Volete
fare un regalo a Marcello Pera o a papa Ratzinger? Speditegli una
copia di Fosso della Strillona, il libro di Sandra
Cisneros appena mandato in libreria dalla giovane casa editrice
La Nuova frontiera, o una copia della Casa di Mango Street
o di Caramelo, gli altri due suoi titoli tradotti in
italiano. E, con la copia, segnalategli lindirizzo web,
www.sandracisneros.com, di questautrice: fate immergere il
presidente del Senato e il pontefice nel suo mondo virtuale, a
colori brillanti e meravigliosamente allegro, dove scopriranno,
il primo, che Sandra Cisneros, con la sua joie de vivre,
nata a Chicago nel 1954, è figlia di un messicano e una
chicana, insomma è meticcia, il secondo, che si professa
buddalupista, ovvero che la sua fede fai-da-te
coniuga il Budda e la Vergine di Guadalupe. Come ostenta il
tatuaggio sul suo rotondo avambraccio sinistro: una Madonna di
Guadalupe, appunto, che potrebbe ben essere esposta nel pantheon
dun tempio in India o Sri Lanka. Cisneros, in tournée
in Italia in occasione delluscita di Fosso della
Strillona, di tutto questo parla anche a Roma - la
incontriamo allAuditorium - a due chilometri in linea
daria da un lato, appunto, dal Vaticano, dallaltro
dal Senato. Il nuovo libro è, in realtà,
antecedente a Caramelo: prima di immergersi nel romanzo
che le ha preso sette anni, quel viaggio di 451 pagine da un
lato allaltro, avanti e indietro
lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti dove si combatte
leterna guerra degli aspiranti immigrati clandestini,
Cisneros scriveva solo racconti. Come questi di Fosso della
Strillona: partiture musicali in uninglese che suona,
ogni volta che lei vuole, come spagnolo o chicano, che mettono in
scena da dentro (questempatìa è
uno dei suoi talenti) bambine e ragazze e madri e nonne
terribili, che hanno come bersaglio privilegiato leducazione
sentimentale che raggira le donne insegnando loro ad amare più
gli uomini, per sciocchi o delinquenti che siano, che se stesse,
e che - qui - compongono una specie di amaro-lietissimo romanzo
di formazione. Cisneros ha una figura piccola e un bel volto
strano: sarà la pratica buddista, è come se fosse
totalmente presente. È vestita alla messicana,
con un tripudio di rosso, porpora e violetto. A San Antonio, la
città del Texas dove vive, ci racconta, è riuscita
a innestare una specie di rivoluzione viola: ha
dipinto la sua casa di questo colore, caro allarte
messicana e dunque - spiega - giusto per una terra che prima
apparteneva al Messico, e quando un comitato locale composto dai
più ricchi e influenti le ha imposto di ridipingerla, in
suo sostegno i più poveri hanno legato nastri viola a pali
e staccionate. Da un articoletto sulla gazzetta locale è
diventato un caso nazionale. Una mattina ho trovato le tv con le
paraboliche davanti al mio cancello. È questo il realismo
magico, o tragico, di una città come San Antonio, dove i
conflitti locali riescono ad avere la meglio sulla guerra in Iraq
e le catastrofi naturali dice. Lei ha un impianto
solidamente democratico, usa, per esempio, una parola desueta
come classe. Come sinnesca in questo sistema
logico la sua, personalissima, fede religiosa? Sono stata
allevata da genitori sui generis, mia madre apparteneva alla
classe operaia ma era una radicale e unintellettuale
autodidatta. Poi è diventata prigioniera di guerra:
scalciando e puntando i piedi si è trovata a fare la
casalinga, con noi sette figli. Mio padre era figlio di un
campesino fuggito dal Messico durante la Rivoluzione. Aveva visto
la ricchezza della Chiesa e il contrasto con la sua povertà
e aveva allevato i figli nel sospetto verso la Chiesa cattolica
romana. Noi siamo stati educati non al cattolicesimo, ma alla
spiritualità, a Chicago ci portavano al museo e al
concerto, quando lingresso era gratis, e nei parchi. Quando
ci siamo ritrovati, noi figli, in una scuola privata di
religiosi, perché quelle pubbliche negli Stati Uniti erano
spaventose, ho imparato solo cose meschine e amare. E la
spiritualità lho inseguita altrove. Lho
ritrovata in Messico, come il mio femminismo, la mia posizione
politica, le mie radici culturali. Lì ho visto le persone
che credono, non la religione. Ai suoi personaggi femminili
capita spesso di credere in amori che si rivelano fallaci. È
stata, anche, la sua esperienza? Come unica figlia femmina
sono stata la beniamina di mio padre e i miei fratelli. Ed è
stata una benedizione e una maledizione. A ventanni mi
aspettavo che gli uomini mi proteggessero come un agnellino. Così
ho impiegato molto tempo a uscire da questo spaesamento e ho
collezionato molti errori. Mi è, poi, venuta la voglia di
scriverne. Ma cè altro: alle donne-artiste vengono
propinati modelli distruttivi, se insegui larte devi
suicidarti a trentanni come Sylvia Plath o puoi diventare
matta come Zelda accanto a Scott Fitzgerald, oppure devi essere
pronta al sacrificio di te. Io volevo scrivere ed essere felice.
Ho faticato, perciò, a crearmi come
scrittrice. Poi, luomo giusto, con qui stare da adulta ad
adulto, è arrivato. Ha bussato alla porta... Io credo
nella Divina Provvidenza. Lei ha unassociazione con
la quale promuove giovani artisti di pochi mezzi. Qual è
il suo scopo? Quando sono arrivata alluniversità
ho scoperto con scandalo che il mondo dellarte è di
competenza dei ricchi. Se sei povero e scrivi poesie senza
successo, sei un fallito. Se sei ricco, sei un artista.
È il motivo per cui io stessa ho deciso di scrivere in uno
stile di poesia romanzata che non scoraggi nessun lettore. Uso
parole semplici, anche se non amo la letteratura
semplice. Signora Cisneros, Katrina ha fatto scoprire agli
Stati Uniti e al mondo quale povertà viva nel paese più
potente del pianeta. Lei pensa che, dopo la tragedia con i suoi
morti, allAmerica da questo verrà qualcosa di
positivo? Per convinzione spirituale, penso di sì.
E lo vedo nella generosità con cui paesi che, tanto per
dirne uno, il Messico, non hanno granché da dire grazie
agli Stati Uniti, hanno offerto aiuto. È lironia
della Storia. Ma è anche un momento di grazia.
Intervista
di Maria Serena Palieri LUNITA
17/09/2005
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