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Massimo Carlotto |
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Chica - Otra chica - Chico |
Chica.
20 anni. Il giorno del suo compleanno, i genitori le confessano di
averla adottata. "Ti abbiamo comprata in un commissariato.
Conoscevamo un poliziotto che sapeva che non potevamo avere figli.
Avevi un anno, i pidocchi e un focolaio di tubercolosi. Tremavi di
paura e gridavi nel sonno. Sembravi uscita dall'inferno. Io e tua
madre pensiamo che tu sia stata in uno di quei campi clandestini
donde matavan a los chicos e dove devono avere ammazzato i tuoi veri
genitori". La Chica mastica la parola desaparecidos fino a
quando non le dolgono le mascelle. Poi un esame del sangue,
un'accurata ricerca nella banca dei dati genetici e dal passato
emerge una foto in bianco e nero: due giovani sorridono
all'obbiettivo e stringono in braccio una bambinetta di qualche mese.
"Sono io" dice la Chica ai nonni che ha conosciuto qualche
minuto prima. I vecchi annuiscono e respirano piano. All'epoca non
avevano denunciato il sequestro dei figli e della nipotina. Per
paura. Vent'anni di vergogna e poi all'improvviso riappare la piccola
desaparecida. Il naso del padre, la fossetta sotto il mento della
madre: la memoria. La vergogna riaffiora come una polla d'acqua. La
chica, con il suo affetto, ricuce di giorno vecchie ferite che si
riaprono la notte.
Chica. Otra Chica. 21 anni. E' cresciuta al terzo piano di una palazzina del barrio Palermo e mai e poi mai avrebbe immaginato di essere nata in un appartamento del piano terra. "Era ancora notte quando è arrivata la patota" racconta la madre adottiva. "Spari, urla, porta sfondate. I cadaveri dei tuoi veri genitori hanno lasciato una scia di sangue sul pavimento fino alla strada. Li hanno caricati su un camion e finalmente se ne sono andati. Qualche ora dopo ti abbiamo sentito piangere. Tua madre ti aveva nascosto tra due poltrone. Quel giorno sei diventata nostra figlia"."Come mi chiamo veramente?" chiede la chica.La donna sussurra un cognome e la chica annuisce come lo avesse sempre saputo.
Chico. 19 anni. Naviga in internet e in un sito di vecchiepazzecomuniste-sovversivenemichedellapatria vede la foto di suo padre, ufficiale di carriera della Marina militare argentina. "Torturatore, assassino, ladro di neonati" dice la didascalia."Non è vero" urla il chico.Va da un giudice e dice di voler provare che suo padre è innocente."Bene" dice il magistrato, "sottoponiti alla prova del DNA"."Bene" dice il chico e la mappa genetica corrisponde a quella di una coppia di Montoneros desaparecida nel 1976. La ragazza era incinta.Il chico non vuole essere figlio di sovversivi. Non vuole cambiare cognome. Vuole continuare a vivere con la famiglia di militari che lo ha sequestrato quando è nato. Incontra la nonna materna che lo cerca da vent'anni. Si rifiuta di abbracciarla. "Erano sposati?" le chiede."Sì" risponde la vecchia abuela.Il chico non vuole sapere altro dei suoi veri genitori. "Nonna, continuerai a perseguitare mio padre?" domanda preoccupato."Non è tuo padre. E' solo un assassino".Il chico scuote la testa e se ne va.
Tre storie argentine del 1998. Tre desaparecidos in vita, come vengono chiamati i bambini scomparsi durante la dittatura, sono stati ritrovati. Sale così a sessantuno il numero delle cosiddette localizzazioni. Gocce di vita in un mare di morte.
Ni olvido, ni perdòn.
Massimo Carlotto
DONDE
ESTA OESTERHELD? Dall'8 febbraio al 7 aprile 2002 |