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Tu sceglierai la vita |
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Tutti i grandi pensieri etici affermano il valore sacrale e centrale della vita. Un versetto del Deutoronomio lo propone con particolare intensità come alternativa ineludibile che promana dalla volontà divina: Ho posto davanti a te la vita e la benedizione, la morte e la maledizione. Ma tu sceglierai la vita. Il Corano, di quella sacralità enfatizza il carattere assoluto: Chi uccide una vita uccide la vita e i Vangeli come inno all'amore universale, sono di fatto una glorificazione della vita stessa e della sua radice. Anche la Carta dei Diritti Universali dell'Uomo che discende dai grandi principi della Rivoluzione francese ne esprime con forza l'inviolabilità. Il primo articolo con forza l'inviolabilità. Il primo articolo di quel solenne documento recita: Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali pari in dignità e diritti. E' il nascere stesso che conferisce santità alla vita. Questo concetto oggi è sicuramente condiviso da gran parte degli uomini del pianeta e sicuramente dalla quasi totalità dei cittadini del nostro paese. I problemi e le divisioni sorgono quando si entra nel merito del preciso momento in cui la vita accede alla compiutezza, alla piena titolarità della dignità e della libertà di manifestarsi. Allora nel nostro paese, più che in ogni altra nazione del progredito Occidente, le coscienze si lacerano. La Chiesa cattolica e i cattolici presenti nel parlamento anche in formazioni politiche appartenenti ad opposti schieramenti, si scontrano con i laici, con lo schieramento delle sinistre e con i liberali del centro destra. Per la verità la Chiesa ed i cattolici sono sempre stati particolarmente suscettibili sulle questioni di sacralità, al punto che, solo una trentina di anni fa, impegnarono le proprie preziose forze in un'insidiosa e catastrofica battaglia contro il diritto al divorzio manifestando una grave insensibilità nei confronti della libertà di religione e di pensiero. In quella circostanza si divise anche il mondo cattolico. La successiva battaglia fu quella contro l'aborto condotta con spirito di crociata contro gli assassini abortisti. Di nuovo la sconfitta fu clamorosa. Oggi si profila l'ennesima débâcle. La brutta ed ingiusta legge su delicate questioni che riguardano la fecondazione e le terapie geniche, sarà con tutta probabilità abrogata. Ma a dispetto delle ripetute disfatte, una volta di più, i cattolici più intransigenti si preparano alla battaglia con atteggiamenti da Santa Inquisizione dipingendo i promulgatori del referendum come il demonio e nella fattispecie come il demonio nazista. Questa irragionevole furore induce al sospetto che lo scopo della crociata non sia l'amore per la vita e per il suo inalienabile diritto, ma la difesa di un tabù per la conservazione di un'area di potere culturale e quindi politico. La sensibilità generale della società civile, così come quella della comunità scientifica, contrasta con l'anatema di quei cattolici. Ciò non significa che la maggioranza debba avere necessariamente ragione, né che i cattolici non pongono serie e fondate questioni di bioetica sulle quali sia necessario avviare una profonda discussione, ma non si affrontano questioni cruciali che mettono in gioco la libertà dell'individuo con la bava alla bocca e con leggi schematiche e liberticide. Per essere interlocutori credibili sui grandi temi dell'etica, è necessario avere una visione alta e unitaria dell'integrità della vita. Non si può difendere il diritto assoluto dell'embrione mentre ci si oppone all'uso di contraccettivi come il preservativo sapendo che l'Aids devasta milioni di vite umane di grandi piccini. Non è lecito bloccare l'utilizzo terapeutico delle cellule staminali negando speranza a milioni di esseri umani sofferenti mentre si condivide il governo con uomini che chiamano baluba i propri simili o che propongono provvedimenti discriminatori e razzisti. E' ridicolo disquisire sul diritto di uno spermatozoo un nanosecondo dopo che fecondato l'ovulo e avallare l'ideologia dell'impresa come fondamento di una nazione in cui i cittadini sono ridotti ad utenti e fruitori con l'aiuto di una televisione che sommerge nella stupidità, nella volgarità e nel commercio dei corpi e delle anime i minimi presupposti della grazia umana. Come si può pretendere di essere creduti come cristiani quando si sposa il liberismo selvaggio che fa della finanza l'unico giudice del giusto? Di quale vita si difende il diritto e la sacralità quando ogni giorno di più si offrono sacrifici a Mamona e ci si prosterna davanti ai suoi simboli? Un'autentica difesa della vita come santuario passa per la paziente ed irrinunciabile costruzione di una società giusta e democratica in cui gli esseri umani tutti siano liberi, titolari degli stessi diritti, ugualmente degni e fratelli. Moni Ovadia L'UNITA' 25/09/2004 |
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