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I “ragazzi” di Negroponte dal Sudamerica a Baghdad

Facile diventare profeti seguendo la scia dell'ambasciatore John Dimitri Negroponte. Quando l'americano tranquillo si è insediato nella residenza di Saddam assieme ai “primi mille consiglieri personali”, ogni giornalista che l'aveva frequentato a Tegucigalpa ha pensato (e scritto) la stessa cosa: chissà se è arrivato con chi istruiva in Honduras le squadre della morte. Fantapolitica, indignazione dei teologi stelle e strisce. Ma impossibile dimenticare il fantastico Bataillon 3-16, suo primo capolavoro rivelato mentre restano sconosciute le imprese del Vietnam, quando frequentava gli irriducibili ufficiali del generale Van Thieu con l'impegno di far sparire studenti e intellettuali tiepidi nell'amore per il mondo libero. Il Bataillon 3-16 era finito sotto la lente del Congresso di Washington per aver esagerato nei massacri: anche allora la denuncia partiva dalla copertina di Newsweek. Malgrado le prove, Negroponte si è salvato in quanto “non innocente, ma non punibile”. Le medaglie di Saigon ne avevano difeso l'onore. La carriera continua a Panama dove il generale Noriega per anni ha lavorato con la Cia, ma si è montato la testa e vuol far da solo. Problema da risolvere con mano dura. Negroponte lo risolve.
Non è l'inventore delle squadre della morte, solo un piazzista di rispetto. Le squadre degli assassini di stato diventano importanti anni prima, nei palazzi delle dittature caraibiche: Trujillo a Santo Domingo e Papa Doc, il dottor Duvalier di Haiti. Ispirati dalle ombre del dio nero, gli assassini di Papa Doc diventano fantasmi, tonton macoutes, che terrorizzano gli oppressi. Quarant'anni dopo sono ancora lì. In quel 1950 il dilemma degli Stati Uniti riguardava la classe dirigente dell'America Spagnola: cultura del latifondo arrogante. Pasticcia e non ispira fiducia alle multinazionali che allargano l'inevitabile colonizzazione economica. Forse Trujillo e Papa Doc inconsapevolmente suggeriscono una soluzione: la repressione chiavi in mano garantisce il rispetto degli accordi. Ma il mondo stava per essere rimpicciolito dall'informazione; non sopportava governanti impresentabili. La centralizzazione militare d'ogni potere sembrava la soluzione naturale. Concreti, disciplinati, servizievoli. Un po' impalati, ma l'aspetto è rassicurante. Resistono fino agli anni Ottanta.

Nel 1946 apre a Panama la Scuola delle Americhe. Corsi di strategia per una difesa nazionale che nel tempo diventa sicurezza nazionale. La frequentano ufficiali scelti con una cura che ne accompagna e favorisce le carriere. Fedeltà ingessata da una pedagogia che non insegna la guerra, ma a gestire una certa pace. Educa a controllare, spiare, reprimere le teste calde in preda a deliri sociali quando la sola ideologia permessa doveva essere l'obbedienza a qualsiasi ordine nel nome dell' interesse superiore. L'uso delle parole restava guardingo per evitare brutte impressioni. Sono state decifrate solo qualche anno fa. La tortura era definita «maneggio delle fonti». Il politico che non piaceva doveva essere “neutralizzato senza rumore”. Ma la filosofia di fondo del Programma per l'Assistenza agli Eserciti Stranieri raccomandava un uso disinvolto della paura. “Spaventare rende facile il comandare”.
Malgrado questi orrori, gli Stati Uniti restano il paese della democrazia: i documenti che permettono di raccontare cosa è successo, sono documenti resi pubblici dalla Commissione per la Verità, Congresso 1996. Contemplano torture e omicidi. Il massacro non è mai definito ma sempre sfiorato come soluzione estrema. I nomi dei laureandi ormai li sappiamo. Naturalmente Pinochet e i generali fedeli. C'é il maggiore d'Aubuisson, stratega dell' assassinio del vescovo Romero in Salvador. E poi Rios Montt, dittatore guatemalteco, oggi vescovo della chiesa del Verbo, setta schierata con la destra religiosa cara a Bush. L'ultimo diplomato del Guatemala è il colonnello Byron Lima Estrada, condannato per aver assassinato monsignor Gerardi: stava per rendere pubbliche le responsabilità di chi aveva guidato negli anni l'uccisione di 200 mila contadini, ma le carte non sono mai arrivate in tribunale. Poi i generali argentini della dittatura: fra i primi della classe Videla e Galtieri. A Rosario, Galtieri torturava personalmente facendo saltare i corpi col tritolo. Hugo Banzer Suarez controllava col terrore lo sfruttamento del gas boliviano e, fra gli ex alunni anche Montesinos, palafreniere di Fujimori, finito in galera per l'assassinio di 8 studenti e un professore “troppo inquieti”. L'elenco arriva ai brasiliani quando governavano in divisa, e ai militari messicani che continuano ad eliminare contadini senza nome nel Guerrero, a Puebla, a Oxaca. Più complicato il Chiapas di Marcos.

56 mila diplomati con lo stipendio pagato dai contribuenti. Undici sono diventati capi di stato; 40 ministri della difesa, 75 comandanti delle forze armate che garantivano sicurezza e pace ai loro paesi. Una rete dal perbenismo imperforabile ha protetto le squadre della morte e fatto a pezzi un continente. Provvisoriamente la rete si è rotta e gli specialisti hanno cambiato continente.

Dopo l'addio a Panama, la scuola è trasferita a Fort Benning, Georgia. La maggioranza dei congressisti democratici chiede che la scuola venga eliminata. Non ce la fanno. Ma con le rivelazioni della vergogna, difficile conservarne il nome. E la Soa (sigla contemplata dai registi ufficiali) nel 2001 diventa Western Institute for Security Cooperation. Anche l'inutile ritocco resta sgradito ai conservatori, battuti in parlamento di appena 14 voti. Fra i docenti che distribuiscono la loro esperienza nei seminari di Fort Benning, i nuovi militari latini hanno avuto il piacere di ascoltare la lezione dei professori di passaggio: Oliver North, funambolo dell'Iran Gate, Otto Reich e Norberto Somoza, oggi vice responsabile della sicurezza Usa, inutilmente atteso dai tribunali di Parigi per spiegare l'assassinio di quattro suore in Salvador. Non mancava il dottor John Dimitri Negroponte quando rappresentava gli Stati Uniti al Palazzo di vetro. Dalla teoria è tornato alla pratica: Baghdad e Allawi lo stanno forse ringiovanendo.

Maurizio Chierici – L'UNITA' – 11/01/2005




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