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ANDREA CAMILLERI
MicroMega
febbraio 2002

Montalbano dopo il G8



Del Ponte:Camilleri, lei dice che non conosce niente di legge e questo sembra impossibile. I suoi romanzi sul commissario Montalbano denotano una profonda conoscenza se non altro per quelle che sono le modalità di un'inchiesta, le difficoltà giudiziarie...
Camilleri: E' una conoscenza di riporto, non è una conoscenza diretta. Io sono stato sempre un lettore di romanzi polizieschi e da sempre ho avuto una preferenza per il poliziesco europeo. Ora è difficle che nel poliziesco europeo si trovi la figura del poliziotto privato, è raro. Il poliziotto privato in Europa ha delle possibilità di movimento molto ristrette nel campo delle sue indagini, non è come negli Stati Uniti, quindi va a finire che i poliziotti europei sono sempre un po' figure istituzionali: commissari o ispettori.
Siano essi inglesi o svizzeri o francesi. Il grosso modello mio è stato inizialmente Maigret, quindi già da quando ragazzino lo leggevo, sapevo che questo commissario in qualche modo aveva un superiore che non era tanto il capo della polizia, ma era un giudice al quale doveva andare a riferire lo stato delle indagini.
Ora questo tipo di gerarchia è simile un po' in tutti gli altri paesi e non sempre i rapporti tra chi indaga e il giudice sono idilliaci.
Io ho moltissimo successo nella polizia con questo commissario Montalbano, a per un motivo semplice, perchè credo di raccontare loro una specie di favola, come l'agente 007 era una specie di favola per le spie.
Voglio dire che nessuna spia seria, vera, può essere conme 007, l'avrebbero fatto fuori nel giro di tre secondi, esibizionista e vanitoso com'era.
Allora io al mio commissario Montalbano gli levo di torno in genere il pm.
Di quest'ultimo personaggio ne faccio un fissato o uno che si occupa poco delle indagini, metto cioè Montalbano nelle condizioni di lavorare più da lupo solitario che da subordinato. Ogni tanto mi nascono però degli scrupoli. Quando ho scritto La voce del violino c'era un momento nel quale entrava la polizia scientifica e siccome ho avuto la fortuna di conoscere il capo della polizia scientifica di Bologna, gli ho mandato il testo ancora dattiloscritto e lui mi ha fatto riscrivere cinquanta pagine, perché diceva: questo non è possibile nella realtà. Voglio dire che quando ne ho bisogno chiedo qualche informazione.

Del Ponte: Intanto, devo dire che questa prosa frammista a questa terminologia siciliana è stata veramente per me una grande sorpresa. I primi volumi hanno rappresentato una difficoltà enorme. Io non conosco assolutamente il siciliano, per cui assimilare... Il bello è che proprio questa prosa riproduce unaprecisa realtà, per cui dentro al romanzo ci si vive proprio ed è questo che ho trovato meraviglioso. Io conosco le inchieste fatte in Sicilia da altri colleghi. Le conosco dalle carte, dal lavoro effettuato. Però qui ritrovo questi elementi così ben descritti, così ben messi assieme che vengono fuori i lati umani di quella che è un'inchiesta, di quella che è una storia dell'inchiesta. E' questo che trovo stupefacente.

Camilleri: Vengo da una generazione che si fidava più dei marescialli dei carabinieri che dei commissari di pubblica sicurezza. Il maresciallo dei carabinieri in un piccolo paese era una vera e propria istituzione in quanto aveva anche funzioni diverse dal maresciallo dei carabinieri. Era per esempio una sorta di giudice di pace. Ci si andava informalmente, dal maresciallo dei carabinieri, per sottoporgli una certa questione e quello diceva: fate in questo modo, e lo diceva nell'ordine del consenso, della pacificazione, per evitare che le situazioni degenerassero. Ora, molte cose di Montalbano risalgono dalla mia memoria di questo civile vivere di persone fra persone che volontariamente si rifacevano ad un'autorità. C'era anche il fatto, non indifferente, che questi marescialli dei carabinieri finivano col conoscere l'intero paese, i suoi abitanti uno per uno, e mi è capitato l'anno scorso di sentire che non so quanti presidi di carabinieri sono stati eliminati in tutt'Italia. Ora, lei si rende conto che abolire in un paese di sequestri di persona il maresciallo dei carabinieri che avrebbe potuto sapere, intuire, capire, è stato un danno rilevante ed enorme?
Inoltre, ho cercato di dare a Montalbano le qualità migliori di un siciliano, cioè un certo senso della lealtà, del rispetto delle regole del gioco. Questo mi è venuto facile.
Mia moglie, dopo che avevo scritto cinque romanzi di Montalbano, mi ha fatto scoprire che io in realtà con Montalbano sto scrivendo un grande ritratto di mio padre, ma io non me ne ero accorto, dopo che me l'ha detto ho capito che aveva perfettamente ragione. Mio padre non era un commissario di polizia ma ho trasferito in parte in Montalbano quello che era il suo modo di agire e di pensare.

Del Ponte: Belli sono anche i momenti in cui si rilassa, ossia l'importanza di quello che mangia, di come si nutre, di come vive. Questo fa il romanzo accessibile a tutti, leggibilissimo.

