BIBLIOTECA | | EDICOLA | | TEATRO | | CINEMA | | IL MUSEO | | Il BAR DI MOE | | LA CASA DELLA MUSICA | | LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | | | NOSTRI LUOGHI | | ARSENALE | | L'OSTERIA | | LA GATTERIA | | IL PORTO DEI RAGAZZI |
Montalbano dopo il G8 |
Del
Ponte:Camilleri, lei dice che non conosce niente di legge e
questo sembra impossibile. I suoi romanzi sul commissario Montalbano
denotano una profonda conoscenza se non altro per quelle che sono le
modalità di un'inchiesta, le difficoltà
giudiziarie...
Camilleri: E' una conoscenza di riporto, non
è una conoscenza diretta. Io sono stato sempre un lettore di
romanzi polizieschi e da sempre ho avuto una preferenza per il
poliziesco europeo. Ora è difficle che nel poliziesco europeo
si trovi la figura del poliziotto privato, è raro. Il
poliziotto privato in Europa ha delle possibilità di movimento
molto ristrette nel campo delle sue indagini, non è come negli
Stati Uniti, quindi va a finire che i poliziotti europei sono sempre
un po' figure istituzionali: commissari o ispettori.
Siano essi
inglesi o svizzeri o francesi. Il grosso modello mio è stato
inizialmente Maigret, quindi già da quando ragazzino lo
leggevo, sapevo che questo commissario in qualche modo aveva un
superiore che non era tanto il capo della polizia, ma era un giudice
al quale doveva andare a riferire lo stato delle indagini.
Ora
questo tipo di gerarchia è simile un po' in tutti gli altri
paesi e non sempre i rapporti tra chi indaga e il giudice sono
idilliaci.
Io ho moltissimo successo nella polizia con questo
commissario Montalbano, a per un motivo semplice, perchè credo
di raccontare loro una specie di favola, come l'agente 007 era una
specie di favola per le spie.
Voglio dire che nessuna spia seria,
vera, può essere conme 007, l'avrebbero fatto fuori nel giro
di tre secondi, esibizionista e vanitoso com'era.
Allora io al
mio commissario Montalbano gli levo di torno in genere il pm.
Di
quest'ultimo personaggio ne faccio un fissato o uno che si occupa
poco delle indagini, metto cioè Montalbano nelle condizioni di
lavorare più da lupo solitario che da subordinato. Ogni tanto
mi nascono però degli scrupoli. Quando ho scritto La voce
del violino c'era un momento nel quale entrava la polizia
scientifica e siccome ho avuto la fortuna di conoscere il capo della
polizia scientifica di Bologna, gli ho mandato il testo ancora
dattiloscritto e lui mi ha fatto riscrivere cinquanta pagine, perché
diceva: questo non è possibile nella realtà. Voglio
dire che quando ne ho bisogno chiedo qualche informazione.
Del
Ponte: Intanto, devo dire che questa prosa frammista a questa
terminologia siciliana è stata veramente per me una grande
sorpresa. I primi volumi hanno rappresentato una difficoltà
enorme. Io non conosco assolutamente il siciliano, per cui
assimilare... Il bello è che proprio questa prosa riproduce
unaprecisa realtà, per cui dentro al romanzo ci si vive
proprio ed è questo che ho trovato meraviglioso. Io conosco le
inchieste fatte in Sicilia da altri colleghi. Le conosco dalle carte,
dal lavoro effettuato. Però qui ritrovo questi elementi così
ben descritti, così ben messi assieme che vengono fuori i lati
umani di quella che è un'inchiesta, di quella che è una
storia dell'inchiesta. E' questo che trovo stupefacente.
Camilleri:
Vengo da una generazione che si fidava più dei marescialli dei
carabinieri che dei commissari di pubblica sicurezza. Il maresciallo
dei carabinieri in un piccolo paese era una vera e propria
istituzione in quanto aveva anche funzioni diverse dal maresciallo
dei carabinieri. Era per esempio una
sorta di giudice di pace. Ci si andava informalmente, dal maresciallo
dei carabinieri, per sottoporgli una certa questione e quello diceva:
fate in questo modo, e lo diceva nell'ordine del consenso, della
pacificazione, per evitare che le situazioni degenerassero. Ora,
molte cose di Montalbano risalgono dalla mia memoria di questo civile
vivere di persone fra persone che volontariamente si rifacevano ad
un'autorità. C'era anche il fatto, non indifferente, che
questi marescialli dei carabinieri finivano col conoscere l'intero
paese, i suoi abitanti uno per uno, e mi è capitato l'anno
scorso di sentire che non so quanti presidi di carabinieri sono stati
eliminati in tutt'Italia. Ora, lei si rende conto che abolire in un
paese di sequestri di persona il maresciallo dei carabinieri che
avrebbe potuto sapere, intuire, capire, è stato un danno
rilevante ed enorme?
Inoltre, ho cercato di dare a Montalbano le
qualità migliori di un siciliano, cioè un certo senso
della lealtà, del rispetto delle regole del gioco. Questo mi è
venuto facile.
Mia moglie, dopo che avevo scritto cinque romanzi
di Montalbano, mi ha fatto scoprire che io in realtà con
Montalbano sto scrivendo un grande ritratto di mio padre, ma io non
me ne ero accorto, dopo che me l'ha detto ho capito che aveva
perfettamente ragione. Mio padre non era un commissario di polizia ma
ho trasferito in parte in Montalbano quello che era il suo modo di
agire e di pensare.
Del Ponte: Belli sono anche i
momenti in cui si rilassa, ossia l'importanza di quello che mangia,
di come si nutre, di come vive. Questo fa il romanzo accessibile a
tutti, leggibilissimo.
