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Loredana Berté, torna mamma rock |
Sulla copertina c'è il ritratto di una bambina. Vestitino blu. Fiocco rosso tra i capelli spettinati. Aria imbronciata e pollice in bocca. È Babyberté. L'album grintoso di un'artista che si è ritrovata a riprendere la sua carriera dopo una pausa troppo lunga. Loredana Berté ha un'energia e una simpatia che smuoverebbero le montagne. È davvero una mamma rock, come dice Asia Argento in uno dei messaggi che gli amici le lasciano sulla segreteria telefonica e che Loredana ha voluto inserire nel disco. La sua storia, dagli esordi al Piper di Roma alla partecipazione a Music Farm, è stata spesso difficile e piena di ostacoli, ma ora Loredana Berté è tornata alla grande. Ascoltare per credere. Questo disco ti ha portato via ben cinque anni di lavoro.Ne sei soddisfatta? È per questo che si chiama Babyberté. È stato un parto plurigemellare, sono tredici bambini. Non ne sono del tutto soddisfatta perché ho altri quindici pezzi nel cassetto: potevo fare un album doppio, ma mi sono potuta pagare solo questo. E non ti dico quante messaggerie! Ho dieci anni di segreterie telefoniche. Da morire dalle risate. Come mai le conservi tutte? Le ho scovate per caso quando ho fatto il trasloco, una settimana prima di entrare alla Beauty Farm. Mi sono detta ma che sono queste? cassette? Perché odiando le agende e non avendo mai avuto il telefonino, costringo le persone che mi cercano a chiamarmi a casa e a lasciarmi messaggi. Quanto c'è di autobiografico in Babyberté? Per me è stata un'impresa titanica andare contro tutte le regole del mondo della musica e romperle. La supremazia maschile è imperativa. Non esiste una donna che arriva in sala di registrazione, fa la cantante, l'autrice, l'arrangiatrice e impone il suo modo di registrare la musica. L'album è stato realizzato in analogico, senza usare mai il digitale. Ho dovuto mandare via tre tecnici del suono, prima di riuscire a fare quello che volevo. Non mi pareva vero vedere i computer spenti. Questa tua determinazione fa sì che tu sia spesso considerata una gran rompiscatole. Sono una gran rompiscatole, però so quello che voglio e quindi tu mi devi rispettare come faresti con qualunque artista maschio che ti si presenta. Come ricordi ora l'esperienza di Music Farm? Sei stata tu il personaggio più forte di quella edizione. È stata dura. Ma io sono stata quella che sono. Magari è servito per gli addetti ai lavori, che forse hanno capito come sono. L'idea dei duetti, non volendo, è nata da me. Sai che ti dico? I Ricchi e Poveri sono meglio dei Fratelli Marx. Sono una bomba. Persone meravigliose. Faccio la quarta povera, gli ho detto, siete ritornati in quattro. Io miravo al pareggio, non potevo pensare di restare lì senza di loro. E la cosa dei duetti è nata lì. Quindi la consideri un'esperienza positiva? È servita anche a me. Senza rendermene conto ho conquistato una fetta di pubblico che non mi sarei mai immaginata di prendere. Intervista di Giancarlo Susanna - LUNITA - 14/09/2005 |
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