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MUSICA

Intervista ai Creekdippers

Non è una novità che la gran parte dei musicisti sia schierata contro l'amministrazione Bush [...] ma l'uscita di un disco come Political Manifest, realizzato da Mark Olson e sua moglie Victoria Williams (i Creekdippers) per mettere alla berlina il presidente Bush rappresenta un piccolo evento anche nel campo dei liberal e dei democratici. I Creekdippers hanno inciso undici canzoni – tra i titoli più significativi Poor GW, Rumsfeld, Duck Hunting, Portait Of a Sick America, George Bush Industriale – che parlano chiaro contro l'attuale amministrazione, le menzogne e le guerre scatenate nel mondo dagli Usa negli ultimi tempi. Aldilà della bellezza delle canzoni – sonorità folk, ovvero la quintessenza dell' “alternativa country” che Olson già aveva contribuito a creare quando era nei Jayhawks, Political Manifest, pubblicato in Europa dalla Glitterhouse e distribuito in Italia dalla Venus è un album pensato per far discutere. Ne abbiamo parlato proprio con Matk Olson.

Pensa che se Al Gore fosse stato eletto al posto di Bush la situazione adesso sarebbe diversa?

Penso di sì. Sarebbe completamente differente...ma questa è una domanda a cui non so veramente dare una risposta articolata. Quando si parla della questione Al Gore, bisogna dire che Bush ha vinto senza il voto popolare. Quando arrivi in una posizione come quella e la gente non ti ci vuole, cerchi di farti amiche proprio le persone che non ti hanno voluto. Cerchi di capire perché non ti hanno voluto. Lui certo non fa nulla di tutto questo. Lancia i programmi oltraggiosi delle corporation per impadronirsi di ogni cosa e le sue offensive militari.

Alle passate elezioni presidenziali ha votato il 40% degli americani, da noi la media è in genere molto più alta. Non pensa che sarebbe il caso di abolire l'obbligo di iscriversi nelle liste elettorali per avere il diritto di votare?

La registrazione del voto fa parte della nostra storia. E' un modo per controllare gli elettori e per accrescere il proprio potere, ma è anche una questione di cui si è parlato e si parla spesso. Non credo sia un ostacolo per nessuno. Si può andare a registrarsi nelle liste e si può votare. Semmai non si vota per pigrizia, per apatia, per la sensazione diffusa di non poter cambiare nulla, per il sistema educativo.

Però in passato la registrazione del voto, è stata utilizzata per impedire di votare agli elettori neri negli Stati del Sud.

E' vero. Non mi sorprenderebbe scoprire che sia stato fatto qualcosa del genere anche di recente.

Qualche anno fa molti musicisti – primi fra tutti i R.E.M. - hanno promosso una campagna per la registrazione del voto. Non pensa che sarebbe utile ripetere questo tipo di esperienza?

Sì, perché no? Credo che ci siano parecchie persone impegnate per questo. Non musicisti, ma gruppi che pensano di poter guadagnare qualcosa finanziando campagne per la registrazione del voto. Non è consentito ovviamente dare delle indicazioni su ci votare, ma c'è sicuramente qualcuno che ritiene di poter avere dei vantaggi da questo tipo di azione.

[...]

Mi sembra che i Creekdippers si rifacciano alla tradizione dei musicisti folk impegnati nella politica: da Woody Guthrie e Pete Seeger a Bob Dylan.

I riferimenti sono proprio quelli che ha detto anche lei, quando uno comincia, e questi musicisti hanno scritto una quantità di canzoni politiche. Woody Guthrie era anche pagato, per scrivere certe cose, per idealizzare certi fatti. Penso a The Grand Coulee Dam, una delle sue canzoni più famose. Idealizzare i lavoratori è una cosa che appartiene alla country music, per fare un altro esempio. Pensi a Merle Haggard. Il blues o il country degli Appalachi sono sono espressioni delle classi più povere e quindi affrontano questi argomenti. Io sono riuscito a costruire alcune cose, nella mia vita, e ora Bush vuole portarmele via. Si è messo sulla mia strada. Per cui se posso dire ciò che penso di lui e divertirmi a farlo, lo faccio senza esitare un solo istante.

Il pubblico americano capisce al volo quello che cantate, ma a noi servono i testi. Dove si possono trovare?

Nel sito www.politicalmanifest.com. Li ho scritti tutti e ho aggiunto anche quelli dei due tradizionali che ho riarrangiato: Coming, Coming e My Father Knows Foes.

Intervista di Giancarlo Susanna – L'UNITA' – 11/08/2004



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