Inizia, a
sorpresa, con un ricordo di Oriana Fallaci: Con molte
cose che ha scritto, soprattutto negli ultimi anni, non ero
daccordo, ma ho sempre apprezzato il coraggio di andare
contro corrente. Erica Jong - sabato sera al festival
Pordenonelegge.it per la presentazione, in anteprima nazionale,
del suo ultimo libro, Sedurre il demonio (traduzione di
Tilde Riva, Bompiani, pagine 262, euro 16,00) - sorprende il
pubblico ricordando la scrittrice da poco scomparsa. Della quale,
in realtà, sembra apprezzare soprattutto la carriera di
scrittrice, più che le posizioni in campo politico, un
ambito nel quale, nel corso del nostro colloquio, avrà
modo di esprimere idee ben lontane dalle tesi della Fallaci sullo
scontro di civiltà e sulla necessità di una guerra
permanente dellOccidente contro il mondo islamico. Del
resto, proprio come una riflessione sulla scrittura era nato il
nuovo libro.
Ho
cominciato a scrivere queste pagine - spiega lautrice -
come un libro di consigli per aspiranti scrittori.
Presto, però, il suo lavoro ha assunto tuttaltra
direzione. Di divagazione in divagazione, di ricordo in ricordo,
il filo del discorso lha portata lontana. E lopera,
così, è diventata una sorta di autobiografia che
procede per schegge e frammenti. Un libro a cui, per diventare
racconto, manca un centro di gravità. Forse questo è
il limite di un testo che non è stato sufficientemente
sottoposto a un salutare lavoro di editing e, prima ancora, di
riscrittura. Tuttavia, segnalato questo limite, va detto che il
gusto narrativo della Jong, applicato alla materia della propria
vita, sa accattivare lattenzione del lettore in pagine
spesso molto riuscite.
La
scrittrice racconta se stessa e il proprio privato, compreso - e
qui troviamo le parti più piccanti del libro -
un vissuto erotico speso tra grandi passioni e piccoli
compromessi sessuali, accettati per sfondare in quel mondo
letterario ed editoriale in cui molto presto si è trovata
a individuare la propria vocazione professionale. E poi, tra
i tanti temi toccati, cè la famiglia, la relazione
tra creatività artistica e consumo di droghe (di cui,
peraltro, la Jong dice di aver fatto sempre un uso molto parco),
lo show business del sistema globale dellinformazione, la
politica (americana ma non solo) e il suo rapporto con la
felicità (o, più spesso, con linfelicità)
degli individui.
Signora
Jong, Sedurre il demonio si presenta come
unautobiografia scandalosa nel suo raccontare il vissuto
anche più intimo, per così dire, senza veli.
Oggi, però, il sesso non turba più come un tempo.
Che cosa, invece, secondo lei è ancora in grado di
provocare scandalo?
Il
vero tabù, oggi, è la morte. Certo, si tratta di un
argomento che ha molto a che fare con il sesso. Non a caso i
poeti e gli scrittori da sempre hanno legato questi due temi.
Attualmente sto scrivendo un libro proprio su questo motivo, e
credo che i lettori lo troveranno parecchio scioccante.
Perché
la morte oggi è un tabù?
Viamo
in una società in cui la morte viene negata, rimossa. Così
è anche per la malattia. Chi è malato tende a
scomparire dalla vista degli altri, a isolarsi. Ciò
avviene regolarmente nelle città degli Stati Uniti. Per
questo la morte è, per uno scrittore di oggi, un argomento
molto affascinante.
Qualcuno
potrebbe dire che anche voler avere una vita sessuale fino a 80
anni sia un modo di reagire al timore di morire...
Se
pensa al Viagra o a cose simili, posso essere daccordo. Ma
la mia concezione di sessualità è più ampia
della semplice genitalità. Penso che a qualsiasi età
della vita, da bambini come da vecchi, si abbia bisogno del
contatto fisico con le altre persone. È qualcosa senza cui
si finisce con lo stare male. Le diverse età della vita
hanno diversi modi di esprimere questa sessualità
in senso lato.
Per
esempio?
Per
esempio con mia madre, che ha 95 anni, ultimamente faccio fatica
a parlare, perché non ci sta più con la testa. Ma a
volte, quando vado a trovarla, mi stendo accanto a lei sul letto
e, semplicemente, le stringo la mano oppure laccarezzo
sulla schiena. Anche questo, per me, fa parte di quel discorso
sulla sessualità o, se preferisce, sulla fisicità,
che non viene mai meno, nonostante il passare del tempo e
linvecchiamento.
