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Moni Ovadia

Gay ed ebrei, vecchie storie. Da ricordare

L'attore Dustin Hoffman, nei panni di Lenny Bruce, in una memorabile sequenza del film omonimo, giocava con una parola proibita nell'America ancora superpuritana degli anni sessanta, per l'uso della quale era stato incriminato e, rivolgendosi a qualche spettatore di un locale in cui si esibiva, domandava: “Signora, lei ha mai fatto un bla, bla, bla a suo marito? E lei signore si è mai fatto fare un bla, bla, bla da qualcuno?” Il pubblico rideva imbarazzato o divertito. Il grande Lenny Bruce, con il suo uso spregiudicato del linguaggio, si proponeva di smascherare l'ipocrisia e la violenza di una società repressiva e reazionaria. Quanta acqua è passata sotto i ponti da quel tempo. Oggi la televisione ci ha abituati alla peggior pornografia dei sentimenti, alle risse più becere condite dall'esibizione del turpiloquio più greve e il Parlamento repubblicano, da che, grazie ai buoni uffici del Cavaliere, si sono ringalluzziti i suoi membri ex fascisti e leghisti è divenuto fucina di linguaggio da squadracce. Da ultimo, un ministro della repubblica dalla lacrima facile si è prodotto in un'esibizione da caserma littoria all'indirizzo degli omosessuali, definiti senza sfumature di sorta “culattoni” e stigmatizzati come potente lobby di maggioranza nella Ue. Le persone per bene, i democratici, hanno immediatamente manifestato la loro vibrata indignazione. Il ministro si è difeso spiegando che si è trattato solo di una goliardata. Dunque, noi saremmo i codini che reprimono l'uso ilare e libero del linguaggio e lui sarebbe il novello Lenny Bruce? Ma davvero signor ministro ci ritiene così sprovveduti? Come se non sapessimo di quale sottocultura si nutre la sua goliardata? Dietro alla sua virile espressione freme ha represso e massacrato le minoranze, di chi ha speso gran parte delle proprie energie a glorificare una brutale dittatura liberticida, ma per capire quanto sia disgustosa la sua esternazione, bisogna esserci stati nei panni dei “diversi” e lei, signor ministro, ha perso anche l'ultimo treno, se non per capire, almeno per evitare tanta malagrazia.

L'affaire” Tremaglia tuttavia è solo un cascame fascistoide della ben più grave posizione del Commissario europeo Buttiglione. Il ministro filosofo, supercattolico, ha collocato gli omosessuali nella categoria dei peccatori e dei fomentatori di disordine sociale tout court. In Europa il ministro è stato severamente criticato non solo dalla “capziosa” sinistra, ma anche dai conservatori. Questo ministro non si è nascosto dietro alla goliardata, come il suo esimio collega, bensì dietro alle sue irrinunciabili convinzioni morali, affrettandosi a precisare che lui avrebbe comunque rispettato i principi e le leggi dell'istituzione comunitaria. In casa nostra, alcuni autorevoli opinionisti, sono accorsi in difesa del diritto del ministro ad esprimere liberamente le sue opinioni, senza censure di sorta. Giusto! L'on. Buttiglione ha pieno diritto alla libera espressione del proprio pensiero ma, una volta che lo abbia fatto, deve assumerne la totale responsabilità: affermare che gli omosessuali sono tutti peccatori e fomentatori di disordine sociale è come dire che gli ebrei sono deicidi. Ricordo signor ministro che questa porcheria è stata rimossa dal pensiero cattolico da Papa Giovanni, sia benedetta per sempre la sua memoria, riattivarne la circolazione è ignobile.

Quanto alla grande legge universale della pari dignità e diritto di ogni essere umano che l?umanità ha saputo darsi dopo secoli di orrori e che il signor Buttiglione intende, obtorto collo, rispettare, non viene dal pensiero di cui egli si nutre e che professa, la sua filosofia va in ben altre direzioni. I peccati sono molti signor ministro! Come lo chiamerebbe il peccato di far parte del governo Berlusconi che di cristiano ha poco o nulla ,veniale o capitale? Eh sì! Signor ministro, siamo tutti peccatori, non lo sapeva? Ah! Comunque, la scagli lei la prima pietra.

Moni Ovadia – L'UNITA' – 16/10/2004


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