MicroMega: Lei dice che il commissario Montalbano ha questo carattere umano.
Allora che effetto le fa un commissario tra virgolette comunista, come viene accusato adi essere appunto il commissario Montalbano? Perchè di solito in altri paesi chi vuole la legge e l'ordine è magari più la persona di destra. Solo l'Italia è questo paese assurdo in cui la destra vuole l'impunità.

Camilleri: E' curioso però come in altri romanzi polizieschi, soprattutto nordici, svedesi per esempio, si trovino dei commissari di pubblica sicurezza che di fronte ad alcune manifestazioni di destra si irrigidiscono. C'è un autore svedese che polemizza continuamente, per esempio, contro le ronde cittadine che si sono insturate in Svezia contro gli immigrati. E' una presa di posizione violentissima da parte di questo commissario che è il protagonista di questi romanzi.

MicroMega: Questo è interessante. Se pigliamo Vàzquez Montalban, se pigliamo il suo Pepe Cavallo, se pigliamo quel commissario, Fabio Montale, dello scrittore francese Jean-Claude Izzo, non sta venendo fuori una cosa interessante? Cioè il valore della legalità come valore progressista?

Camilleri: E' uscito un bell'articolo di Cesare Cases sul romanzo poliziesco ( sul Sole-24 ore). Già di per sé è un avvenimento che Cesare Cases si metta a scrivere sui romanzi polizieschi. Cases dice che tutta la narrativa poliziesca mediterranea, cioè spagnola, italiana, greca, francese è nei fatti una letteratura tendenzialmente di sinistra.

MicroMega: Comunque direi contro il potere, contro il potere costituito come tentazione di prepotenza. Se vogliamo fare un parallelo con il lavoro che adesso lei fa, signora, come una letteratura dalla parte dei diritti umani, dei diritti civili, ci ha mai pensato?

Del Ponte: No, Direi che ho troppo poco tempo.

Camilleri: Lei ha sì e no il tempo di pensare a cose pratiche, concrete e più serie.
Però le dico, per esempio, sincerissimamente, che io ho avuto richieste di scrivere ancora di Montalbano e ho risposto che posso scrivere dei racconti e sono stato sincero nel dire questo.
Posso scrivere dei racconti perché i racconti posso collocarli nel tempo che credo.
Mi spiego meglio: mentre i romanzi hanno una loro cronologia e si sviluppano nel tempo, i racconti sono in realtà atemporali. Possono essere accaduti in qualsiasi momento della vita di Montalbano. Perché mi è nata questa difficoltà?
La difficoltà mi è nata dopo il G8, cioè a un personaggio come il mio che è così dentro la realtà quotidiana, i fatti del G8 non possono scorrergli sopra come acqua fresca. Quindi, in qualche modo lui, Montalbano, deve fare una riflessione su questi fatti e perciò per la prima volta mi trovo con questo personaggio in una situazione non dico di crisi, che è una parola grossa, ma a dover riflettere molto su come si dovrà muovere in seguito.
Ho una casa in Toscana e alla fine dell'estate è arrivato il nuovo maresciallo dei carabinieri di questo paese, qualcuno della mia famiglia mi dice: ci sono due carabinieri che ti cercano. Ora, per quanto tu abbia la coscienza pulita, per quanto non guidi neanche la macchina e non hai propblemi di questo tipo, il fatto che ci siano due carabinieri che ti cercano suona sempre come un minimo di disagio: Oddio che ho fatto?
Invece il maresciallo dei carabinieri voleva semplicemente conoscermi. Poi capita che ti dice, dato che io ho una casa assolutamente isolata, “qualsiasi cosa di cui lei abbia bisogno questo è il mio numero” e tu ti senti protetto da possibile colpevole che ti eri creduto un istante prima.
Discorremmo, e venne fuori che era estremamente critico nei riguardi del comportamento dei suoi commilitoni durante il G8, estremamente critico.
Quindi, mi dissi, se è estremamente critico lui, figurati come può esserlo il commissario Montalbano.
Questo mi ha creato un problema vero di scrittura e di evoluzione del personaggio. E inoltre Montalbano comincia a non sentirsi più a suo agio nel mondo nel quale vive. Per esempio, lui che credeca di conoscere i codici di comportamento del suo “territorio” ora sa che con i nuovi mezzi di comunicazione il territorio tradizionalmente inteso non esiste più. E per quanto riguarda il suo piccolo mondo, quello italiano e siciliano di Vigata, anche lì non ci si trova più tanto bene per il prevalere di quella che io chiamo “la morale del motorino”. Cosa fa abitualmente nelle nostre strade un motorino? Parcheggia sul marciapiede, cammina sul marciapiede, marcia controsenso, passa con il rosso, fa lo slalom tra i passanti, fa lo slalom tra le macchine, non rispetta nessuna delle regole. Questa è una morale che si comincia a diffondere in Italia e francamente a Montalbano dà molto fastidio.

Sta in Andrea Camilleri/ Carla Del Ponte Mani pulite vista dalla Svizzera,
pagg 114-117 del
numero speciale
Resistere, resistere, resistere!, MICROMEGA, 1/2002

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LA POESIA DEL FARO|
01/02/2002