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DLI |
Il
Nostro è divenuto un interessante argomento enciclopedico.
Spero di far cosa gradita nel pubblicizzare ciò. Prenderò
qualche stralcio, ad esempio, per dare un'idea di qual è il
motivo del contendere oggi a proposito della Par Condicio.
Da:
Wikipedia, enciclopedia multilingue e multidisciplina accedibile
tramite internet. Pagine sul Libertador:
<http://it.wikipedia.org/wiki/Berlusconi>
.
Eccoli: estratti sul perché Lui odia la Par Condicio
ed i suoi nemici la invocano, come in questo momento. Connessioni
dell'argomento Par Condicio con "conflitto di interessi" e
televisioni.
Il Boom televisivo: "La crescita degli
ascolti nel 1980 fu dovuta al Mundialito, un torneo di calcio tra
Uruguay, Argentina, Brasile, Germania, Italia e Olanda. Dopo una
vivace campagna propagandistica a favore della visione in diretta,
condotta da alcuni quotidiani nazionali (tra cui si distinsero il
Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, entrambi allora sotto
l'influenza della loggia massonica P2, e Il Giornale, di cui lo
stesso Berlusconi era azionista), nonostante gli iniziali pareri
sfavorevoli da parte di ministri governativi, la RAI dovette
concedere a Canale 5 l'uso del satellite e la diretta per la
trasmissione in Lombardia e in differita, nel resto
d'Italia."
Conflitto di interessi (ed ineleggibilità,
l'embrione): "Il suo debutto politico inizia all'insegna dei
cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361
del 1957 (che all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili
(...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per
concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità
economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le
elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del
neo-segretario Massimo D'Alema, decise di rigettare il ricorso,
permettendo l'ascesa politica di Berlusconi."
Conflitto
di interessi (e Par Condicio, il contendere attuale): " Con
riferimento al controllo dei mezzi di informazione si intende per
conflitto di interessi l'incompatibilità fra la proprietà
di testate giornalistiche o di emittenti radio televisive con
l'assunzione di cariche pubbliche tali da consentire al titolare di
tali cariche di controllare o influenzare la gestione di altre
testate o reti concorrenti, il cui controllo, parziale o totale, sia
appannaggio della cosa pubblica.
In particolare la proprietà
da parte di Berlusconi delle reti Mediaset configurerebbe un
conflitto di interesse nella misura in cui, nella sua veste di
Presidente del Consiglio, egli fosse in grado di determinare, o
comunque influenzare, la nomina degli organismi dirigenti della RAI,
televisione pubblica di cui il Ministero del Tesoro, tramite la RAI
Holding, è azionista di riferimento. Va notato che,
attualmente, Mediaset e RAI, insieme, detengono circa il 90% dello
share televisivo totale nazionale, diviso fra le due reti in parti
all'incirca uguali.
Mediaset comunque si attiene agli stessi
criteri adottati dalla RAI nel garantire un'appropriata visibilità
a tutti i principali partiti e/o movimenti (la cosiddetta Par
Condicio).
Il Consiglio di Amministrazione della RAI è
nominato, di comune accordo, dai presidenti del Senato e della Camera
dei Deputati. Sebbene entrambi i presidenti siano espressione della
maggioranza è prassi consolidata che essi siano scelti in modo
da poter essere accettati anche dalle opposizioni. La ragione di ciò
risiede nell'alto profilo istituzionale di queste due figure, che
rappresentano rispettivamente la seconda e terza carica dello Stato,
subito dopo il Presidente della Repubblica, e che quindi sono tenute
ad agire "super partes" in questioni riguardanti l'alto
interesse nazionale. Attualmente queste due posizioni sono occupate,
rispettivamente, da Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini.
È
interessante notare che questo approccio è tipico del sistema
politico italiano. La Costituzione Italiana, infatti, è stata
approvata nel 1948, subito dopo l'era fascista, e, al fine di
prevenire il ritorno a forme di governo dittatoriali, ha posto
un'estrema cura nel bilanciare fra di loro i diversi poteri dello
Stato, per evitarne l'eccessiva concentrazione in un'unica persona
e/o istituzione.
Uno dei maggiori critici di Berlusconi tra i
media stranieri è stato il settimanale britannico The
Economist (soprannominato da Berlusconi "The Ecommunist").
Lo scontro verbale tra Berlusconi e l'Economist raggiunse il suo
apice quando Berlusconi portò la pubblicazione alla corte di
Roma, mentre l'Economist pubblicava lettere aperte contro di lui
[1].
In ogni caso, secondo l'Economist, Berlusconi, nella sua
doppia veste di proprietario della Mediaset e Presidente del
Consiglio, detiene il controllo di circa il 90% di tutto il panorama
televisivo nazionale.[2] Questa percentuale include sia le stazioni
da lui direttamente controllate che quelle su cui il suo controllo
può essere esercitato in maniera indiretta attraverso la
determinazione o l'influenza nella nomina degli organismi dirigenti
della televisione pubblica.
Il vasto controllo sui media
esercitato da Berlusconi è stato più volte ricollegato
alla possibilità che i media italiani possano essere soggetti
ad una limitazione delle libertà d'espressione. L'Indagine
mondiale sulla libertà di stampa 2004 (Freedom of the Press
2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato
dall'organizzazione americana Freedom House, retrocesse L'Italia dal
grado di 'Libera' (Free) a 'Parzialmente Libera' (Partly Free) [3]
sulla base dell'influenza di Berlusconi sulla RAI. Un grado raggiunto
nell'Europa occidentale solo dalla Turchia (2005).
Reporter senza
frontiere dichiara che nel 2004, "Il conflitto d'interessi che
coinvolge il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vasto impero
mediatico non è ancora risolto e continua a minacciare la
libertà d'espressione".[4] Nell'aprile 2004, la
Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce alle critiche,
obbiettandosi al passaggio di una legge votata da Carlo Azeglio
Ciampi nel 2003, che i detrattori di Berlusconi ritengono sia
destinata a proteggere il suo controllo dichiarato del 90% dei media
nazionali. [5]".
Riassumendo: anche questa enciclopedia
dimostra che la carta (stampata e no) è tutta in mano alla
sinistra...
So long &rea
P.S.(altro
estratto da Wikipedia: "Come Berlusconi viene visto
dall'opinione pubblica
All'estero
Gran Bretagna
Silvio
Berlusconi è l'unico capo di governo al mondo a cui il sito
internet della BBC ha dedicato una pagina personale di gaffe :
"Berlusconi in his own words" (Berlusconi, con parole
sue).")
P.P.S.(il Libertador negli ultimi giorni... il
suo battage pubblicitario 24 ore al giorno contro la sinistraccia:
"I signori della sinistra hanno scelto l'ideologia comunista che
ovunque nel mondo ha prodotto terrore, miseria e morte. Hanno fatto
quindi la scelta più sbagliata", "Questi signori
della sinistra hanno scelto la strada più sbagliata da quando
esiste l'uomo, perché il comunismo è l'impresa più
criminale e disumana della storia"... la pubblicità è
l'anima del commercio!)
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