MicroMega: Lei dice che il
commissario Montalbano ha questo carattere umano.
Allora che
effetto le fa un commissario tra virgolette comunista, come viene
accusato adi essere appunto il commissario Montalbano? Perchè
di solito in altri paesi chi vuole la legge e l'ordine è
magari più la persona di destra. Solo l'Italia è questo
paese assurdo in cui la destra vuole l'impunità.
Camilleri:
E' curioso però come in altri romanzi polizieschi, soprattutto
nordici, svedesi per esempio, si trovino dei commissari di pubblica
sicurezza che di fronte ad alcune manifestazioni di destra si
irrigidiscono. C'è un autore svedese che polemizza
continuamente, per esempio, contro le ronde cittadine che si sono
insturate in Svezia contro gli immigrati. E' una presa di posizione
violentissima da parte di questo commissario che è il
protagonista di questi romanzi.
MicroMega: Questo è
interessante. Se pigliamo Vàzquez Montalban, se pigliamo il
suo Pepe Cavallo, se pigliamo quel commissario, Fabio Montale, dello
scrittore francese Jean-Claude Izzo, non sta venendo fuori una cosa
interessante? Cioè il valore della legalità come valore
progressista?
Camilleri: E' uscito un bell'articolo di
Cesare Cases sul romanzo poliziesco ( sul Sole-24 ore). Già
di per sé è un avvenimento che Cesare Cases si metta a
scrivere sui romanzi polizieschi. Cases dice che tutta la narrativa
poliziesca mediterranea, cioè spagnola, italiana, greca,
francese è nei fatti una letteratura tendenzialmente di
sinistra.
MicroMega: Comunque direi contro il potere,
contro il potere costituito come tentazione di prepotenza. Se
vogliamo fare un parallelo con il lavoro che adesso lei fa, signora,
come una letteratura dalla parte dei diritti umani, dei diritti
civili, ci ha mai pensato?
Del Ponte: No, Direi che ho
troppo poco tempo.
Camilleri: Lei ha sì e no il
tempo di pensare a cose pratiche, concrete e più serie.
Però
le dico, per esempio, sincerissimamente, che io ho avuto richieste di
scrivere ancora di Montalbano e ho risposto che posso scrivere dei
racconti e sono stato sincero nel dire questo.
Posso scrivere dei
racconti perché i racconti posso collocarli nel tempo che
credo.
Mi spiego meglio: mentre i romanzi hanno una loro
cronologia e si sviluppano nel tempo, i racconti sono in realtà
atemporali. Possono essere accaduti in qualsiasi momento della vita
di Montalbano. Perché mi è nata questa difficoltà?
La difficoltà mi è nata dopo il G8, cioè a
un personaggio come il mio che è così dentro la realtà
quotidiana, i fatti del G8 non possono scorrergli sopra come acqua
fresca. Quindi, in qualche modo lui, Montalbano, deve fare una
riflessione su questi fatti e perciò per la prima volta mi
trovo con questo personaggio in una situazione non dico di crisi, che
è una parola grossa, ma a dover riflettere molto su come si
dovrà muovere in seguito.
Ho una casa in Toscana e alla
fine dell'estate è arrivato il nuovo maresciallo dei
carabinieri di questo paese, qualcuno della mia famiglia mi dice: ci
sono due carabinieri che ti cercano. Ora, per quanto tu abbia la
coscienza pulita, per quanto non guidi neanche la macchina e non hai
propblemi di questo tipo, il fatto che ci siano due carabinieri che
ti cercano suona sempre come un minimo di disagio: Oddio che ho
fatto?
Invece il maresciallo dei carabinieri voleva semplicemente
conoscermi. Poi capita che ti dice, dato che io ho una casa
assolutamente isolata, qualsiasi cosa di cui lei abbia bisogno
questo è il mio numero e tu ti senti protetto da
possibile colpevole che ti eri creduto un istante prima.
Discorremmo, e venne fuori che era estremamente critico nei
riguardi del comportamento dei suoi commilitoni durante il G8,
estremamente critico.
Quindi, mi dissi, se è estremamente
critico lui, figurati come può esserlo il commissario
Montalbano.
Questo mi ha creato un problema vero di scrittura e
di evoluzione del personaggio. E inoltre Montalbano comincia a non
sentirsi più a suo agio nel mondo nel quale vive. Per esempio,
lui che credeca di conoscere i codici di comportamento del suo
territorio ora sa che con i nuovi mezzi di comunicazione
il territorio tradizionalmente inteso non esiste più. E per
quanto riguarda il suo piccolo mondo, quello italiano e siciliano di
Vigata, anche lì non ci si trova più tanto bene per il
prevalere di quella che io chiamo la morale del motorino.
Cosa fa abitualmente nelle nostre strade un motorino? Parcheggia sul
marciapiede, cammina sul marciapiede, marcia controsenso, passa con
il rosso, fa lo slalom tra i passanti, fa lo slalom tra le macchine,
non rispetta nessuna delle regole. Questa è una morale che si
comincia a diffondere in Italia e francamente a Montalbano dà
molto fastidio.
Sta
in Andrea Camilleri/ Carla Del
Ponte Mani pulite
vista dalla Svizzera,
pagg 114-117 del numero speciale
Resistere, resistere, resistere!, MICROMEGA, 1/2002
|
MOTORI
DI RICERCA | UFFICIO
INFORMAZIONI | LA
POSTA | CHAT
| SMS
gratis | LINK
TO LINK!
|
LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing
List | Forum | Newsletter | Il
libro degli ospiti | ARCHIVIO
| LA
POESIA DEL FARO|