IL
SECOLO XIX -23/05/2001 Per una settimana Genova onorerà
Dino Campana, il poeta toscano che nel primo Novecento ha vissuto
a Genova. Ed è ben giusta una manifestazione, perché
Genova è al centro della poesia di Campana, quasi
esclusivamente raccolta nei Canti Orfici editi a proprie
spese nella città natale di Marradi: un'edizioncina
scorretta e modesta, che il vagabondo e bizzarro poeta vendeva
come ambulante per strada, a volte scerpandone le pagine,
cassando poesie non più grate o immaginate non gradevoli
al possibile acquirente.
La
manifestazione genovese si aprirà con una mostra
bibliografica a cura di Beppe Manzitti, bibliofilo e studioso del
libro, che sabato 26 maggio presenterà alla Biblioteca
Berio la sezione campaniana della sua collezione con un esemplare
perfetto e non mutilo di quel mitico libretto.
Ma
perché la poesia di Dino Campana è così
importante? Per vederne a pieno il margine rivoluzionario nella
lirica italiana basterà osservare proprio il suo risvolto
genovese, quello straordinario poema che è Genova a
chiusura dei Canti Orfici. Siamo immessi, per la prima volta,
nella lirica italiana, con un'immagine moderna della città,
non monumentale. E' la città dei passanti e della folla,
di discendenza baudelairiana, che trapela per la prima volta in
versi italiani, ma non è solo questo: i vicoli
postribolari con i lori giochi di luce, il ritmo operoso e
meccanico del porto, la cascata della città
dal monte al mare sono tutti elementi di carattere dinamico che
concorrono ad una nuova opzione poematica; e a ben vedere,
Campana, un po' inconsapevolmente e d'un colpo, realizza nella
sua Genova quanto di più peculiarmente moderno in quegli
stessi anni Marinetti si dava un gran d'affare ad inquisire nei
suoi molteplici manifesti.
Non
meno fascinoso fu l'uomo Dino Campana, la sua pazzia, i suoi
amori (celebre e straziato quello con Sibilla Aleramo, qui
documentato con una mostra fotografica curata da Ivo Marini,
aperta lunedì 28 maggio alla Biblioteca Benzi di Voltri),
i suoi vagabondaggi, che saranno fatti conoscere al pubblico con
una terza mostra sui luoghi campaniani, a cura di
Alfonso Bietolini (Museo di S. Agostino da martedì 29
maggio) e con un preciso itinerario nella sua Genova fatto a cura
della Casa della Poesia con partenza da Piazza Matteotti,
domenica 27 maggio, alle 10,30).
Campana
fu anche oggetto di romanzi (noto quello di Vassalli La
notte della cometa), di ricostruzioni
cinematografiche (Inganni di Luigi Faccini,
che sarà proiettato martedì 29 maggio al Club Amici
del Cinema). La settimana campaniana avrà il suo culmine
nell'assegnazione del premio annuale di poesia a lui intitolato e
organizzato dal Comune di Marradi in modo itinerante nelle città
campaniane (l'anno scorso fu a Firenze). La cerimonia avverrà
all'Auditorium Montale, venerdì 1 giugno, con la presenza
nella giuria di insigni studiosi di Campana come Franco
Contorbia, Sergio Zavoli, Gabriel Cacho Millet. Per l'occasione
parlerà di Campana il grande poeta fiorentino Mario Luzi,
che fin dai suoi esordi ha riconosciuto in Dino Campana uno dei
primi tra i suoi maestri. Il premio quest'anno verrà
assegnato ad Alessandro Parronchi, per la raccolta completa della
sua poesia, presso l'editore Polistampa di Firenze.
Stefano
Verdino IL SECOLO XIX -23/05/2001
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San
Francesco, delicatezza...
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San Francesco, delicatezza di sbirro, la luna non si stacca
dal monte, Italia Giolittiana, frasaismo borghese imperialismo
intellettuale, rospi, serponi e il domatore, ascelle di
maestrine in sudore, zitelle mature coll'ombra distesa sul
passo domenicale, Louis XIV (l'Italie c'est moi), sull'Arno
secolare rigovernatura delle lettere, industrie del cadavere,
onestà borghese, tecnica cerebrale, manuale del
pellirossa.
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Vo
alla latrina e vomito (verità).
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Letteratura
nazionale
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Industria
del cadavere.
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Si
Salvi Chi Può.
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