| BIBLIOTECA | | EDICOLA | | TEATRO | | CINEMA | | IL MUSEO | | Il BAR DI MOE | | LA CASA DELLA MUSICA | | LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
|
LA STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | | | NOSTRI LUOGHI | | ARSENALE | | L'OSTERIA | |
LA GATTERIA |
| IL PORTO DEI RAGAZZI

altri scritti di Ovadia


Moni Ovadia

Ma tu con chi stai, con noi o con loro? Con l’uomo

Alcuni anni orsono a Gerusalemme nel giardino dell'American Colony Hotel incontrai il regista israeliano Amos Gitai. Gitai era in compagnia di una famiglia palestinese che gli faceva grandi feste e si respirava fra loro un'aria di grande commozione. Quando gli amici palestinesi si congedarono Gitai mi spiegò che erano la famiglia di cui aveva rappresentato la storia nel suo film La casa. Il film raccontava la vera vicenda di quella famiglia che come molte altre aveva subito ripetute vessazioni da parte delle autorità israeliane fino a vedersi espropriata la propria abitazione con pretesti burocratici. Per questa sua pellicola Gitai venne aspramente attaccato da molti israeliani e mi spiegò che ripetutamente gli veniva posta con piglio aggressivo la stessa domanda: “ma tu con chi stai con noi o con loro?!”, al che immancabilmente lui rispondeva:“io sto con l'uomo”. È la stessa ragione che mi ha fatto aderire alla manifestazione per Israele promossa dal Foglio di Giuliano Ferrara ed è la stessa ragione che ha fatto sì che la legge antistupro fosse votata da tutte le donne del Parlamento italiano al di là degli schieramenti. Si tratta delle rare occasioni in cui la politica deve cedere il passo ai valori fondanti della civiltà umana. Ahmadinejad, il presidente dell'Iran non ha attaccato il governo israeliano, non ha incitato alla lotta contro il nemico sionista per cacciarlo dalle terre occupate nel '67, non ha preteso che l'Onu votasse sanzioni contro Israele per la perdurante occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme est. Il presidente Ahmadinejad ha chiesto la cancellazione di uno Stato. Ed e lecito supporre che questo implichi l'annientamento della gente che lo abita . En passant sarà forse bene ricordare che lo Stato di Israele non è abitato solo da un esercito, ma è popolato da donne, uomini e bambini. Per queste ed altre ragioni mi sarei aspettato proprio dalla sinistra un immediata reazione di rifiuto verso le parole di Ahmadinejad e la convocazione di una grande manifestazione per difendere il diritto di Israele all'esistenza. Non vi sarebbe stata occasione più forte e credibile per ribadire il contestuale diritto violato dei palestinesi ad avere un loro stato nel pieno delle facoltà e nella dignità con Gerusalemme est per capitale accanto allo Stato di Israele. Questo chiede la dirigenza palestinese la quale ha colto l'occasione per esprimere la propria insofferenza verso le ripetute strumentalizzazioni di cui i palestinesi sono oggetto da troppi anni.
Per quanto mi riguarda questa volta ho aderito in nome di un principio inalienabile: il diritto all'esistenza di una gente. Non aderii invece alla prima manifestazione per Israele promossa da Ferrara perché il suo carattere di schieramento era palese. Tutto mi separa dal direttore del Foglio, non solo le idee politiche, ma lo stesso modo di concepire la vita e i valori fondamentali a cui riferirsi. Non muta altresì di un millimetro la mia posizione di pieno sostegno al popolo palestinese e la critica ferma contro l'occupazione e la colonizzazione delle sue terre ancora attuata dal governo israeliano. E pur intuendo le ragioni politiche legate allo scontro di potere interno all'Iran e quelle relative all'affaire della dotazione nucleare che hanno spinto Ahmadinejad a fra la sua sparata irresponsabile non posso dimenticare che spesso nel corso della storia recente le farneticazioni propagandistiche sono state seguite da azioni criminali. L'Europa per esempio farebbe bene a non avere fretta di nascondere il sudiciume della guerra ex-yugoslava sotto il tappeto dell'oblio ipocrita. È ovviamente lecito pensare che in questa manifestazione ci sia stato un intento strumentale e propagandistico da parte degli organizzatori, ma io non sono giudice delle intenzioni altrui e se quel intento c'è stato è tutto un problema loro. Il problema di una parte della sinistra è invece un altro: quello di un rapporto non chiarito e non limpido con Israele e la sua esistenza stessa. Come uomo di sinistra faccio appello alle forze migliori e più coraggiose della nostra parte perché affrontino la questione in profondità. L'eredità socialista, comunista ed anarchica sono portatrici di un umanesimo radicale basato su una visione unitaria ed integra dell'essere umano. Senza questo fondamento la lotta per l'eguaglianza decade allo spirito di fazione.


Moni Ovadia – L’UNITA’ – 05/11/2005


| MOTORI DI RICERCA | UFFICIO INFORMAZIONI | LA POSTA | CHAT | SMS gratis | LINK TO LINK!
| LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing List | Forum | Newsletter | Il libro degli ospiti | ARCHIVIO | LA POESIA DEL FARO|