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Il desiderio di una sinistra spirituale |
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Il tema della spiritualità è uno dei più sentiti nell'esordio del nuovo millennio. La secolarizzazione consumista non è riuscita nell'intento di rimuoverlo dall'orizzonte dei bisogni umani. L'impressionante mobilitazione di massa in occasione delle esequie del pontefice Giovanni Paolo secondo, pur facendo la tara agli aspetti mediatici e alle emozioni più superficiali dell'esserci, mostra un'urgenza di risposte spirituali alla perdita di senso causata dalla caduta di valori e certezze, non necessariamente di natura religiosa o di fede. La destra più reazionaria lo ha capito e ne ha fatto un cavallo di battaglia. Il movimento è partito, come spesso accade, dal centro dell'impero. Lo hanno promosso i gruppi più oltranzisti e spesso fanatici di cristiani - collocati in questo momento in posti strategici dell'attuale amministrazione statunitense - in solido con i neocons, questi ultimi non certo spinti dal fervore apocalittico quanto piuttosto da interessi politico economici di egemonia sul mondo. Il matrimonio "contro natura" fra iperliberismo selvaggio e l'ossimoro dell'evangelismo aggressivo è basato su una lettura perversa di parte dei vangeli e sulla sistematica menzogna, in quanto è la bieca logica del mercato come dio dei corpi e delle anime che ha provocato il degrado di ogni istanza dello spirito. Ma uno smisurato potere mediatico riesce nell'intento di gettare la colpa del degrado morale su laici, omosessuali, mussulmani, no global e sulle minoranze libertarie in genere. Come si faceva con, comunisti, zingari ed ebrei non molti lustri fa, e come anche oggi qualche imbecille sedicente di sinistra continua a fare con gli ebrei. Il Rabbino Michael Lerner martedì a Firenze, ospite del Comune nella Sala dei Cinquecento e mercoledì a Milano, invitato dalla Provincia nello Spazio Oberdan, ha parlato di questi temi e ha proposto alcune idee per spezzare questo pericoloso cortocircuito che rischia di devastare irreversibilmente l'intero pianeta. Il rabbino Lerner, erede del grande pensatore ebreo Avraham J. Heschel, fa parte della corrente Jewish Renewal (rinnovamento ebraico), è grande uomo di pace, attento ai valori espressi dal movimento no global, sostenitore dei diritti di tutte le minoranze, militante ecologista e dai tempi dell'opposizione alla guerra in Vietnam, quando trascorse alcuni mesi nelle galere stelle e strisce, è una delle più autorevoli ed ascoltate voci della sinistra americana. Lerner è uno dei più aspri critici della politica di Ariel Sharon, anche in questa fase ambigua. Con la rivista Tikkun, di cui è direttore, e con il movimento omonimo nato intorno ad essa sostiene la pace di Ginevra basata sulla soluzione: due popoli due stati nei confini stabiliti dalla linea verde del '67, Gerusalemme capitale condivisa ed un'equa soluzione della questione dei profughi palestinesi. Per le sue posizioni politiche Lerner riceve da oltranzisti vicino alla destra nazionalista israeliana continui insulti e minacce, anche di morte. Oggi Lerner chiede alla sinistra di riappropriarsi della questione spirituale che le appartiene per statuto, chiarendo che essa non è legata alla fede in un essere superiore creatore dell'universo. I grandi principi espressi dalla carta dei diritti universali dell'uomo non sono religiosi, ciò nonostante è difficile pensare a qualcosa di più sacrale. Ma il rabbino Lerner ritiene che i valori della pace, della libertà e della giustizia sociale si esprimano anche con il linguaggio dell'interiorità e non teme di usare parole come amore, generosità, gentilezza, cura dell'altro. Lerner denuncia il pragmatismo cinico che ha portato i democratici a scegliere per candidato Kerry sperando di attrarre i moderati, un elettorato necessario ma da "raggirare" perché ritenuto con disprezzo dai liberal o stupido o malvagio o razzista, cioè incapace di capire i grandi valori della democrazia. Questo atteggiamento corrompe il senso di appartenenza alla nostra identità profonda pertanto è urgente superarlo. Da noi ci provò Walter Veltroni con il celebre " I Care" e fu accolto da molti sarcasmi. I tempi non erano maturi, forse ci vuole altro tempo prima che il pragmatismo cinico riveli la sua intrinseca inefficienza ed il suo fallimento, ma allora sarà bene riprendere un cammino spirituale che porti la sinistra a non cadere nella tentazione di comportarsi come una destra carina suddita della paura di sé, per osare ridiventare un'autorevole ed onesta forza di trasformazione della società. Moni Ovadia L'UNITA' 21/05/2005 |
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