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&REA 761° Giorno

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(Dopo Liberazione Italia)
L'estromissione del bolscevico Santoro

L'estromissione del bolscevico Santoro dalla Rai senza evidente (!) motivo, ha fruttato una sentenza secondo la quale il futuro programma dell'espulso (trasmesso in prima o seconda serata, non in terza, come voleva il cda Rai del Libertador) dovrà avere "una durata complessiva equivalente a quella, tra i 90 e i 150 minuti per puntata settimanale per non meno di otto mesi, dei programmi realizzati in precedenza. [...] Dotazione delle risorse umane, materiali e tecniche, idonee ad assicurare la buona riuscita di esso, in misura equivalente a quella praticata per i programmi precedenti".

E mentre Purgar Rai Mi Saziò si sconcerta ("Apprendo con sconcerto l'ordinanza del Giudice del lavoro che ha disposto, a favore di Michele Santoro, non solo il reintegro nei programmi Rai ma, addirittura, ha stabilito la collocazione oraria realizzata dal conduttore di Sciuscià.") e Flavio Cattaneo (direttore generale della Rai) singolareggia ("L'azienda prende atto della decisione del giudice, ma appare singolare il fatto che l'ordinanza entri in questioni prettamente editoriali con vincoli e indicazioni che contrastano con i principi della libertà di impresa e con lo statuto legislativo del servizio pubblico"), fanno subito eco Marcello Veneziani e Giorgio Rumi ("E' strano che il giudice si sostituisca al cda e al direttore generale e stabilisca il palinsesto indicando l'orario e la durata di una trasmissione"), così che l'odg (del cda Rai) immediatamente a seguire dà mandato "al direttore generale di valutare e di intraprendere le opportune azioni a tutela della Rai come Azienda e come Concessionaria del Servizio Pubblico, riferendone alla prima riunione utile del Consiglio".

La rossissima presidente della Rai Lucia Annunziata si proclama invece "Soddisfatta" perché c'è "la possibilità di chiudere un lungo periodo di tensione legale tra l'azienda e uno dei suoi più importanti direttori, riportando l'intera vicenda sul terreno editoriale, l'unico proprio per l'individuazione di una giusta soluzione", e così fa apporre agli atti della riunione del cda: "La libertà editoriale dell'azienda non è intaccata in quanto la definizione dei contenuti e la tipologia del programma rimangono pienamente nelle mani della direzione editoriale.".

Vediamo un po'... un giudice (rosso, ovviamente) protezionista dei lavoratori (rossi, ovviamente) fa ripristinare una situazione ante-deliberazione del Libertador (ma ve lo ricordate quando, in visita nei paesi dell'est, ha giustamente domandato in piena conferenza la testa di Santoro, Biagi e Luttazzi? Vi ricordate quando li ha classificati "Criminali" e l'Istituto Europeo di controllo dei media - mai che si facciano i cavoli loro, in Forcolandia - gli ha domandato gli estremi per iniziare un'istruttoria contro di loro? Vedi https://www.ilportoritrovato.net/html/dli397.html ), sostituendosi, di fatto, al Divino in persona!

È singolare il fatto che l'ordinanza, per difendere i diritti di un lavoratore, entri in questioni che contrastano con i principi della libertà di Impresa (una delle 3I!).

E' strano che il giudice, per rivalutare una professionalità, si sostituisca al Libertador ed alle sue emanazioni (nel senso di suoi fiduciari, non nell'accezione di sue "puzze"!) e stabilisca il palinsesto indicando l'orario e la durata di una trasmissione.

Dà sconcerto un'ordinanza del Giudice del lavoro che ha disposto, a favore del sinistrorso Michele Santoro, non solo il reintegro nei programmi Rai ma, addirittura, la collocazione oraria, impedendo una nuova giusta azione di mobbing (ad esempio, piazzarlo in terza serata di domenica, come previsto).

Ma ancora di più, è mostruoso che il presidente della Rai accetti l'ordinanza e richiami all'ordine il cda, ammonendolo di non incorrere in nuove situazioni legalmente svantaggiose.

Ma dove siamo arrivati? È proprio vero che media e toghe sono tutti in mano dei rossi...

Stay                    &rea



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