Visões Úteis
significa letteralmente visioni utili: fondato come
gruppo teatrale a Porto nel 1994 (dapprima, attraverso la
collaborazione di registi esterni, metteva in scena autori
contemporanei), dal `99 persegue la propria ricerca con progetti
anche dentro le scuole e nelle prigioni interagendo con le nuove
tecnologie. Nell'ottobre 2002 creano il primo audio walk In a
coma a Porto in una zona un tempo degradata e ora
ristrutturata come quartiere residenziale per portare
l'attenzione a temi sociali. Ne abbiamo parlato con Carlos Costa,
curatore di regia e drammaturgia anche di Errare a Parma
(assieme a Ana Vittorino e Catarina Martins).
Come
nasce l'idea di In a coma?
È
ambientato nel quartiere chiamato Foz Velha (velha
significa vecchio e foz è il luogo in cui il fiume
incontra il mare). Porto è la città in cui
abitiamo, dunque c'è stata da subito una relazione diversa
col progetto, abbiamo preferito consegnare all'idea che avevamo
in mente una forte connotazione politica. Come zona da
interrogare, abbiamo scelto un'area di grande tensione
urbanistica tra una piccola comunità che viveva lì
da secoli e i nuovi ricchi arrivati semplicemente per stare al
settimo piano, con le loro terrazze con la vista sul mare. Questa
tensione era espressa da due personaggi: una guida turistica con
una relazione fredda e distante col luogo che dava solo
informazioni (e cercava di guidare lo spettatore in un
percorso-performance) e l'altro era qualcuno che raccontava
poeticamente il posto, una specie di antropologo della morte.
E
da dove parte il progetto Errare?
Essendo
noi stranieri a Parma (come i due fratelli nella storia)
l'approccio era più poetico che politico. L'intero
progetto è nato lì per lì, dapprima leggendo
libri sulla città, poi vivendoci per un po' di tempo.
L'idea dei due fratelli che si cercano di continuo ma sono
separati, era nata dalle due Parme divise dal fiume,
un fiume non abbastanza grande per dividere ma che fa comunque
notare differenze storiche e sociologiche tra un lato e
l'altro.
E il percorso come l'avete inventato?
Il
motivo era più che altro pratico, portare le persone nel
quartiere Naviglio essendo quello chiamato Oltretorrente
un po' troppo lontano rispetto al centro, dove però
volevamo passare accanto ai grandi monumenti e mai
farli guardare come qualcosa da vedere per finire
proprio al fiume (oltre a visitare luoghi drammaturgicamente
forti). Ovviamente mai perdendo di vista il filo rosso della
storia....
Avete in mente di creare altri audio
walk?
Per il momento no. Vorremmo sottolineare però
che i nostri audio walk si possono sperimentare solo nella città
specifica per cui sono stati creati. Non possiamo, come altri
artisti, farli viaggiare cambiando semplicemente percorso e
indicazioni, perché hanno un senso solo laddove sono nati
essendo i luoghi radicati nella narrazione.
Intervista di Elfi
Raiter - IL MANIFESTO 19/12/2004
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