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RITRATTO
DI AUTORE |
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Sepulveda: un apologo della libertà |
Lo
scrittore cileno presenta a Roma il suo primo film, «Nowhere»
Tra
gli interpreti Harvey Keitel e Angela Molina
ROMA «Un apologo della
libertà». Così Luis Sepulveda parla del suo primo
film, «Nowhere», ispirato a un racconto del suo libro
«Incontro d'amore in un paese in guerra», che sarà
nelle sale il 1° marzo e vede tra gli interpreti Harvey Keitel e
Angela Molina. Il film, pieno di citazioni letterarie, da Gertrude
Stein a le lettere di Van Gogh al fratello Theo, prende il titolo
dalla vecchia stazione nel deserto, chiamata «Nessun posto»,
dove vengono portati un gruppo di oppositori: uno studente
appassionato di boxe (Leo Sbaraglia), un cuoco omosessuale (Daniel
Fanego), un professore disilluso (Andrea Prodan), un operaio amante
del bolero (Jorge Perugorria) e un barbiere appassionato di tango
(Luigi Burruano). Siamo in un paese dell'America Latina negli anni
'80 dove il dittatore di turno ha ideato un piano diabolico per
giustificare la permanenza dei militari al potere. Affidati alla
sorveglianza di un plotone di soldati, spaesati quanto loro, i
prigionieri riusciranno a fuggire (uno di loro morirà in un
precedente tentativo di fuga) grazie all'aiuto di un avventuriero, il
Gringo (Keitel), di un militante della resistenza (Fernando Guillen
Cuervo) e di una bella ragazza (Laura Mana) che in omaggio al
compagno ucciso è entrata nella lotta clandestina. «È
stata una sfida dice Sepulveda raccontare una storia
dal punto di vista del lavoro collettivo: il cinema. Il mio amico
Tonino Guerra ha letto la mia sceneggiatura e mi ha detto che andava
bene. Sapevo che fare un film è faticoso, ma quello che
immaginavo era solo il 50%. Era un mio sogno raccontare questa
storia, che considero necessaria, con il linguaggio del cinema. Parlo
di gente semplice che vive intensamente e ha avuto il coraggio di
dire no. Sul set mi sono sentito sempre a mio agio». La musica,
composta e diretta di Nicola Piovani, e il tema principale della
colonna sonora, scritto e interpretato da Jarabe De Palo, accompagno
le avventure dei protagonisti nel desertico e sterminato paesaggio
argentino. Il singolo «La vida sigue» precede l'uscita
dell'album, il 1° marzo, come il film. «Una cosa bella del
lavoro che faccio afferma Piovani è che mi ha
permesso di incontrare persone di altissimo livello. È una
forma di viaggio emotivo». «Il mio rapporto con il cinema
sottolinea lo scrittore è sempre stato
passionale. Nel quartiere proletario di Santiago dove sono cresciuto
c'erano sei sale. Era il tempo d'oro del cinema e ho visto molti
film. Il mio immaginario è nato lì, è quella la
mia radice culturale e anche quando scrivo parto dalle immagini».
L'autore de «La storia di una gabbianella e del gatto che le
insegnò a volare» non nasconde il suo grande tributo al
neorealismo italiano. «Il mio primo shock emozionale
afferma me lo ha dato Miracolo a Milano. Il cinema
italiano è stato decisivo nella mia formazione. Così
come in letteratura il più grande per me è Cervantes e
poi mi piacciono Soriano, Hemingway, Sciascia, Calvino e tra i
contemporanei Camilleri, Tabucchi, Saramago». Coprodotto da
Surf Film Italia con la spagnola Castelao Productions, l'Argentina
Patagonik Film Group, in associazione con Rai Cinema e la
collaborazione di Telepiù, lo scrittore spiega che si tratta
di «un film politico, di un uomo che non ha mai negato di stare
a sinistra». Soddisfatto di questa esperienza Sepulveda sta
lavorando a un secondo film, «Hot Line», tratto da un
altro suo racconto, di cui sarà sceneggiatore e regista e
annuncia l'uscita in ottobre-novembre prossimo del romanzo «Fine
del secolo» (Guanda) che racconta la storia del secolo
attraverso quella di un hotel realmente esistito.
Marco
Neri La
Gazzetta del sud 27/02/2002
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