È
un giallo scadente, già risolto, e che non ha bisogno
della penna di Carlo Lucarelli. Il killer di Blu
Notte ha agito lasciando in scena tutti gli indizi e senza
neppure servirsi del maggiordomo. Nessun brivido, solo una
diffusa inquietudine. Sono tornato a casa laltra sera
e ho acceso la tv. Mi aspettevo di vedere la puntata dedicata
alla mafia. E invece, allimprovviso, sullo schermo si è
materializzato Clint Eastwood, circondato da una mandria di
mucche, racconta lo scrittore.
Nessuno
ha avuto il buon gusto di avvertirla?
Ci
hanno provato sia il direttore di rete che il capostruttura, ma
avevo il cellulare spento. Poi, ho ascoltato i loro messaggi.
Erano mortificati, imbarazzatissimi. Sono brave persone, non
centrano niente.
E
chi centra? Se fosse una crime-story le chiederei il nome
dellassassino.
Qualcuno
molto in alto, in Rai. E non credo da solo. Ma attribuisco la
scelta di oscurare la puntata a un clima generale, diffuso. Un
sentimento censorio.
La
puntata era una replica, giusto?
Sì,
si trattava della puntata-pilota dellintera serie Blu Notte
Misteri dItalia. Già trasmessa a giugno, con uno
share del 16%. Un ottimo risultato per programmi come il nostro
che si attestano sul 9%, circa 2 milioni e mezzo di
telespettatori. Lidea era di proseguire, dopo
lapprofondimento sulla mafia, con almeno altre tre puntate.
In programma avevamo la ricostruzione della vicenda relativa alla
Banda della Magliana e alla malavita milanese. A questo punto,
immagino, se ne riparlerà in autunno. Se se ne riparlerà.
Il
motivo ufficiale del black out è la par condicio?
Così
mi hanno detto. E mi stupisco. Davvero, sono sorpreso. La puntata
partiva dalle stragi del 1992, ripercorreva la storia di Cosa
Nostra attraverso un excursus cronologico, fino agli anni
Sessanta. Cerano interviste a Violante e al deputato di An
Battaglia. Parlava Martelli, che allepoca era ministro
della Giustizia. Nessun riferimento a fatti attuali, come il
processo Andreotti o DellUtri. Voglio, inoltre, precisare
che nella dinamica di Blu Notte le interviste funzionano solo
come snodo narrativo, non hanno alcun intento o significato
politici.
Cosa
diceva esattamente Battaglia?
Il
parlamentare di An è stato minacciato di morte. Gli
abbiamo chiesto i motivi. Minacce giunte per non aver rispettato
qualche patto con la mafia? Battaglia è stato molto
chiaro, ha respinto ogni coinvolgimento con Cosa Nostra,
spiegando che la mafia non vota i politici locali dai quali può
ottenere ben poco, ma chi può decidere a monte. Ha detto
anche che la coalizione di centrodestra, in Sicilia, ha
interpretato il cambiamento. Per altro, Battaglia ha visto la
puntata e non ha ritenuto dover smentire nulla di quanto avevamo
mandato in onda. Escluderei sia questa intervista il nodo del
problema.
E
qual è il nodo?
Il
tema trattato, immagino. Credevo che parlare di mafia non
provocasse tanti fastidi.
Avreste
potuto andare in onda lo stesso, con lavvallo del Tg3, ad
esempio.
Sì,
infatti. Ma dovremmo avere il supporto di una testata
giornalistica, per parlare di certe cose. Lerrore è
qui. La mafia non è un partito, noi abbiamo approfondito
un argomento che è parte, nostro malgrado, della storia
del Paese. Argomento che ha intrecci politici, ma non è
politica, non è tribuna elettorale. È il contesto
che è malato. Se si oscurano Blob e Blu Notte, fra breve
cominceranno a censurare la satira, e poi chissà, forse
anche la pubblicità, e i comici.
Prevede
una Rai sempre più imbavagliata?
Prevedo
che, di questo passo, si rischia di non vedere più niente.
Un film come Il giorno della civetta, per dirne una,
può essere trasmesso? E il film su Aldo Moro? Rispettando
le regole della par condicio applicate su di noi, direi di no.
Non vedo soluzioni. Penso che, per quanto ci riguarda, ci
fermeremo adesso. Poi si vedrà.
E
nel frattempo tornerà a scrivere?
Sto
già facendolo. È un romanzo ambientato in Eritrea,
nell800. Spero che qualche parente di Crispi non se ne
abbia a male e sia possibile pubblicarlo in pace. Senza intoppi.
Intervista
di Daniela Amenta L'UNITA' 24/04/2004
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