Trentaquattro anni,
esordio nel mondo della pubblicità con alcuni motivi rock
poi la scoperta della tradizione portoghese. Dulce Pontes è
una delle voci più interessanti del nuovo fado, insieme a
Teresa Salgueiro, Mariza e Bevinda. Ha collaborato per la prima
volta con Morricone in A Brisa do Coração
per la colonna sonora di Sostiene Pereira. Adesso è stato
appena pubblicato un suo album, Focus, dove collabora
sempre col maestro delle colonne sonore. Come è il
rapporto con Morricone?
Utilizzando una sua frase, posso
dire che abbiamo iniziato con un piccolo incendio per Sostiene
Pereira che è poi diventato un grande incendio e dopo
tutto questo tempo la nostra stima e la nostra amicizia è
diventata profonda a livello artistico come un grande incendio.
Ricordo che la prima volta che ci siamo visti io avevo la
sensazione che non potevo aprire la bocca per l'emozione, anche
perché Morricone è sempre stato uno dei piu grandi
musicisti che conoscevo ed era per me importante lavorare con
lui; mi ricordo delle sue mani quando dirigeva l'orchestra.
E
questo nuovo incontro con Morricone come è nato e
soprattutto cosa ha dato in più alla sua
musica?
Soprattutto la grandissima generosità
che il maestro mi ha dato nel cantare i suoi classici con tutto
il rischio rappresentato dall'interpretare pagine così
famose. L'obiettivo finale è esprimere una dimensione
emotiva e la possibilità di essere vocalmente camaleontica
soprattutto perché i brani da interpretare erano
totalmente differenti . E' necessario per un interprete avere la
possibilità di saper utilizzare il suo strumento; poi
Morricone è stato molto attento alla musicalità
della mia cultura, della mia nazione. La musica del Portogallo
non è solo il fado ma anche la musica popolare ed è
chiaro che in uno dei brani composti per me da Morricone c' è
una frase che ricorda molto il fado antico. Spesso la gente mi
identifica come una cantante di fado ma non sono solo quella,
canto anche brani d'autore.
Cosa rappresenta per lei il
fado?
Il fado per me è una filosofia di vita
che si riflette in un genere musicale ed è importante come
l'interprete canta il pezzo soprattutto quelli più antichi
e la Rodriguez ne ha dato una sua interpretazione trasferendo in
questo genere grandi poeti e un compositore importante come Alain
Oulman. Oggi questi brani sono dei classici. Nel fado c'è
una grande visione della vita, l'interprete può essere
nudo e metterci dentro propri sentimenti che possono essere di
tristezza, commozione. Per questo è necessaria una grande
umiltà e non importa da quale formazione si provenga.
Lei
è entrata da subito nel mondo della world music....
Credo
che bisogna essere quello che si è e la catalogazione non
è ne del pubblico e ne dell'artista e fuori della realtà
perché le persone quando ascoltano non pensano che questo
è un neo pseudo fado o world music: o piace o non piace.
E' il sistema che è difficile ed è difficile essere
riconosciuti: per esempio non sapevo come collocare il mio
progetto con Morricone soprattutto per le radio.
Come è
ora il Portogallo musicale...
Nel fado un cantautore
come José Afonso è stata la voce della rivoluzione.
Quando si ascoltava la sua musica si lasciava indietro il tempo
del fascismo. Era importante il suo cantare poiché il
regime individuava tre punti fondamentali e pericolosi nelle tre
f ovvero fado, footbal e Fatima. Il talento di Afonso è
stato quello di ricreare la musica del fado portando avanti una
scuola popolare e se ancora esiste è grazie a lui, grazie
ai suoi arrangiamenti e alle sue ricerche. Oggi c'è un
grande chitarrista come Carlos Paredes che contribuisce a portare
avanti il fado.
Intervista
di Marco Ranaldi IL MANIFESTO 20/12/2003
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