Nel
suo libro lei affronta anche la tematica politica. Hanno ancora
senso per lei le categorie di destrae sinistra
Penso
che ci piace troppo dividere le cose in base a schemi dualistici:
bianco o nero, bello o brutto, buono o cattivo. Invece dovremmo
imparare, una buona volta, ad affrontare la complessità
delle cose e a essere meno manichei.
Sembra
avercela particolarmente con gli Americani...
Negli
Stati Uniti siamo molto bravi a identificare un nemico a cui
dichiarare guerra. I nemici possono essere di vario tipo: il
grasso dei chili superflui, le rughe che arrivano con
lavanzamento delletà, lIslam, il
terrorismo. Prenda George Bush, forse ne ha sentito parlare, sì,
quel presidente che non è stato eletto due
volte. Continua a proclamare che siamo in guerra contro il
terrore. Lui e gli altri bastardi di destra, appena sbarazzatisi
del nemico comunista, si sono dovuti inventare unaltra
guerra. Se cominciassimo a pensare che non cè una
guerra al terrore, ma, semplicemente, alcuni terroristi che vanno
doverosamente isolati e resi inoffensivi, ecco, se passasse
unidea radicale di questo tipo, ciò metterebbe fuori
gioco uno come Bush. In futuro, forse tra due generazioni,
qualcuno racconterà la mistificazione sistematica che è
stata necessaria per tenere in piedi la costosissima industria
militare di Bush.
Erica
Jong cancellerebbe dal vocabolario la parola guerra.
Ma questo basterebbe a risolvere i problemi del confronto-scontro
tra civiltà e modelli culturali diversi?
Credo
che già rifiutare la metafora della guerra,
nel nostro linguaggio, nel nostro modo di esprimerci, sarebbe un
passo avanti. Dobbiamo lavorare per elaborare un nuovo
linguaggio. Quanto al confronto tra le diverse civiltà,
penso che dovremmo attrarre gli altri alla democrazia, più
che provare a esportarla con le bombe. Qual è il
patrimonio della società americana? La libertà, il
rispetto delle diversità, le garanzie costituzionali.
Tutte cose che uno come Bush, in realtà, sta sopprimendo.
Andando in Iraq abbiamo ottenuto un solo risultato: convincere la
popolazione locale (e quelle degli altri Paesi arabi) che noi
siamo i nemici. Saddam Hussein era un terribile dittatore, ma le
donne, ad esempio, sotto il suo governo non stavano peggio che in
molti altri Paesi islamici. Quella irachena era una società
piuttosto secolarizzata. Alla fine di questa guerra civile lo
sarà sicuramente meno.
Come
vede il futuro della società nellOccidente
sviluppato?
Più
donne con uomini giovani (poiché le donne sopravvivono
sempre di più agli uomini, ciò sarà
inevitabile), più donne con donne, più uomini con
uomini, più famiglie allargate.
A
proposito di famiglia - argomento su cui in Italia il dibattito è
sempre infuocato, riguardo ai possibili nuovi modelli da
introdurre a livello legislativo - qual è lelemento
che identifica una famiglia in quanto tale?
Limpegno,
la promessa di prendersi cura dellaltro. Per questo non ha
alcuna rilevanza il sesso dei partner. Se cè
limpegno serio per una stabilità di unione, anche
due uomini o due donne sono in grado di crescere ottimamente dei
figli.
Lei
scrive più per le donne o per gli uomini?
Scrivo
per gli esseri umani. Sono molto interessata a scrivere della
sessualità maschile e spero di avere sufficiente empatia
per farlo. Quello che ho capito degli uomini, dopo averne
frequentati molti, è che tendono a identificarsi
completamente con il proprio pene, parlo sia degli eterosessuali
che dei gay. Penso che su questo dovrebbero iniziare a rilassarsi
un po.
Unultima
domanda: perché Sedurre il demonio?
Più
che al demonio, cioè a Satana, il titolo
allude al demone, a qualcosa di soprannaturale che
rappresenta la creatività e la passione. Creatività
e passione sono due cose molto vicine.
Intervista di Roberto Carnero
L'UNITA' 25/09/2006
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