Stasera
grande arrivo a "Palco sul mare festival". A Chiavari
alle 22 si esibirà gratuitamente Samuele Bersani, in
Liguria nel mezzo del suo tour "Caramella smog".
Come
sono le vacanze di un cantante?
Non
sono vacanze. Io negli ultimi due anni ho lavorato e basta. Ora
mi sono preso due giorni per staccare da tutto, per scappare
dalla realtà. D'estate siamo come i bagnini, non possiamo
non lavorare. Io, poi, faccio poca tv, per scelta, e quindi devo
entrare in contatto con la gente, in qualche modo.
Qual
è il suo luogo del cuore?
Sono
stato a Stromboli per dieci anni di fila. Pur essendo nato sul
mare, a Cattolica, non posso fare lì le vacanze perché
c'è un carnaio. Se sei un personaggio famoso, fare le
vacanze nel posto dove sei nato è andarsela a cercare. Sei
un simbolo, un po' come la fontana.
Riesce
a vedere le città in cui tiene un concerto?
No.
Arrivi nel pomeriggio, un'ora prima del sound check. Se tutto va
bene, dopo ti puoi permettere una passeggiata in centro. Io sono
pignolo, se non ci sono problemi me li creo. Per di più,
oggi sono a Chiavari, domani a Firenze, l'8 a Latina. I calendari
non vengono fatti sulla base dei chilometri.
Che
libro ha in valigia ora?
In
questo momento nessuno, questi due giorni sono stati di assoluto
relax. Di solito leggo molto, anche se non sono un "coltone".
Ultimamente però ho gradito "La prima sorsata di
birra", di Philippe Delerm, che si legge in poco tempo.
Di certo non mi interessa la biografia di Bill Clinton, piuttosto
"Censure", con tutte le notizie che non ci hanno
dato dal '92 a oggi.
Com'è
il rapporto col pubblico ligure?
Ho
sempre ottimi risultati. I liguri sono sempre poco parchi, verso
di me, nell'esprimere i loro sentimenti. Mi ricordo che a Genova,
nel 1994, con Ivano Fossati tra il pubblico, ho avuto una svolta:
ho rilanciato alla platea un pelouche, per dire "basta con
queste cose!". Improvvisamente sono diventato più
diretto.
Tornando
al passato, quali sono stati i suoi inizi?
La
band l'ho avuta anch'io, come tutti, ma tardi, verso i 16 anni, e
non facevo testi. Suono da sempre, mio padre è musicista.
A 19 anni ho cominciato a scrivere qualcosa che mi sembrava degno
di essere ascoltato, finché qualcuno ha creduto in me.
Guardando
al futuro immediato, invece, che progetti ha?
Ho
una collaborazione con Sergio Cammariere, ma non voglio svelare
altro.
Anche
all'inizio ha collaborato con grandi cantautori, come Fiorella
Mannoia o Lucio Dalla, col quale ha scritto "Canzone".
Cosa si prova, così giovani, a lavorare con persone del
loro calibro?
Forse
non lo capivo nemmeno. Da giovani si è molto più
presuntuosi. Con Dalla è andata bene, ha ascoltato "Il
mostro" e la sera stessa l'ho cantata sul palco. I miti,
però, è meglio non conoscerli. Non finirò
mai di ringraziarlo, ma quando era il mio discografico ho dovuto
ingoiare tanti rospi, credi che un testo vada bene e invece te lo
cambiano.
Cosa
pensa delle parodie tratte dalle sue canzoni?
Sono
divertenti quando non scadono solo nella volgarità. È
un gioco da bambini, non a 33 anni. Amo Elio, fa la parodia di se
stesso.
Parlando
del suo ultimo album, perché il titolo "Caramella
smog"?
Era
una caramella balsamica, venduta nelle tabaccherie negli anni
Sessanta per mangiarla dopo la sigaretta. Nessuno però la
conosceva. Questa storia rispecchia le canzoni del mio ultimo
album.
Che
riflettono sulle contraddizioni della nostra società. Qual
è la più feroce?
Che
Taormina difenda Saddam e poi dichiari di salvare sempre la vita
alle api che cadono nella sua piscina; mi piacerebbe farne una
canzone. Il problema è che ormai siamo abituati alla
morte.
Intervista
di Ilaria M. Linetti – IL SECOLO XIX – 06/08/2004
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