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RITRATTO DI AUTORE
cenni biografici

LUIS SEPULVEDA


Luis Sepulveda è nato in Cile nel 1949. Vive tra Amburgo e Parigi, è autore di romanzi, racconti, commedie e ora ha debuttato come regista.

Ha dovuto abbandonare il suo paese all'avvento della dittatura militare di Pinochet.
Ha viaggiato e lavorato in Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù. Ha vissuto in Ecuador tra gli indios Shuar. In quell'occasione Sepulveda è diventato amico di Chico Mendes, cui ha dedicato
Il vecchio che leggeva romanzi d'amore.

Sepulveda ha una prosa semplice e lineare, con cui riesce a conciliare il gusto per la descrizione di luoghi suggestivi e lontani, con il racconto dell'uomo attraverso le sue esperienze anche tragiche, i suoi sogni frustrati e le sue speranze di libertà e di giustizia sociale.
Il Italia ha ottenuto un grande successo il suo La Gabbianella e il gatto che le insegnò a volare, fiaba solo apparentemente per bambini.



"Quando sono nato ero già un fuggitivo, un latitante. Mia madre era ancora minorenne, e mio padre, di pochi anni più grande, era stato denunciato dal 'suocero'. Così sono stato partorito in un albergo, durante una pausa forzata di quella fuga d'amore con tanto di mandato di cattura. Sarà anche per questo, che ho sempre avuto la sensazione di non essere di alcun posto..."

Luis Sepúlveda, cileno errante, scrittore tradotto in almeno una quindicina di paesi, si è da poco trasferito in una casetta ai margini della Foresta Nera, pur conservando la vaga residenza "tra Amburgo e Parigi", come si legge sulle copertine dei suoi libri.
Oggi potrebbe rientrare in Cile, che lasciò nel 1977 per l'esilio, ma non ne sente alcun bisogno, e se l'intervistatore di turno gli chiede: "Quando pensa di tornarci?", lui risponde immancabilmente: "Perché mi volete rispedire lì, vi ho già stufato?".
I primi passi da scrittore li ha mossi al liceo di Santiago, dove pubblicò qualche poesia sul giornalino dell'istituto.
Ma decise subito di mettersi in proprio, scrivendo e ciclostilando racconti pornografici che poi vendeva ai compagni di scuola.
"Quelli sono stati i primi soldi che mi sono guadagnato con il mestiere di narratore. Sono certo di aver contribuito non poco all'equilibrio ormonale dei miei compagni di liceo..."
Di lì a poco, si sarebbe dedicato a ben altro genere di narrativa.

Nel 1964 entrò nella Gioventù comunista cilena, e i suoi racconti e poesie divennero celebri nelle riunioni sindacali, in scioperi e manifestazioni. Gli scrittori seri  lo snobbarono, per poi attaccarlo con disprezzo.
Ci rimasero molto male quando Luis, nel 1969, vinse il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di racconti
Crónicas de Pedro Nadie.
"E' stato un mio amico a metterli assieme e a mandarli a L'Avana. Io non ci credevo, ma poi, una volta vinto il premio... be', gli scrittori cileni affermati decisero di odiarmi apertamente. Tutti, meno uno: Francisco Coloane, che mi difese pubblicamente."
Luis aveva appena vent'anni, e stimava Coloane come il più grande narratore d'avventure che mai avesse letto, e che lui mette al pari, se non al di sopra, di London, Melville e Conrad.

"Dal settembre del 1970 al giugno del 1971 fu il periodo della mia vita in cui dormii di meno. C'erano troppe cose da fare. Mi ero appena diplomato come regista teatrale, e con Víctor Jara allestimmo
Sei personaggi in cerca d'autore, di Pirandello. La militanza era in qualsiasi cosa facessimo, e nessuno si dedicava a una sola attività in esclusiva.
Per esempio, oltre al teatro, ai programmi della radio e a qualche racconto che scrissi, divenni anche responsabile di una cooperativa agricola... Ma presto cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di cannibalismo.

Le divisioni politiche si acuirono, e fra una disputa e l'altra non ci si rendeva conto che la destra si preparava a sferrare il colpo decisivo.
"Dal 1973, Luis era entrato nella struttura militare del Partito socialista, diventando anche membro della guardia personale di Allende. Il giorno del colpo di stato stava sorvegliando un acquedotto che si temeva potesse essere fatto saltare con la dinamite.
Finalmente in Ecuador, a Quito, Luis conobbe un mondo che tanta influenza avrebbe avuto nei suoi destini di scrittore, oltre che di militante totale ed estremo in favore di una natura saccheggiata.
Per sette mesi visse nella selva amazzonica con gli indios shuar, di cui ha imparato la lingua e il rispetto per i delicati equilibri della Madre Terra.
"Sette mesi in cui ho scoperto l'essenza della vera libertà, il comunismo utopico dal vivo e in diretta."

Da quell'esperienza, anni più tardi, avrebbe tratto il suo libro di maggior successo internazionale, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore. [...]

sta in Pino Cacucci, Camminando. Incontri di un viandante, Milano, Feltrinelli, 1996.


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