Patricia Verdugo è
venuta in Italia a presentare il suo ultimo libro: Calle
Bucarest 187, Santiago del Cile, ma nella borsa non ha
portato solo ricordi di famiglia e gli scavi delle inchieste
impegnate a far luce sul massacro cileno programmato da
Washington ed affidato a militari di buona volontà. Una
borsa con tante carte. Madrid sarà la seconda tappa del
viaggio in Europa: ne parlerà coi magistrati che hanno
preso il posto di Garzon, quel giudice che ha imprigionato a
Londra Pinochet. Parlerà dei conti spese di Pinochet «sui
quali perfino il New York Times ha fatto un po di
confusione, ma non riconosce lerrore, chissà
perché». Imbroglio in fondo semplice: Sua Eccellenza
usava mano pesante anche sui conti spese che seppelliva nelle
banche americane con una semplicità che non suscitava
sospetti anche perché istituzionalmente lui controllava se
stesso. La verità è venuta a galla negli Stati
Uniti, libri mastri della banca Riggs, e le signore della buona
società che piangevano sul suo esilio londinese, e i
vecchi o nuovi ufficiali scandalizzati dallinsolenza di chi
osava accusare il loro padre della patria, hanno voltato le
spalle al grande amore del passato: Se ha torturato e
assassinato i comunisti che minacciavano la nostra vita, non ci
sembra equilibrato parlarne tanto tempo dopo senza mettere in
conto i pericoli che minacciavano i cileni sotto il socialismo di
Allende: ecco perché abbiamo difeso il nostro generale. Ma
scopriamo che ha rubato come un tagliaborse. Non è più
degno di rappresentare lonore della patria. Ecco come
rubava: il presidente dittatore ordinava al presidente capo del
governo e al comandante delle forze armate, trinità che
raccoglieva nella stessa divisa; insomma, obbligava se stesso a
rappresentare in assemblee e in paesi lontani la strana
democrazia cilena. Visite ufficiali, aerei naturalmente di stato,
notti nelle ambasciate ben protette. Non costavano un soldo,
eppure il presidente Pinochet incaricava il generale Pinochet ad
incassare una diaria di 500 mila dollari al giorno. Tracce
vistose nella contabilità del ministero della difesa
cileno e nella banca Usa dove il tesoro si accumulava. Per
esempio: il viaggio negli Stati Uniti del 1978, riunione dei
governanti del continente latino per ratificare la decisione di
Carter di restituire Panama ai panamensi, è durato appena
tre giorni. Subito dopo il ministero di Santiago versa 1 milione
e 500 mila dollari nei conti della banca Riggs. Tre anni prima
era morto Franco, altro viaggio per il funerale, altri conti
spese: quasi un milione di dollari. Sullaereo che va e
torna da Santiago, Pinochet divide il viaggio con Stefano Delle
Chiaie, terrorista nero sospettato di aver partecipato alla
strage di Piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia: lo ha
assunto nei servizi segreti su raccomandazione del principe Julio
Valerio Borghese e di Walter Rauff, comandante nazista che ha
inventato le autolettighe a gas: 250 mila ebrei soffocati in
Polonia. Non sempre le visite ufficiali vanno bene: man mano che
cresce la leggenda nera del dittatore dagli occhiali neri, il
mondo prende le distanze dal Cile tanto amato da Kissinger,
Nixon, Reagan. Perfino Marcos, dittatore delle Filippine, dopo
aver invitato Pinochet cambia idea e glielo comunica via radio.
Nel mezzo del Pacifico, laereo presidenziale cambia rotta e
torna a casa. La contabilità dei rimborsi registra solo
500 mila dollari. Calle Bucarest 187, Santiago del Cile,
ultimo libro della Verdugo, pubblicato da Baldini Castoldi Dalai
(pagg. 327, euro 15), è il diario di una ragazza che cerca
il padre nella Santiago della paura: una sera il padre non torna
a casa, in calle Bucarest 87, appunto. E il giorno dopo lo zio,
alta uniforme militare, fa il conto delle ore e scuote la testa.
Troppo tardi, è morto, ormai. La macchina
Pinochet funzionava così. E la vita della ragazza cambia.
