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Camilla, la detective a caccia di serial killer nella nebbia padana |
Dai
mostri del folklore della Bassa padana a quelli ben più
concreti dell'odierna cronaca nera.
C'è un serial killer
che si accanisce sulle signore della Modena bene, uccidendole e poi
travestendole da prostitute, nell'ultimo libro di Giuseppe Pederiali
Camilla nella nebbia (Garzanti, pag. 310,
euro 15). Questa svolta in noir è una novità nella
variegata produzione dello scrittore di Finale Emilia, classe 1937,
cantore delle tradizioni della sua terra e vincitore di molti premi,
che ha già mandato in libreria successi come "Marinai",
"L'amica italiana" "Emiliana" e
"L'osteria della Fola". Con "Camilla nella
nebbia" nasce anche una nuova eroina: l'ispettrice Camilla
Cagliostri, che saprà risolvere questo caso complesso grazie
all'intuito e alla determinazione. Ne abbiamo parlato con l'autore.
Pederiali, a cosa si deve questa svolta gialla?
Per la verità avevo già pubblicato un romanzo giallo negli anni Settanta, "Povero assassino", e ho poi disseminato tracce di questa mia grande passione per il genere in altri miei libri, come "L'amica italiana" che è una lunga ricerca con colpo di scena finale.
Il giallo e il nero oggi sono molto di moda
Sì, ma io sono considerato un precursore di questo revival, e poi non mi piacciono tanto i noir con soluzioni inimmaginabili, preferisco il giallo classico alla Agatha Christie dove gli indizi mettono in grado il lettore smaliziato di indovinare il colpevole. Un meccanismo ad orologeria ben oliato all'interno di uno scenario preciso e riconoscibile.
E a proposito di riconoscibilità, nella Modena di "Camilla nella nebbia" compaiono molti personaggi veri
Sì, c'è Pavarotti con il suo megaconcerto al parco Novi Sad, dove viene ritrovata la prima vittima, poi c'è il giornalista del Resto del Carlino Stefano Marchetti, che davvero si è occupato di nera; c'è il mitico team Ferrari che è quasi oggetto di culto e quel Roberto Armenia che conosce tutti i vip del mondo - personaggi riconoscibili da tutti accanto a nomi che dicono qualcosa solo ai modenesi.
C'è anche una sottintesa critica alla nuova Modena che pensa solo al denaro?
Sì ma è una critica che potrebbe valere per molte altre cittadine ricche del Nord Italia: Modena come Pavia come Chiavari. Il benessere portato dall'industria ha fatto dimenticare le origini contadine e i valori tradizionali.
Perché un detective donna?
Perché tutte le mie protagoniste sono donne e perché trovo che siano più riflessive e adatte al lavoro d'indagine, anche se spesso relegate a ruoli marginali e ritenuti più femminili. Anche Camilla infatti viene incaricata dei delitti solo in un secondo tempo, le sue normali mansioni riguardano la prostituzione minorile.
Non mancano, comunque, neppure qui, accenni alla fauna fantastica della mitologia popolare padana.
Non potevano mancare: vampiri, pipistrelli, spettri e farfalle con la testa di morto sulla schiena sono un po' i miei marchi di fabbrica, i miei portafortuna.
Intervista di Lucia Compagnino IL SECOLO XIX 13/07/2004
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