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Cuba: liberato Raul Rivero, poeta simbolo del dissenso |
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Raul Rivero è tornato a casa dopo 17 mesi di carcere senza tenerezze, e qualche malattia. L'hanno lasciato andare verso mezzogiorno, ma la liberazione era nell'aria. Sarò riconoscente per la vita alla Spagna di Zapatero. Ha capito che la mano forte degli embarghi e dei dispetti esaspera il governo e non aiuta i cubani, mentre una diplomazia intelligente rinforza la tutela dei diritti umani. Chi vuole aiutarci deve capirlo. Gli Stati Uniti ne prendano esempio. Blanca Reyes é la moglie: apre la porta finalmente senza batticuore a tutti i giornali, le radio e le Tv straniere. Possono fare domande senza imbarazzo. Raul è autorizzato a parlare con chi vuole. Dire ciò che pensa. Restare o lasciare il paese. Dipende se mi lasciano scrivere senza pressioni. Se tornano i divieti. Cuba è la mia patria. Mi piacerebbe vivere qui. Fra qualche settimana o qualche mese deciderò. Lunedì erano tornati in libertà altri tre dei 75 dissidenti incarcerati e condannati in un processo che ha scandalizzato l'Europa, provocando l'embargo. È tornato dalla moglie l'economista Oscar Espinosa Chepe, barba bianca. Ex diplomatico, escluso dalla stampa nazionale, collaborava coi giornali stranieri. Forse il caso, forse un garbo ritardato, lo hanno lasciato andare il giorno del sessantaquattresimo compleanno. Anche Oscar Espinosa Chepe non lascia Cuba: Sono un pacifista, ho sempre odiato la violenza preferendo il confronto delle idee. Mi rendo conto che la mia situazione è difficile, ma mi piacerebbe resister per dare un contributo alla distensione. Chi invece non ha dubbi e partirà appena possibile, è Margarito Broche Espinosa: dirigeva l'associazione dei Balseros per la Pace e Democrazia. Il figlio è scappato alle Bahamas e da qualche giorno vive a Miami. Spera di riabbracciarlo. Maule Lopez Bamobre per il momento non parla. Il governo cubano ha rilasciato ieri anche Osvaldo Alfonso. Sono undici i prigionieri liberati negli ultimi mesi. Altri quindici trasferiti all'Avana dovrebbero rivedere la luce nei prossimi giorni. L'analisi di Rivero è equilibrata: parla col distacco di chi giudica la storia di un altro. Giornalista molto bravo e poeta pubblicato in Messico e Spagna, aveva girato il mondo ma dopo la caduta del Muro di Berlino e il gelo della visita di Gorbaciov all'Avana, dall'89 il suo sguardo comincia a cercare un futuro diverso. Abbandonati i giornali, sempre proprietà dello stato, apre l'agenzia Cuba Press: Per essere davvero indipendente sono stato chiaro con chi voleva collaborare: cercavo cronisti che non guardassero in faccia il governo, né aiutassero i giochi di alcuni dissidenti. Volevo notizie controllate, non arrangiate. Collaborava al Mundo di Madrid. Per 17 mesi la moglie è sopravvissuta con lo stipendio che continuavano a pagarle malgrado Raul non potesse far uscire una sola riga dalla cella. Con la riconferma di Bush e dopo la visita e i contratti milionari firmati dalla delegazione cinese, l'interesse di Castro coincide con l'intenzione spagnola di non isolare l'America Latina dall'Europa. Appena giurato, il governo Zapatero comincia a ricucire i rapporti che più di ogni altro il governo Aznar aveva esasperato. Intermediari Chavez (accoglienza trionfale a Madrid), soprattutto Lula, stratega della sinistra moderata che ormai segna la rotta dell'America Latina. Il Brasile è un continente, Cuba un'isola troppo isolata e abbandonata agli umori di una classe dirigente che invecchia. Zapatero sta proponendo a Bruxelles di recuperare lentamente una normalità senza traumi. Non tutti a Bruxelles sono disposti a dargli una mano, ma come ha ripetuto Rivero parlando si può litigare ma ci si può anche intendere. Il silenzio non apre nessuna porta. È solo l'inizio di una stagione diversa? Di sicuro è l'intervallo tra il Bush Uno e Bush Due. Quando la macchina Usa tornerà a funzionare promesse e risposte diventeranno più chiare. Anche perché Washington non è tranquilla: lo sbarco cinese non permette sfumature. Solo dopo l'intervallo, Raul Rivero, Chepe e altri idealisti capiranno se è il caso di restare. Il Margarito del balseros, e quelli come lui da tempo hanno già deciso. Maurizio Chierici L'UNITA' 01/12/2004 |
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