Resta segnata dalla malinconia dei ricordi e dalla rabbia di chi
vuol sapere chi e perché. Trentanni di inchieste e
libri, ancora non si è arresa: da Los zarpados del Puma a
Calle Bucarest 187. Come migliaia di familiari che sollecitano
una giustizia paralizzata dal silenzio dei militari e dalla
strana idea di pacificazione dei grandi manager le cui fortune
sono cresciute nella bontà di Pinochet, Patricia Verdugo
scava e raccoglie prove. Bersaglio i militari dallanima
nera, ma non solo. I fili dei silenzi colpevoli e delle
collaborazioni con gli assassini, abbracciano ambienti che
confidano nella smemoratezza protetta dai segreti di stato.
Ormai
Pinochet è agli arresti domiciliari, Manuel Contreras,
direttore della polizia segreta (Dina) di nuovo dentro: deve
scontare 18 anni. Finalmente la verità ha vinto
Non
credo, ma è successo qualcosa di strano: 30 anni dopo
quell11 settembre che ha visto il colpo di stato di
Pinochet costringere alla morte il presidente Allende; 30 anni
dopo, l11 settembre della tragedia Torri Gemelle sveglia
lattenzione americana sui conti segreti che nutrono il
terrorismo. E fra i conti segreti vengono alla luce i tesori di
Pinochet. È come se una scheggia di uno dei grattacieli
abbattuti dai terroristi sia precipitata sulla testa del
generale. Ha costruito la sua fama sul terrorismo di stato; un
altro terrorismo, ugualmente infame, ne ha rivelato i segreti.
Si
parla di unamnistia, punto finale per pacificare il paese
Inaccettabile.
Così come è da respingere lultima decisione
della Corte Suprema. Si è riunita in forma solenne la
settimana scorsa dopo il suicidio del colonnello Barriga,
pensionato dei servizi segreti Dina. Prima di lanciarsi
dallottavo piano, ha lasciato un biglietto: sono
accusato di delitti e torture. Ho solo obbedito agli ordini. I
processi non finiscono mai, la giustizia è troppo lenta e
non riesco a sopportare questo peso. Perché
centinaia di processi restano sospesi? Perché i militari
tacciono, non danno indicazioni sui luoghi dove i desaparecidos
sono stati sepolti e i tribunali hanno le mani legate. Ma la
reazione del comandante delle forze armate Cheyre che era in
vacanza e torna per sostenere durante il funerale la vedova
inconsolata, e il dolore del presidente Lagos che annuncia
dallEuropa episodio gravissimo, ecco, questi
cori hanno accompagnato la sentenza inappellabile della Corte
Suprema riunita durgenza in un plenum solenne: i magistrati
impegnati nelle inchieste sulla violazione dei diritti umani
hanno solo sei mesi di tempo per concludere e prendere decisioni.
Fra sei mesi tutti i processi chiusi. Sei mesi dopo 33 anni di
attese disperate, che senso ha?.
Perché
il trauma di una decisione così e tanto rumore per un ex
agente segreto che si toglie la vita ?
La
reazione alla morte di un personaggio di secondo piano, è
stata loccasione per dare una serie di segnali. Il generale
Cheyre, comandante supremo, è sposato con la figlia del
generale Carlos Forestier, agli arresti domiciliari per aver
comandato le squadre della morte nel nord del Cile. Subito
dopo il golpe e alla fine degli anni 70, con Carter
presidente troppo curioso a Washington, Forestier ha
guidato loperazione ritiro dei televisori. Nome
in codice che nasconde lordine di tirar fuori dai sepolcri
clandestini i resti dei tre mila e più assassinati. Nelle
caserme con comodità di forni crematori, ciò che
restava andava incenerito. Dove mancavano i supporti
tecnici, le spoglie venivano caricate sui cargo e lanciate
in mare, oppure sepolte nelle miniere abbandonate nel deserto del
salnitro. Proprio in una di queste miniere, non lontano dal lager
di Pisagua, il giudice Guzman va sotto duecento metri e in una
galleria rintraccia piccoli frammenti di mani e gambe ai quali
lesame del Dna dà finalmente un nome. Il nome di
Carlos Berger, per esempio. Ingegnere e direttore di Radio
Miniera: ha disobbedito agli ordini del governo militare
continuando a trasmettere notizie a chi scavava nelle miniere e
non sapeva del golpe. Sparito. La moglie gli sopravvive: Carmen
Hertz, è lavvocato che guida la battaglia per i
diritti umani. Quando Pinochet è stato arrestato a Londra,
si trovava a Washington in missione come capo dei legali della
cancelleria di Santiago. Il suo ministro degli esteri, Miguel
Insulza, protesta col governo inglese chiedendo limmediata
liberazione del generale. E la signora Hertz non lo accetta.
