere? Mi guardo un po' intorno... In quella lista ci sono
tutti, ma proprio tutti, dalle telecomunicazioni agli stilisti. Sì,
a Genova parlerò di bilanci, banche e paradisi fiscali. Di
politica e anche di Madrid. Da quando ho debuttato a Chiavari, mesi
fa, ne sono successe tante che aggiungere è stato il meno. È
l'intelligenza che mi preoccupa: si spegne....
Intervista
di Renato Tortarolo - IL SECOLO XIX - 03/04/2004
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