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Germi di fascismo, è solo l'ultimo episodio |
Le pietre di Pantalica (Mondarori, 1989) di Vincenzo Consolo ripercorre un excursus letterario-geografico alla ricerca delle antiche radici siciliane, ma racconta anche cosa accade al Teatro greco di Siracusa durante la rappresentazione di Ifigenia in Aulide di Euripide. Metafora di quello che sta accadendo in questi giorni al regista Luca Ronconi, che durante la rappresentazione delle Rane di Aristofane (guarda caso un altro autore classico), di nuovo al Teatro greco di Siracusa, ha dovuto rinunciare ai quadri con le effigi delle Trimurti di governo: Berlusconi, Fini e Bossi. Il tutto dopo le polemiche alle quali hanno dato avvio il ministro Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, il responsabile di Forza Italia per la Sicilia Gianfranco Miccichè, il sottosegretario ai Beni e attività culturali in quota An Nicola Bono, secondo i quali Aristofane, a differenza di Ronconi, non avrebbe mai fatto apparire trafficanti e affaristi come dei tiranni. Ma il teatro è il luogo della metafora per eccedenza dice Vincenzo Consolo -, il governo di centrodestra non può limitare la libertà artistica. Atto di censura o incongruenza verbale? Se non è censura questa! E' un atto incivile, non si può attaccare in questo modo un regista come Ronconi. Tutta questa storia mi fa vergognare di essere siciliano. Purtroppo, però, episodi del genere nell'attuale legislatura succedono di continuo. Basta ricordare cosa è accadute al Salone del Libro di Parigi: noi scrittori siamo stati insultati, accusati di vigliaccheria. Gli attuali uomini politici sono intolleranti. E' un'accusa rivolta a tutta la classe politica in generale? Ci sono uomini politici di svariate ideologie, ma una situazione con i governi precedenti non si era mai verificata. Ora si cerca continuamente di censurare la satira e l'informazione. E qui potremmo fare i nomi di Biagi, Santoro e Luttazzi. Quello che è accaduto al Teatro greco è solo l'ultimo episodio frutto di una mentalità e di un'ideologia intollerante, che evidentemente si porta dietro i germi del fascismo. Secondo lei la libertà di pensiero e di espressione sono in pericolo? Se viene meno la libertà di pensiero e di espressione la democrazia è in pericolo. Io faccio parte del Parlamento internazionale degli scrittori assieme a Antonio Tabucchi e a Claudio Magris e il nostro compito è proprio quello di difendere gli scrittori la cui libertà di espressione è in pericolo (riguarda soprattutto il Sudamerica e l'Africa), per questo esistono le città rifugio. La libertà di pensiero è qualcosa di sacro e civile che nessuno può togliere. Un artista è sempre libero? Certo, non si possono mettere paletti alla creatività. La lettura di Ronconi è legittima. Secondo Miccichè, poiché il Piccolo di Milano riceve i contributi dallo Stato, il teatro pubblico non dovrebbe criticare chi gli dà i soldi... E' una concezione del tutto errata. Credono che Stato e governo coincidano, ma si sbagliano. Le istituzioni sono finanziate dai cittadini che pagano le tasse, sia da quelli che hanno votato Berlusconi sia da quelli che non l'hanno votato. A proposito del presidente del Consiglio, cosa ne pensa del fatto che abbia preso le distanze dalla Prestigiacomo, da Micciché e da Bono? Va indubbiamente a suo onore: purtroppo gli accolti cercano sempre di essere più realisti del re. Sgarbi, Prestigiacomo e Micciché pur di dimostrarsi più realisti del loro capo si ritrovano ora in una situazione paradossale. Se Aristofane vivesse ai giorni nostri avrebbe condiviso la chiave di lettura di Ronconi? Senza dubbio. Nella critica della maggioranza parlamentare e di governo c'è una certa ignoranza di fondo: la metafora artistica va inserita nel tempo presente. Nei Promessi sposi Manzoni scriveva del '600, ma parlava dell'800. Non cera censura allora, figuriamoci se deve esserci oggi. Intervista di Francesca De Sanctis L'UNITA' 21/05/2002 |
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