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PIERANGELO BERTOLI


NOTE BIOGRAFICHE E DISCOGRAFIA

Tra le poesie del faro
Le parole di “A muso duro”

Bertoli, a muso duro
di Leoncarlo Settimelli



Pierangelo Bertoli

Ricordo di Bertoli
Il 7 ottobre scorso è morto Pierangelo Bertoli, stroncato dal male. Ci mancherà molto per tanti motivi. Il primo risale al 1976 e comincia così:

“ E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva

Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
[...] “

Allora era all'inizio della sua carriera, e con Eppur Soffia seppe interpretare i pensieri del movimento ambientalista, che alla fine degli anni settanta andava formandosi come forza politica autonoma e conquistare quanti speravano in un mondo migliore in cui contassero più le ragioni della natura e dell'uomo che non quelle del guadagno.

Da allora Pierangelo di motivi per amarlo ce ne ha dati tanti, perché non ha mai smesso di pungolarci, di esserci a fianco nelle lotte, di farsi voce del dolore e dei problemi della gente e non ha mai smesso di sommergerci di poesia.

Pierangelo Bertoli è stato un autore particolarmente prolifico e un uomo particolarmente scomodo, come lo è chiunque persegua la ricerca del vero da libero pensatore e affronta la vita con coraggio, senza accettare comodi confini al suo campo di indagine:

[...] Non amo trincerarmi in un sorriso
detesto chi non vince e chi non perde
non credo nelle sacre istituzioni
di gente che ha il potere e se ne serve
giocattoli di carta in mano ai pazzi
puntati su milioni di persone
tu ascolti tutto e cerchi di capirmi
finendo poi per fare confusione
e dici che per te non sono in pace
certo che almeno in questo mi conosci
nell'attimo che brucia la ragione
io butto al fuoco tutte le mie croci
e semino i miei fatti personali
mischiati a tutto quello che è sociale
e vivo con la stessa indipendenza
gli scandali le guerre o la spirale [...]

( Così )

A causa della poliomelite, che ancora mezzo secolo fa imperversava nel mondo, accanendosi su giovani vite, ha passato la sua vita su una carrozzella, subendo tutte quelle piccole e grandi angherie quotidiane che subiscono coloro i quali sono limitati nei movimenti, angherie fatte di barriere architettoniche e di leggi poco generose proprio con chi ha meno.

Ma da quel particolare angolo visuale affrontava da eroe il mondo, con rigore morale e senso di giustizia senza fare sconti a nessuno:


“L'handicappato è un rompiscatole.” dice nella bella intervista che si può leggere all'indirizzo www.bielle.org/Pages/bertoli.htm “In Italia l'abbattimento delle barriere è ancora un problema: negli uffici pubblici, in chiesa, all'università, in banca, nel condominio... La possibilità di muoversi e lavorare all'interno delle strutture più vecchie è praticamente nulla. Negli anni '80 ho fatto parte della Commissione parlamentare per le leggi sull'handicap. Quando si proponevano sanzioni contro chi non rispettava le leggi erano tutti contrari; ancora oggi in Italia si può violare qualunque norma, senza problemi. La Jervolino mi diceva che agli enti che si occupano di assistenza - perlopiù ecclesiastici - venivano pagate cifre enormi, date spesso alle persone sbagliate, quelle che impediscono al portatore di handicap di vivere la sua vita "qui ed ora". È vero - come disse anche l'on. Formigoni, qualche anno fa, al Circolo della Stampa di Milano, in occasione della presentazione di uno spot contro le barriere architettoniche - che le barriere più grandi le abbiamo nella testa, ma è anche vero, come gli replicai io, che ci sono tanti problemi pratici.”

Per questo, in un mondo sempre più scellerato, ci mancherà la sua voce.
Elvi



NOTE BIOGRAFICHE E DISCOGRAFIA

Nato Sassuolo (MO), il 5 Novembre del 1942, Bertoli è stato un autore molto prolifico.
Ha esordito discograficamente nel 1976 con il 33 giri "Eppure soffia"
a cui seguirà "Il centro del fiume" del 1977
e una collezione di canzoni in dialetto, "S’at ven in ment" del 1978.

Bertoli realizza il suo primo manifesto poetico nel 1979 con a "Muso duro".

Tocca il cuore del grande pubblico con "Certi momenti" del 1981,
che contiene
il brano "Pescatore", cantato in duetto con Fiorella Mannoia, brano che ottiene un grosso successo radiofonico,
e "Certi momenti", una canzone a sostegno dell'aborto che si scaglia senza mezzi termini contro chiesa e benpensanti.
Seguiranno:
“Album" nel 1982 ;
"Frammenti" nel 1983 ;
"Dalla finestra" nel 1984 ;
e "Petra" nel 1985.
Nel 1986 con "Studio & Live", un doppio album antologico registrato per metà in studio e per metà in concerto
celebra e dieci anni di carriera.
Nel 1987, con "Canzone d'autore" interpreta brani dei maggiori cantautori italiani.
L'anno successivo, nel disco "Tra me e me", Bertoli canterà anche una canzone dell'allora sconosciuto Luciano Ligabue, "Sogni di rock'n'roll".
Nel 1989, dopo l'album "Sedia elettrica", vince un telegatto per lo spot televisivo della "Lega per l'emancipazione dell'handicappato";
l'anno dopo esce "Oracoli", in cui è presente Fabio Concato, con cui Bertoli interpreta il singolo "Chiama piano".

Nel 1991 Bertoli si presenta a San Remo, dove con "Spunta la luna dal monte", cantata col gruppo sardo dei Tazenda, raccoglie consensi di critica, pubblico e di vendite.
Nel 1992 Bertoli sarà di nuovo al festival di San Remo con "Italia d'oro", un'accusa pesante alle truffe politiche e sociali italiane
La produzione di Bertoli è poi continuata con dischi inediti e diverse altre raccolte fino a quest'estate.
Bertoli è morto il 7 ottobre 2002, lasciando la moglie Bruna e i tre figli Alberto, Massimiliano e Petra.



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