MAURIZIO MAGGIANI Il Secolo XIX 5/7/01 |
Sono un viaggiatore di ferrovia. Come assiduo cliente nutro un sogno: fare un lungo viaggio in uno scompartimento riservato in compagnia dei massimi vertici dell'azienda. Anche a scapito della comodità vorrei che ci fossero un paio di quelli passati , almeno quelli che non sono latitanti e defunti, e a buon peso un paio di ministri dei trasporti. Ex ministri, che quello attuale non ha ancora avuto il tempo di esistere. Dopodiché oh sogno stupendo! - me li sistemerei uno per uno nel corso del tragitto. Con le mie mani, nude. Sogno di farmi giustizia con le mie mani perché ho passato da tempo lo stato d'animo di una riprovazione, dell'indignazione, dell'esasperazione civili e composte. Entro in una stazione e ho coscienza di fare il mio ingresso in una società che nutre un insaziabile odio verso i suoi clienti, portata ai suoi servizi si compendia in una nuova opportunità di sconfortante disservizio, ogni regola e ogni aggiornamento della regola è studiato per rendere più vessatorio possibile il rapporto con l'utente. L'ideale dell'azienda sarebbe che il passeggero non esistesse, ma siccome esiste, è bene convincerlo che ha sbagliato mezzo di trasporto.
Voglio lasciare da parte bazzecole come guasti e ritardi. Mi sono convinto di essere io a portare sfiga alle ferrovie, visto che secondo le autorità competenti pare che i treni si rompano solo quando ci sono io a bordo mentre quando resto a casa viaggiano sul velluto. Guasti e ritardi sono roba antica, oggi i Trenitalia impazzano di novità.
Per cominciare dare un'occhiata al sito Internet e cercate di accedere alle voci che vi servono, come orari e biglietteria.
Falliscono tre tentativi su quattro, quel sito è stato ridisegnato almeno tre volte e la sua funzionalità è in ordine decrescente: il meglio che andava era il primo. Dev'essere costato alcuni miliardi, ma se volete partire da Spezia dovete precisare Centrale se no il sito non capisce e se volete precisare Brignole o Principe per Genova scoprite che non esistono, ma solo esiste Genova Tutte Le Stazioni. Dopodiché scoprite che solo pochi sono i biglietti acquistabili via Internet e se anche uno riuscite a comprarlo, pagando in anticipo con la vostra carta di credito, scoprirete alla stazione che la macchinetta automatica che vi deve rilasciare il vero biglietto il più delle volte non funziona. Quindi mettetevi in coda allo sportello e ricominciare tutto daccapo.
Avete notato che ci sono più code alle sportellerie? Bene, oggi non si può più fare il biglietto andata e ritorno. Visto che chi parte di solito ritorna ne deve dunque fare due. Il personale degli sportelli si è ridotto e i biglietti da fare raddoppiati, dunque le code. Pare che la ragione sia la seguente: tra qualche anno ci sarà concorrenza sulle rotaie e chi parte con Trenitalia potrebbe tornare con DB o CS o Fintrail, dunque, per correttezza sulle rotaie gli si fa solo un biglietto di andata. Ma non bastano due biglietti: a volte ne servono tre. Se ad esempio andate da Busalla a Latina ci vuole un biglietto da Busalla a Genova, uno da Genova a Roma, uno da Roma a Latina, perché c'è una gran novità nel trasporto regionale: i treni locali hanno diverse tariffe da quelli a lunga percorrenza.
Per evitare le code si possono acquistare biglietti-chilometri, almeno per il trasporto regionale. Ma ultimamente deve essere scaduta la convenzione con i bar e i tabacchini perché sono praticamente introvabili. Le piccole stazioni sono tutte disabilitate e se sali senza biglietto è perché l'azienda provveda dal vivo con il suo personale. Il personale deve aver frequentato corsi intensivi di vessaggio, perché capita sempre più di frequente di imbattersi in alacri esattori pronti ad elevare multe. C'è una ragione per cui devo essere multato perché l'azienda non è in grado di farmi trovare i biglietti di viaggio? No, ma il capotreno ha la sua bella divisa e i deboli soccombono. Ho visto con i miei occhi sabato scorso un conduttore osare di far pagare il cambio classe ai passeggeri che stavano stipati in piedi in un corridoio di prima in una tradotta che portava il popolo al mare in una tradotta che ricordava ben altri convogli. Non tutto il personale è così, infatti non si vedono che facce depresse tra i dipendenti. Depressi, sconfortati, riottosi, ne più ne meno dei rispettabili clienti.
Avete notato che i viaggi sono più lunghi? Già. La tratta Roma-Genova in Intercity si è allungata negli ultimi vent'anni di quaranta minuti. Perché il materiale è più vecchio, perché ci sono più fermate. Oggi un Intercity è un diretto di ieri. Però si paga il supplemento, che non esiste in nessun paese al mondo. Supplemento per cosa? Perché in un Intercity si viaggia decentemente e se tutto funziona si viaggia bene, in prima classe naturalmente, nelle carrozze Gran Conforto. Che hanno ormai più di vent'anni e si rompono sempre più spesso e sono sempre più sporche. Perché quel servizio che si chiama verifica per ragioni di economia ormai non esiste più. Ma provate a viaggiare in un treno interregionale o in un Espresso, con materiali di trent'anni fa, provate l'ebbrezza di salire a Principe su un 801, o un 802, i treni per il sud, e fatevi 10-12 ore di viaggio su quegli infami carri...
Ma ci sono gli Eurostar! Già. Alla linea Torino-Roma, la nostra, sono destinati i pendolini della serie 460 e 480, progetti vecchi di decenni e abbandonati in favore della serie 500, quella che cammina sulla Milano-Roma. Per salirci dovete pagare un supplemento al supplemento, e il costo diventa quello di un viaggio in automobile. Per scoprire che lo spazio che avete a vostra disposizione, sempre in prima classe, è la metà esatta di quello che trovate su un Intercity, che le poltrone sono mezzo sfondate e perfette per le ernie discali, e il tempo di percorrenza è sì più breve dell'Intercity ma solo perché quello è aumentato. Cosa vi offre l'Eurostar per il supplemento al supplemento? Il biscottino e la bibitina che, fatti i conti, vi viene a costare cinque volte il prezzo a un tavolino in piazza De Ferrari.
Le ferrovie spendono miliardi, dei nostri naturalmente, per farsi un'immagine e intanto non sanno aggiustare l'orologio alla stazione di Aulla o mettere l'inchiostro nelle macchinette obliteratrici. Sì, così non si vede la data, il controllore fa la multa e l'azienda porta a casa qualcosina. Ma per l'inchiostro, l'orologio, le pulizie eccetera ci sono aziende specifiche. Un centinaio di aziende nate dalla decomposizione delle vecchie FS. a scopo di migliorare l'efficienza. Vi pare?
E mi fermo se no mi viene l'ictus.
Maurizio Maggiani IL SECOLO XIX 05/07/2001