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Riporto senza commenti alcuni brani dell'intervista del beato Previti ("follia", "gogna mediatica", "farsa", "calvario",... "martirio"! Ecco perché beato! È un martire!), conferenza stampa tenuta per dire la sua verità, l'unica verità, la vera verità, poiché ciò è "Un diritto che è riconosciuto, ad ogni latitudine ed in ogni epoca storica, anche ai condannati a morte. Sono costretto a dire pubblicamente ciò che il dottor Carfì non ha voluto sentire prima di ritirarsi in camera di consiglio":
"Un processo da stadio come accadeva nei processi della Cina comunista nel quale celebrare la mia gogna mediatica, la condanna per il mio modo di essere, per quello che rappresento, per quello in cui credo, piuttosto che per quello che avrei fatto. [...] I giudici milanesi si sono autoproclamati arbitrariamente i miei giudici personali, i giudici della mia faccia. [...] Il reato che avrei commesso è quello di avere percepito una parcella troppo elevata. In pratica, la colpa esistenziale è quella della elevatezza dei miei compensi professionali uniti alla mia collocazione politica. L'accusa ha trasformato la corruzione in reato spirituale, un 'cattivo pensiero' che avrei avuto in comune con non so quale dei vari giudici che si sono occupati delle varie vicende. [...] Non è vero che ci sia sudditanza psicologica di Berlusconi nei miei confronti. Anzi, sono io che provo della sudditanza per lui. Abbiamo un rapporto fantastico sotto ogni profilo - Nota di &rea: l'importante è essere felici, poi... i gusti son gusti, ed i gusti del Libertador son Gusti! - , gli voglio un bene enorme. [...] Se uno vuol volare un po' più alto dei piccioli della Boccassini, deve dire che il sistema giudiziario qualche crepa mortale l'ha mostrata. L'unica differenza tra il mio caso e quelli di Tortora, di Mannino, di Andreotti, di Gava è che io reagisco in corso d'opera. E il Parlamento deve intervenire, deve irrigidire l'ordinamento giudiziario perché fatti di questo genere non possano più accadere e chi li commette ne paghi le conseguenze. In Italia tutti i cittadini rispondono delle loro azioni, c'è una sola categoria che è esentata da ogni responsabilità. [...] I cittadini devono insorgere se la giustizia diventa persecuzione.[...] Se il sistema non interviene per correggere lo scempio in atto una mia eventuale condanna sarà, a questo punto, letteralmente, una condanna perché il fatto non sussiste. E sarà davvero un fatto paradossale se il sistema non interviene". E voi vorreste imprigionare una persona di tal specchiata bontà, diligenza e importanza (soprattutto in relazione all'amicizia col Libertador)? Meditate, gente, meditate...
Stay... &rea
P.S.(7 mesi fa, tribunale di Milano, IV sezione penale. Brani dall´interrogatorio del beato Cesare Previti. Vorrei ricordare che Acampora, di cui si disserta nel prosieguo, è già stato processato, condannato e martirizzato per i fatti di cui parla.
Ilda Boccassini: "Buon giorno, avvocato Previti. Sul conto Mercier sono stati accreditati 2 milioni e 730 mila dollari dal conto Ferrido - nota di &rea: la difesa considera il fatto assai rilevante per quanto concerne "Lodo Mondadori" -. Chi le ha versato la somma?".
Cesare Previti: "Quell´importo rientra nel rapporto professionale che avevo con Fininvest e faceva parte del complesso degli importi ricevuti in quel periodo".
Boccassini: "Dai documenti risulta un bonifico in suo favore dal Credito Svizzero di Chiasso, partito da un conto di Giuseppe Scabini, su disposizione di Candia Camaggi - Nota di &rea: Fininvest -".
Previti: "Non so da dove mi avessero mandato i soldi [...] So solo che quel bonifico era stato fatto su disposizione di Livio Gironi - Nota di &rea: direttore generale Fininvest - con cui ero d´accordo. Poi con quale modo mi fossero stati mandati non lo so e non mi interessa. Quei soldi erano solo una regolarissima parcella pagata estero su estero".
Boccassini: "I soldi, in seguito, sono stati convertiti in lire e inviati su un conto in Lussemburgo. Conto che era nella disponibilità di Acampora. Per quali motivi ha mandato quei soldi?".
Previti:
"Io ho mandato quel denaro ad Acampora nel quadro di rapporti
avuti con lui in passato, di natura economica".
Boccassini:
"Non ricorda più precisamente che storia ha questo
bonifico?"
Previti: "No, non ricordo, e comunque non
vorrei raccontare la storia di questo bonifico. Perché non mi
sembra che i fatti privati debbano entrare in questo processo".
Boccassini:
"Quindi non sa a quale affare erano relativi?".
Previti:
"No. L´importante, per me, è che quei soldi furono
dati ad Acampora".
Più avanti si passa "alla
pratica Bulgari": 425mila dollari in entrata e due pagamenti per
il totale identico - effettuati dal beato - sul conto
Pavoncella - Banca del Sempione di Lugano -.
Boccassini:
"A chi erano destinati quei soldi? Perché?".
Previti: "A Pacifico per un´operazione di
compensazione".
Boccassini: "Può spiegare
meglio?"
Previti: "La domanda non ha attinenza con il
processo, non posso ricordare tutti i fatti della mia vita".
Paolo Carfì, presidente del tribunale: "Quindi non ha
intenzione di spiegare meglio?"
Previti: "No. È
che mi è sufficiente..."
Ancora più avanti, il
tema diviene la spartizione della "provvista Rovelli",
punto caldo nel processo Imi-Sir.
Boccassini: "Nel giugno
del ´91 i Rovelli versano a Pacifico un miliardo, il 2 luglio
dai conti di Pacifico partono 133 milioni sul Mercier di Previti e
altrettanti vanno al conto Rovena di Squillante".
Previti: "È una compensazione al contrario [...] Ma qui il processo riguarda la corruzione dei giudici. Io sono imputato per la corruzione di pubblico ufficiale e né io né Pacifico siamo pubblici ufficiali. Cosa volete da me?"
Boccassini:
"Ha dichiarato i soldi corrisposti dai Rovelli?".
Previti:
"No".
Boccassini: "Perché?".
Previti:
"Ho già risposto".
Boccasini: "No".
Previti: "Sì".
Boccassini: "Quindi non
voleva pagare le tasse".- Nota di &rea: in un'intervista, il
beato disse che «Quando emerse questa storia del passaggio di
denaro da Rovelli a me dissi subito che si trattava di una parcella.
Poi, anche su consiglio dei miei legali, per non scatenare il fisco,
cambiai versione. Parlai di un 'mandato', che mi sembrava una formula
il più anonima possibile. Ritenendo di essere completamente
estraneo alla vicenda della causa Imi-Sir, in quella occasione ho
pensato a tutelare la mia posizione fiscale e di immagine." -
Eccetera... eccetera!)
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