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Maggiani, vincitore perplesso "Oggi la letteratura è minore" |
"Sì, me le faccia un po di domande sullo Strega che ne voglio parlare. Perché sono perplesso", dice Maurizio Maggiani. Incontriamo lo scrittore, vincitore dello Strega 2005 con il romanzo Il viaggiatore notturno, in occasione della presentazione de "Il Canto del Mondo", il festival interculturale da lui ideato che si svolgerà dal 22 luglio alla fine di agosto in Toscana.
Ha vinto il Premio Strega Maggiani, e ha voglia di capire, così dice almeno. "Vado dicendo da sempre che sono geneticamente un anarchico, vivo piuttosto appartato e allora mi viene da chiedermi che cosa sia successo. Sono lunico scrittore che ha vinto il Viareggio, il Campiello e adesso lo Strega. Il Viareggio era il premio dellaccademia, il Campiello quello degli industriali veneti ed ha una giuria popolare, lo Strega è il premio dellestablishment letterario".
Che idea si è fatta allora?
Francamente credo di essere uno scrittore minore in una letteratura minore e so bene che Pasolini, per esempio non ha vinto il premio Strega, come del resto Leone è stato presidente della Repubblica e non lo è stato Bobbio.
E perché lei ha partecipato?
Leditore me lha chiesto e ho accettato perché mi piace mettermi alla prova. "Il libro è una cagata!": avrei voluto vedere anche un giudizio così, ma invece in tutti gli articoli sullo Strega nessuno ha giudicato il libro. Solo il Secolo dItalia lha fatto parlando male di tutti i romanzi della cinquina. Vorrei capire cosa è successo, chi sono io: lì dentro conta solo il potere delleditore? Sono un intrallazzatore? Oppure solo un utile idiota?
Anche andare in televisione è stato mettersi alla prova?
Andavo da Maurizio Costanzo ma non lho mai visto perché non ho neppure lantenna a casa. Trovavo allora un sacco di gente che diceva di avermi visto per caso, mentre facevano zapping. Ma erano tantissimi, tutti mi avevano visto per caso! Lho fatto per una sorta di igiene mentale personale, ho qualcosa da dire? Allora cerco di dirla, dove me la fanno dire. Quando anni fa facevo su Raitre La storia siamo noi dovevo sottoporre i miei testi ad un capostruttura che un giorno mi proibì di leggere larticolo 1 dello statuto dellOnu, larticolo 1 di quello della Nato e larticolo 11 della Costituzione italiana che sancivano la posizione in relazione alla guerra. Me ne sono andato. Da Costanzo nessuno mi impediva di dire quello che volevo.
A proposito di televisione, labbiamo vista nella trasmissione che La7 ha dedicato ad Alexander Langer, eppure lei non lo conosceva...
Ma conoscevo Tom Benettollo che mi ha insegnato a vedere la guerra e che è morto da un anno. E poi era anche unoccasione per incontrare il sindaco di Tuzla e la psichiatra a cui è stato consegnato il premio Alexander Langer. Tutti e due erano presenti lultimo giorno dellassedio quando una granata uccise, durante la festa della gioventù, 73 ragazzi. Buona parte del mio libro parla di quellepisodio, ci ho messo anni per mettere insieme questa storia e per cercare di raccontarla nel migliore dei modi. Quel giorno è stato come se fossi stato lì con loro, il sindaco e la psichiatra, usavamo le stesse parole per descriverlo.
Tuzla è un simbolo?
Il mio libro vuole essere in fondo una specie di atto di giustizia verso quella città interetnica la cui esistenza pacifica è stata spezzata dalla barbarie. Praticamente passo la vita a raccontare in ogni occasione, in Italia e in Europa, di quei fatti.
Sono passati dieci anni anche dal massacro di Srebrenica...
La più grande strage dalla fine della guerra! Sotto gli occhi dei preti ortodossi serbi che hanno benedetto leccidio sistematico di migliaia di uomini e donne musulmani. E sotto gli occhi volutamente distratti dei caschi blu olandesi che si benedicevano i coglioni e nulla fecero per difendere la popolazione di quella che era stata dichiarata zona protetta dalle Nazioni Unite. Nessuno ha pagato per tutto questo.
Intervista di Gianni Caverni LUNITA 18/07/2005
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