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I ragazzi di Negroponte dal Sudamerica a Baghdad |
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Facile diventare
profeti seguendo la scia dell'ambasciatore John Dimitri
Negroponte. Quando l'americano tranquillo si è insediato
nella residenza di Saddam assieme ai primi mille
consiglieri personali, ogni giornalista che l'aveva
frequentato a Tegucigalpa ha pensato (e scritto) la stessa cosa:
chissà se è arrivato con chi istruiva in Honduras
le squadre della morte. Fantapolitica, indignazione dei teologi
stelle e strisce. Ma impossibile dimenticare il fantastico
Bataillon 3-16, suo primo capolavoro rivelato mentre restano
sconosciute le imprese del Vietnam, quando frequentava gli
irriducibili ufficiali del generale Van Thieu con l'impegno di
far sparire studenti e intellettuali tiepidi nell'amore per il
mondo libero. Il Bataillon 3-16 era finito sotto la lente del
Congresso di Washington per aver esagerato nei massacri: anche
allora la denuncia partiva dalla copertina di Newsweek. Malgrado
le prove, Negroponte si è salvato in quanto non
innocente, ma non punibile. Le medaglie di Saigon ne
avevano difeso l'onore. La carriera continua a Panama dove il
generale Noriega per anni ha lavorato con la Cia, ma si è
montato la testa e vuol far da solo. Problema da risolvere con
mano dura. Negroponte lo risolve. Nel 1946 apre a Panama la
Scuola delle Americhe. Corsi di strategia per una difesa
nazionale che nel tempo diventa sicurezza nazionale. La
frequentano ufficiali scelti con una cura che ne accompagna e
favorisce le carriere. Fedeltà ingessata da una pedagogia
che non insegna la guerra, ma a gestire una certa pace. Educa a
controllare, spiare, reprimere le teste calde in preda a deliri
sociali quando la sola ideologia permessa doveva essere
l'obbedienza a qualsiasi ordine nel nome dell' interesse
superiore. L'uso delle parole restava guardingo per evitare
brutte impressioni. Sono state decifrate solo qualche anno fa. La
tortura era definita «maneggio delle fonti». Il
politico che non piaceva doveva essere neutralizzato senza
rumore. Ma la filosofia di fondo del Programma per
l'Assistenza agli Eserciti Stranieri raccomandava un uso
disinvolto della paura. Spaventare rende facile il
comandare. 56 mila diplomati con lo stipendio pagato dai contribuenti. Undici sono diventati capi di stato; 40 ministri della difesa, 75 comandanti delle forze armate che garantivano sicurezza e pace ai loro paesi. Una rete dal perbenismo imperforabile ha protetto le squadre della morte e fatto a pezzi un continente. Provvisoriamente la rete si è rotta e gli specialisti hanno cambiato continente. Dopo l'addio a Panama, la scuola è trasferita a Fort Benning, Georgia. La maggioranza dei congressisti democratici chiede che la scuola venga eliminata. Non ce la fanno. Ma con le rivelazioni della vergogna, difficile conservarne il nome. E la Soa (sigla contemplata dai registi ufficiali) nel 2001 diventa Western Institute for Security Cooperation. Anche l'inutile ritocco resta sgradito ai conservatori, battuti in parlamento di appena 14 voti. Fra i docenti che distribuiscono la loro esperienza nei seminari di Fort Benning, i nuovi militari latini hanno avuto il piacere di ascoltare la lezione dei professori di passaggio: Oliver North, funambolo dell'Iran Gate, Otto Reich e Norberto Somoza, oggi vice responsabile della sicurezza Usa, inutilmente atteso dai tribunali di Parigi per spiegare l'assassinio di quattro suore in Salvador. Non mancava il dottor John Dimitri Negroponte quando rappresentava gli Stati Uniti al Palazzo di vetro. Dalla teoria è tornato alla pratica: Baghdad e Allawi lo stanno forse ringiovanendo. Maurizio Chierici L'UNITA' 11/01/2005 |
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