Perché tanta fretta? Si dimette per telefono dallincarico
governativo: non accettava di condividere certe tenerezze
verso lex dittatore. Il ritrovamento in una tomba
clandestina dei resti di una falange del marito, le ha permesso
una battaglia legale dalla conclusione apparentemente assurda ma
che pesa come un macigno su qualsiasi decisioni delle corti.
Abbiamo accertato - sostiene la Hertz - che a Carlos Berger
è stato tagliato un dito, ma non basta per dire che è
morto: manca il corpo e fino a quando il corpo non sarà
ritrovato, il sequestro tecnicamente continua. Tesi accolta
dalla Corte Suprema con una decisione che forse impedisce di
chiudere, con amnistia o punto finale, tutti i casi nei quali le
vittime siano sparite senza lasciare traccia.
Ecco
un mistero: perché una vittima di Pinochet come il
presidente Lagos, sopravvissuto al lager di Townsed, perché
vuole accelerare una specie di pacificazione col punto
finale che gli argentini stanno per cancellare?
Si
torna sempre al punto di partenza: migliaia di familiari non
chiedono vendetta ma pretendono la giustizia del sapere cosa è
successo. È normale: se perdi un fratello, o sparisce tua
moglie chiedi di sapere dove sono finiti senza pensare di
diventare lostacolo che impedisce il progetto di
pacificazione nazionale. Il generale Cheyre ogni mattina guarda
in faccia la sposa, figlia di un criminale in divisa. Con quali
pensieri e con quali speranze immagina di uscire dallincubo?
Altri militari in pensione o ancora ai suoi ordini hanno lo
stesso problema, e il generale non nasconderà al
presidente lurgenza chiudere il capitolo della dittatura
per tornare alla normalità. Ma è possibile senza
sapere? Noi non ci arrendiamo: vogliamo sapere.
È
il caso di trascinare linquietudine di un paese
dalleconomia che galoppa, con prospettive di crescita
straordinarie non solo in America Latina, agitando ogni borsa del
mondo?
È
vero, leconomia vola, ma la disparità sociale
imposta da Pinochet non è rimarginata. La distanza tra la
ricchezza dei pochi e la povertà di quasi metà
della popolazione, è tra le più larghe del mondo:
quaranta punti di differenza, mentre la differenza che divide le
classi in Europa non supera i 10, 12 punti, distanza tra i più
poveri e il potere opulento. Si può costruire una
democrazia moderna con disparità tanto profonde e
lingiustizia del non rispondere alle vittime e lasciare
liberi i carnefici? È un dubbio pericoloso, fuoco che non
si spegne.
Allora
perché proprio Lagos, vittima della dittatura, politico
illuminato e progressista, favorisce questo punto finale?
Fra
un anno Lagos conclude lesperienza di governo: immagino
voglia annunciare la fine della difficile transizione tra
dittatura e democrazia. È vero che in questi anni ha
ridimensionato il potere militare, sfrondando la costituzione di
Pinochet. Adesso è il presidente a scegliere i comandanti
delle tre forze armate e dei carabinieri; un tempo decideva il
generale supremo. Nel Consiglio Nazionale di Sicurezza,
lorganismo che più di ogni altro ha deciso quale
libertà concedere alla stampa e alla vita dei cileni; in
questo organismo, i tre comandanti delle forze armate fino a ieri
rappresentavano la maggioranza e decidevano tutto. Lagos ha tolto
loro il diritto di voto. Oggi decidono i politici. Ma qualcosa in
cambio doveva dare a chi stava spogliando. Ecco il regalo:
salvare la faccia degli alti ufficiali colpevoli, impunità
che ripulisce le forze armate e lascia perdere migliaia di
vittime.
La
transizione tra dittatura e democrazia finisce davvero con
lultimo discorso di Lagos?
Il
finale contempla un paese economicamente prospero, ma solo per
una minoranza. La democrazia è formalmente compiuta, ma
debole e ancora sotto tutela militare. Non tutti lo accetteranno.
I
morti del Cile non riescono a morire come ogni altro essere
umano
Ecco
il problema.
Intervista di Maurizio Chierici
L'UNITA' 03/02/2005
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