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Moni Ovadia

L’epidemia del Pensiero Imbecille

L’imbecillità come forma del pensiero non ha mai conosciuto crisi e in questi tempi vive al contrario un nuovo rinascimento. Essa non riesce a produrre effetti deflagranti nefasti solo perché i tempi non lo consentono. E tuttavia detta imbecillità, indifferente ai guasti che ha provocato nel corso della storia umana, insiste nel diffondere stereotipi, luoghi comuni e bestialità. Il nostro paese da qualche tempo è un brodo di coltura ideale per tale virus. La sua ultima manifestazione la dobbiamo ad un politico forzista, l'on. Crosetto, che proprio in questi ultimi giorni ha rispolverato uno dei più frusti pregiudizi della fogna antisemita: l'onnipotenza nefasta della finanza ebraica. Successivamente, a causa delle critiche piovutegli addosso e resosi conto di averla fatta fuori dal vaso, ha cercato di porvi rimedio, ma il malcapitato è solo riuscito a fare peggio confermando un celebre detto veneto: “xe pezo el tacon del buso”. Da ultimo, colto da uno stato di prostrazione il Crosetto ha chiesto di essere giudicato da un giurì d'onore rivendicando la sua totale estraneità a qualsivoglia antisemitismo. Ritengo che sull'affaire Crosetto si possa e si debba stendere un velo pietoso ricordando un celebre versetto del salmista: ”shomer petaim haShem” (il Signore è il custode degli sprovveduti). Del resto il presidente del consiglio e papà degli azzurri, risentitissimo, si è affrettato ad esternare dicendo che Forza Italia è super amica di Israele e mandando probabilmente in brodo di giuggiole un sacco di ebrei boccaloni afflitti dalla stessa patologia. Ma costoro si guardano bene dall’ interrogarsi criticamente sul perché allora i forzaitalioti in parlamento e nelle cene “politiche” di Arcore siedano allegramente gomito a gomito con esponenti della Lega manifestamente xenofobi e se non proprio antisemiti decisamente giudeofobi (vedi il caso Mieli-RAI) perché per essere antisemiti veri non ce l'hanno abbastanza duro. Ma il problema non è questo o quell’episodio, il problema è il carattere epidemico del pensiero imbecille che non risparmia nessuno e si manifesta con crescente virulenza anche in chi dovrebbe essere dotato di anticorpi, come nel caso del grande filosofo on. Marcello Pera, seconda carica dello Stato. Il defensor della civiltà occidentale e del suo fondamento, l'ethos-giudaico cristiano, premiato dalla comunità ebraica di Roma per il suo filosemitismo, ha recentemente farneticato di pericolo meticcio. Ora ciò è di per sé grave e ripugnante, ma in questo caso diventa imperdonabile, perché un uomo tecnicamente erudito che riveste un posto di così alta responsabilità mostra di ignorare ciò di cui ha la pretesa di parlare. Per sua edificazione gli ricorderò uno dei versetti del Levitico (23,25) che fa parte dell'annuncio dell'istituzione del giubileo, sabato degli anni sabbatici, promulgato direttamente dal Santo Benedetto per spiegare agli ebrei quale sia la condizione esistenziale che consente di fare di una terra la “terra promessa”. Fra le varie traduzioni ho scelto quella particolarmente penetrante di Chouraqui, traduttore anche del Corano e primo traduttore ebreo che abbia tradotto i Vangeli. “Si, la terra non si venderà definitivamente. Si, la terra è mia! Si, voi siete presso di Me dei meticci e degli avventizi”. In francese Chouraquì sceglie intenzionalmente la parola métèque, che nel linguaggio dei nazi-fascisti dell'Action Francaise indicava ogni presenza straniera ed impura secondo la loro ideologia razzista e nazionalista. Ogni ulteriore commento mi pare superfluo. Per concludere vorrei segnalare due forme particolarmente perniciose del pensiero imbecille che vorrei collocare nella medesima fattispecie anche se ad un primo sguardo appaiono distanti l'una dall'altra. La prima si riscontra negli ultra sionisti che vedono antisemiti feroci in ogni critico della politica del governo di Israele, ma sono ciechi di fronte alle ingiustizie e alle sofferenze subite dai palestinesi, oggi in parte riconosciute anche da Sharon, provocate dalla quasi quarantennale occupazione colonialista delle loro terre. La seconda è diffusa presso certa sinistra indegna di definirsi tale ed ha avuto una manifestazione acuta in occasione della distruzione delle Twin Towers con questa espressione: “Non c'erano ebrei nelle Torri Gemelle perché il servizio segreto israeliano, il Mossad aveva avvertito tutti gli ebrei, due milioni, di non recarvisi quel giorno”. A costoro ricorderò una celebre frase di Bebel che Wladimir Ilic Lenin, padre della rivoluzione bolscevica, era solito citare: “L'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli”.


Moni Ovadia – L’UNITA’ – 17/09/2005


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