Moltissime
volte, soprattutto negli ultimi anni, dopo aver fatto in concerto
Bella ciao con i Modena City Ramblers arrivavano
quattordici-quindicenni entusiasti della canzone a chiederci
quando l'avevamo scritta. Non sapevano. Com'è possibile?
Perché non hanno riferimenti, nessuno glie l'ha
raccontata. A scuola di cosa parlano? E in famiglia?.
Se lo chiede pubblicamente Cisco, l'ex voce dei Mcr che dopo un
quindicennio con la band ha imboccato la strada solitaria. Se lo
chiede - sia chiaro - ancora sorpreso e amareggiato, senza
alterigia, senza la supponenza del ridere di qualcuno che non sa.
Il musicista è alla libreria Feltrinelli nella Galleria
Sordi di Roma per suonare - in veste acustica - qualche brano del
suo nuovo cd La lunga notte e scambiare quattro
chiacchiere con i 18-20enni venuti a sentirlo. Nato a Carpi nella
rossa Emilia nel '68, simpaticamente robusto, tra chitarra, kazoo
e flauto, le sue sonorità dal vivo rammentano parecchio i
Modena, su disco il solco resta quello ma con una traiettoria più
personale, più riflessiva: per fare un paio di esempi, il
brano Come se il mondo rimanda qualche eco dai Csi di Ko
de Mondo, Terra Rossa è un'originale, cupa,
strana pizzica spruzzata d'Irlanda. La separazione col suo
passato è morbida, musicalmente e umanamente, e Cisco non
la rimpiange: È stato un bene per tutti, per loro
innanzi tutto, altrimenti sarei diventato un rompicoglioni.
Il tono e il titolo del cd però forse sottintendono: la
vitalità c'è, la fiducia c'è, la spinta
ideale che porta a battagliare per i diritti civili dallAmerica
latina all'Italia è intatta, ma su tutto aleggia la
sensazione, o la consapevolezza, che i tempi restano complicati
assai.
Intitoli
il cd La lunga notte: a nuttata ha
ancora da passa'?
Già,
non è passata, la stiamo vivendo. La lunga notte non era
solo Berlusconi, è un modo di pensare che non è
finito. Per fortuna l'ex premier ha perso, però dopo aver
governato nel modo in cui ha governato doveva prendere il 5%, non
perdere per 25mila voti. In qualche modo ha vinto con la sua
propaganda, regalando culi e tette in tv o sfornando frasi a
effetto e fregnate colossali: dobbiamo prendere atto che in
Italia non abbiamo più la capacità di capire cosa è
bene e cosa è male e si premia chi ci vende follie come
verità. Ciononostante ci sono stelle che indicano la
strada, non siamo soli, la speranza di un vero cambiamento viene
dall'estero, da gente che ha un senso della democrazia diverso
dal nostro. E meno male che siamo nell'Europa unita.
Allora
andiamo subito alla domanda: che ti aspetti da questo governo?
Non
molto, da questa legislatura. È il governo di sinistra che
vorremmo? Per l'ennesima volta abbiamo scelto, per fortuna
aggiungo, il meno peggio. Confesso tuttavia che oggi non saprei
quale sarebbe il meglio per il Paese.
Ricominciamo
da quei ragazzi che ti hanno chiesto quando hai scritto Bella
ciao: cosa significa?
La
sentivano per la prima volta, tante volte abbiamo spiegato loro
che era un canto delle mondine poi adottato dai partigiani,
abbiamo spesso raccontato anche cos'è stata la Resistenza.
Questo significa che tanti ragazzi non hanno i mezzi per sapere
certe storie. Il che mi stupisce e mi fa star male. Capisco
allora che cerchino i loro riferimenti nei cantanti, ma allora
metto sull'avviso: stiamo attenti.
Attenti
anche ai cantanti? Nel brano Il prigioniero
attacchi il troppo potere alle banche, all'economia, allo
Stato, all'informazione, in un solo uomo, e fin qui non
sorprende, e il troppo potere ai cantanti. A chi e a
cosa ti riferisci?
A
chi non lo dico per evitare sterili polemiche. A cosa sì:
è giusto ascoltare poeti, registi, musicisti e rocker,
possiamo tutti imparare tanto, però ognuno sia nello
spazio che li merita. Mi spiego: spesso mi sono accorto di avere
potere sui ragazzi solo perché cantavo certe cose. E
invece vedo molti cantanti italiani dire la loro in modo forte,
preciso, senza mettersi in discussione, quando tante volte
potrebbero essere gli altri ad avere ragione. Quei cantanti
vogliono essere come guide spirituali e mi fanno paura, ma i
ragazzi li ascoltano perché non hanno più
riferimenti seri, sinceri, non gli viene detto tutto, mentre
esiste questo forte bisogno di persone che abbiano autorevolezza
morale, solo che spesso viene data autorevolezza a persone che
non sono in grado di reggere questo potere morale. Vale anche per
i politici, non solo per i cantanti.
E
se tu dovessi indicare un tuo riferimento etico?
Sono
cresciuto in una terra rossa, di forti valori. Da
ragazzo, nel bene e nel male, era il Pci. Oggi, come allora,
indicherei Enrico Berlinguer. Oppure mi ritrovo a pensare a don
Andrea Gallo, della comunità di base di San Benedetto al
porto di Genova: e non sono nemmeno credente.
Intervista di Stefano Milani
L'UNITA' 22/09/2006
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