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Brussig, racconti innocenti dal Muro

Cinema e letteratura s'intrecciano lungo Sonnenallee street, tanto per citare l'ultimo libro uscito in Italiano in Italia di Thomas Brussig, In fondo al viale del sole (Mondadori 2001), nato come sceneggiatura e poi trasformatosi in romanzo di successo – come già era accaduto con il suo primo libro, Eroi come noi (Mondadori 199). stavolta Brussig, giovani autore della Germania orientale la cui opera si basa per lo più sulla rievocazione delle vita durante il comunismo, ha deciso di dedicarsi nientemeno che alla sceneggiatura di Heimat III, un film di culto per la Germania che si prepara così ad assistere sul grande schermo ad un altro pezzo di storie del Paese riunficato appena 15 anni fa. Il film, diretto da Edgar Reitz, sarà presente, fuori concorso, al Festival di Venezia. Ambientato nel 900, secolo sconvolto da eventi drammatici e durante il quale i tedeschi sono stati costretti a “riformulare” più di una volta il concetto di Heimat (patria), dà voce alle memorie collettive ed è costruito come “inventario” narrativo del secolo scorso. Della scrittura, per il cinema come per la letteratura, abbiamo parlato insieme a Thomas Brussig.


In Italia la conosciamo soprattutto per “Eroi come noi”, in cui parla della caduta del muro. Cosa ricorda di quell'anno, il 1989?


La caduta del muro è stato l'evento più felice della mia vita. Nel 1989 è accaduto qualcosa di incredibile, imprevedibile e indimenticabile. Un sistema che sembrava così forte è crollato in poche settimane. Non si trattava solo della caduta del muro, ma dello spirito di libertà che ha reso quelle settimane uniche.


Proprio in quell'anno ha terminato “Eroi come noi”, pubblicato In Germania nel 1991, Prima di allora, però, aveva svolto altri lavori: facchino, portiere...come si è avvicinato alla scrittura.


Ero interessato alle cose che accadevano nel mio paese, la Germania dell'Est, ma un giorni smisi di leggere libri dei nostri scrittori perché non si occupavano dei miei problemi, non rispondevano alle mie domande. E così ho deciso: se non ne parlano loro, devo farlo io.


Nel suo libro, “In fondo al viale del sole”, fa un passo indietro, torna agli precedenti la caduta del muro. Allora lei era un adolescente che viveva nella Germania dell'Est. Quando si è reso conto che nella Germania dell'Ovest le cose erano diverse?


Molto presto...Ogni Natale la mia famiglia riceveva pacchetti e piccoli regali dall'Ovest, che avevano diversi odori, colori forti...Aprivamo sempre per primi quei pacchetti che arrivavano dalla Germania dell'Ovest, perché eravamo così curiosi...


Cosa è successo nella Germania dell'est dopo la caduta del muro?


Dopo il 1990 nella Germania dell'Ovest niente è cambiato, mentre nell'Est ogni cosa. Si pensava che risolvere la situazione dell'Est fosse una una questione di soldi, e la crisi del mondo economico ha colpito due volte l'Ovest, che aveva sostenuto una quantità enorme di spese nella Germania dell'Est. Queste sono cattive condizioni per una Germania “unita”. C'è ancora un gap enorme tra l'Est e l'ovest. Io spero che l'Ovest imparerà le lezione: non si può risolvere ogni problema con i soldi.


La Germania del dopoguerra è anche protagonista di “Heimat III”, del quale ha appena scritto la sceneggiatura: qual'è l'immagine della Germania che viene fuori?

Intanto Heimat III comincia con la caduta del muro e finisce con il millennio. Poi, il luogo principale di Heimat III è ancora Schabbach, il “centro del mondo”, come gli abitanti di Schabbac lo hanno definito nel 1927 in Heimat. Reitz e io eravamo d'accordo nel non voler trasferire la nostra “idea” del tempo entro il “film” - noi volevamo “racconti innocenti”. Questi anni sono pieni di storie uniche, vale la pena ascoltarle facendole raccontare ai personaggi.

Quando ha conosciuto il regista Reitz?

L'ho incontrato due volte prima che cominciassimo a lavorare nel febbraio 1997.

Quanti sono gli episodi di “Heimat III”?

Sono sei. Molti personaggi provengono da Heimat e da Heimat II, ma ce ne sono anche parecchi nuovi. Herman e Clarissa, i protagonisti di Heimat II, si mettono insieme e comprano nell'euforia del 1989 una vecchia casa marcia con una vista magnifica, vicino a Schabbach, sul fiume Rhine. Per ristrutturarla viene incaricato un artigiano di Leipzig, Germania dell'Est. Il film segue la storia di Hermann, che è un compositore e un conduttore, e di Clarissa, una cantante, quanto la storia dell'artigiano e degli abitanti di Schabbach. Noi ci poniamo delle questioni semplici: per esempio, se non ci sono quasi più contadini oggi, quali sono le persone che popolano un villaggio?

Intervista di Francesca De Sanctis – L'UNITA' – 24/08/2004




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