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06/02/2003 |
||
IBM ed Olocausto: luce verde alla querela dei gitani vittime dei nazisti |
Il peccato è
tanto antico molto più antico, in effetti, dei computer
ai quali la International Business Machines Corporation, o IBM, deve
oggi la sua fama quanto imperdonabile ed atroce: quello di
complicità nellOlocausto. O, più esattamente:
quello daver preso parte, mettendo a disposizione le proprie
tecnologie di calcolo, al massacro di almeno 600mila zingari (e di
milioni di ebrei) nei campi di sterminio nazisti.
I fatti: a Ginevra, una corte svizzera ha giudicato meritevole duna verifica dibattimentale la richiesta di compensazione per 12 milioni di dollari presentata da una serie di associazioni che rappresentano gruppi gitani.
Laccusa si fonda, essenzialmente, sulle ricerche dello storico Edwin Black, che due anni fa ha pubblicato negli Stati un libro dal titolo: IBM and the Holocaust. The Strategic Alliance Between Nazi Germany and Americas Most Powerful Corporation (IBM e lOlocausto. Lalleanza strategica tra la Germania Nazista e la più potente corporazione Americana).
Secondo il libro,
IBM il cui fondatore, Thomas J. Watson, nel 1937 aveva
ricevuto una medaglia al valore direttamente da Adolf Hitler
avrebbe fornito ai nazisti le macchine perforatrici con le quale
venne poi (con il pieno consenso dellimpresa fornitrice)
razionalizzata la strage. Lo scorso anno unanaloga
querela da parte di organizzazioni ebree era stata infine ritirata
per timore che il processo potesse interferire con quelli, più
complessivi, in corso in Germania.
di ma.ca.
Per saperne di più: |
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