| BIBLIOTECA | EDICOLA |TEATRO | CINEMA | IL MUSEO | Il BAR DI MOE | LA CASA DELLA MUSICA | LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
|
LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | NOSTRI LUOGHI | ARSENALE | L'OSTERIA | IL PORTO DEI RAGAZZI | LA GATTERIA |



MUSICA

Chumbawamba, il pop contro le multinazionali

Quando si parla di coerenza politica tra i musicisti, in prima linea ci sono sempre loro, gli ex squatters di Leeds, cittadina industriale britannica. Sono i Chumbawamba, che lavorano all'interno del sistema per smontarne le contraddizioni. Di scherzi alle multinazionali, e non solo del disco, ne hanno fatti tanti nella loro carriera e oggi, con il nuovo disco Readymades dato alle stampe per la loro etichetta indipendente (un disco molto più sofisticato rispetto al passato, perché, come ci racconta la cantante Alice: “Abbiamo imparato che certi pensieri radicali si possono esprimere anche con la delicatezza”), e dopo essere appena passati dall'Italia per un breve tour (ovviamente in larga parte all'interno dei centri sociali), continuano la lotta con rinnovato vigore. Quel vigore che nasce da un risveglio generale delle coscienze e che si lega ai movimenti che germogliano in tutto il mondo, compresa ovviamente la loro città natale: “Partecipiamo concretamente, non solo con la nostra musica, ma anche con una pubblicazione di politica, cultura a arte che facciamo in casa. Siamo andati a Genova, molti di noi sono appena tornati da Firenze. I movimenti stanno cambiando le nostre vite. Quello che è stato discusso al Social Forum fiorentino è rimbombato con forza a Leeds; se ne parla, ci si ragiona sopra. La scena sta cambiando, la gente sta cambiando. A Leeds nascono nuovi squats con nuove prospettive. Solo due anni fa ci si faceva esclusivamente punk rock music, ora ci sono seminari, discussioni, proiezioni cinematografiche, mercati dove si scambiano oggetti senza l'uso del denaro. Capisci? Il mondo è diventato più piccolo, il movimento anti globalizzazione ha fatto nascere una nuova forma di globalizzazione potentissima”.

Nel nuovo disco, anche una canzone pacifista contro questa assurda guerra portata avanti con pervicacia da Tony Blair, un personaggio che i Chumba non hanno mai amato: “E' difficile quasi sempre aver un buon rapporto con il proprio primo ministro. Anche voi credo non vi troviate un gran che bene con Berlusconi. O no? Siamo perfettamente d'accordo con Harold Pinter che sottolinea quanto Blair sia uno schiavo di Bush. E purtroppo questo accade anche per Berlusconi. Il fatto è che entrambi rappresentano il proprio popolo. In Inghilterra siamo stati quasi fermi per vent'anni, la gente in questo periodo di tempo ha perso fiducia nelle istituzioni, è stata annichilita dalla mancanza di lavoro, non ha fatto sciopero per la paura di perderlo. Ora è diverso, da noi si ricomincia a fare gli scioperi: lo hanno fatto i portantini delle ambulanze, e c'è una rinnovata consapevolezza: quella di potersi riappropriare del controllo della propria vita”.

Il centro sociale rappresenta il luogo propulsore di questa rinascita, in Gran Bretagna come in Italia, dove i Chumbawamba sono di casa: “Abbiamo ottimi rapporti con tutte la persone che incontriamo negli altri paesi e con cui condividiamo le stesse idee radicali di lotta al capitalismo. Quando abbiamo cominciato a guadagnare soldi con Tubthumping (cinque milioni di dischi venduti) e ci hanno offerto la possibilità di fare strane pubblicità, anziché rifiutare abbiamo pensato: perché no? Perché non utilizzare questi soldi per i nostri scopi? Così i soldi della pubblicità di una macchina della General Motors li abbiamo devoluti per un gruppo impegnato in uno studio sull'impatto ambientale dei metodi produttivi della stessa azienda e l'altra metà a Indymedia, che li ha usati per azioni di disturbo nei confronti delle multinazionali. Altri contributi sono andati a centri sociali. E' così che vogliamo lavorare, fare viaggi, conoscere gente e metterci a loro disposizione nella lotta. Abbiamo amici in tutte le radio indipendenti italiane, da Radio Onda Rossa a Radio Sherwood: furono loro a spingerci ad andare a Genova l'anno scorso”. C'è una band svedese, gli International noise conspiracy che cantano “Il capitalismo ha rubato la mia verginità”, lo stesso anche per loro? “Il capitalismo ha rubato la verginità a chiunque, ma in questo caso si tratta di una virtù che si può riacquistare, basta lavorarci sopra”.

Silvia Boschero – L'UNITA' – 02/12/2002



| MOTORI DI RICERCA | UFFICIO INFORMAZIONI | LA POSTA | CHAT | SMS gratis | LINK TO LINK!
| LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing List | Forum | Newsletter | Il libro degli ospiti | ARCHIVIO | LA POESIA DEL FARO|