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La persona è sacra. A volte |
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Un sequestro in Iraq di due donne italiane da parte di un gruppo terrorista non meglio definito, ha modificato, almeno formalmente, il deprimente scenario della politica italiana. Il governo ha fatto appello alle opposizioni per un'azione comune in soccorso delle giovani sequestrate, quest'ultima ha risposto compatta facendo riferimento all'esemplare comportamento della Francia e non tralasciando l'occasione per ribadire la propria contrarietà alla guerra. E' doloroso e sconfortante constatare che l'analogo destino di Baldoni, non sia riuscito a mobilitare pari risonanza perché a lui il nostro governo non ha dedicato il benché minimo sforzo mentre la stampa di destra, invece che solidarietà, gli ha riservato il più rivoltante dileggio. Per i parametri di riferimento di certa gente, al coraggioso giornalista e operatore di pace sono mancati gli appeal della gioventù e del femminile. Trattare le due Simone con la stessa indifferenza e lo stesso disprezzo, sarebbe stato pericolo per l'immagine del polo delle libertà. Anche le due generose e disinteressate volontarie sono delle pacifiste e sono fiere oppositrici dell'intervento armato in Iraq, ma sono soprattutto giovani donne e per di più dedite ai bambini iracheni con totale sprezzo del pericolo. L'impatto della loro vicenda sul comune sentimento e sull'immaginario di madri e padri, di fratelli e sorelle, di amiche ed amici è potente. Per noi invece, si tratta egualmente prima di tutto e soprattutto di esseri umani che costituiscono la pace e ripudiano la guerra. A tutti loro va sempre e comunque la nostra solidarietà e la nostra riconoscenza. Detto questo, constatiamo che anche il centro destra ha potuto finalmente verificare che i pacifisti non sono amici dei terroristi. Che anzi essere contro la guerra, in questo caso, significa essere contestualmente contro il terrore. Procedendo quindi per semplici sillogismi, non si vede come chi non sia contro la guerra possa essere sinceramente e profondamente contro ogni forma di terrorismo. Appare infatti sempre più chiaro che oggettivamente terrorismo e guerra sono alleati perché si alimentano reciprocamente. Dunque il dramma di Simona Pari e di Simona Torretta, eroiche nella loro vocazione di pace, sollecita il paese a ritrovare un comune sentire per la prima volta da quando Berlusconi è in carica. I valori comuni che possono unirci, sono quelli della sacralità della vita umana, della libertà, della democrazia. Questi valori in Italia e in Europa hanno trovato il loro senso compiuto e sono stati elevati a principi assoluti dalle Costituzioni uscite dalla lotta contro il Nazifascismo e dalle Resistenze. Nell'elaborare la nostra Carta, i Padri costituenti vi inserirono programmaticamente il bando della pena di morte e il ripudio della guerra. Erano animati da una prepotente spinta etica derivata dall'aver direttamente vissuto gli orrori di un sistema che aveva elevato a motore della propria visione del mondo la guerra e il terrore in una sintesi ineguagliata. Allora, oltre il sequestro delle giovani pacifiste italiane, quale può essere il futuro del comune sentire democratico se le forze politiche di governo fanno di tutto per farne marcire la radice profonda soffocando con i mezzi più subdoli e meschini la memoria della Resistenza? Quale credibilità possono avere i gesti tutti zucchetto e commozione mediatica del capo degli ex fascisti che a parole dichiara il fascismo male assoluto ma a colpi di provvedimenti governativi aggredisce l'antifascismo? Una delle fondamentali differenze fra noi ed i francesi nella gestione di queste vicende, sta proprio nella questione della radice. I gollisti, i conservatori in Francia, hanno una forte matrice antifascista e se ne gloriano, il nostro centro-destra no! Il presidente del consiglio da noi è a proprio agio con le forze più reazionarie, populiste e razziste, è perfino pappa e ciccia con gli ex burocrati comunisti dell'Unione Sovietica, ma è allergico anche al più liberale degli antifascisti. Quando questo governo verrà collocato in pensione, il centrosinistra e la società civile dovranno occuparsi seriamente della questione. La patologie di oggi hanno spesso origine nei meccanismi di rimozione del passato. Non si tratta più solo di celebrare, è venuto il momento di raccontare con passione il senso della nostra libertà, per costruire la memoria conoscitiva in profondità andando oltre l'informazione per penetrare il territorio dei sentimenti e delle emozioni. Moni Ovadia L'UNITA' 11/09/2004 |
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